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Domenica sarà decisiva la partecipazione al voto


Pd. Bonaccini vince tra gli iscritti, Schlein nelle grandi città: il 26 febbraio è partita aperta


20 Febbraio 2023 / Maurizio Melucci

Si è chiusa la prima fase del congresso del Partito Democratico. Si tratta dei congressi nei circoli dove potevano votare solo gli iscritti al Pd. Il voto serviva per decidere le due candidature che si sarebbero sfidate nei “gazebo” o primarie del 26 febbraio.

I risultati i  definitivi dei congressi di circolo, che si sono svolti dal 3 al 19 febbraio, diffusi dalla commissione congresso del Pd sono i seguenti  I votanti sono stati 151.530. Bonaccini 79.787 voti, pari al 52,87%. Schlein 52.637 voti, pari al 34,88%. Cuperlo 12.008 voti pari al 7,96%. De Micheli 6.475 voti, pari al 4,29%.

Dati in linea anche con i risultati di Rimini. la differenza tra Bonaccini e Schlein nel comune capoluogo è di 13 voti a favore doi Boanccini.

In generale la differenza di voti tra i due contendenti è talemente piccola in termini reali che può essere ribaltata alle primarie del 26 febbraio quando i votanti saranno centinaia di migliaia.

D’altra parte il risultato  negli stessi nei circoli  riserva numerose sorprese.

Elly Schlein ha vinto – anche se di poco – in molte grandi città: Milano, Roma, Napoli, Genova e Venezia. Un risultato comunque tutt’altro che scontato. Ricordo che il presidente della Regione Bonaccini è candidato alla segreteria da parecchi mesi. Si potrebbe dire prima delle elezioni politiche del 2022 quando i sondaggi elettorali prevedevano la sconfitta del centrosinistra. Elly Schlein si è messa in gioco molti mesi dopo scontando conoscenza tra iscritti ed elettori e organizzazione sui territori. Non è un mistero che buona parte dell’organizzazione territoriale abbia sostenuto la candidatura di Bonaccini. Per questa ragione il risultato ottenuto da Elly Schlein è andato oltre le aspettative.

Ma vi è un altro dato interessante. Nel voto nelle grandi città, dove la tradizionale organizzazione dei circoli è meno radicata, ha prevalso un forte voto di opinione anche tra gli stessi iscritti ed ha premiato la Schlein. Un voto che non interpreta semplicemente un’ansia di rinnovamento, ma una proposta politica e che si interroga innanzitutto su molte delle sfide del nostro tempo: come coniugare la lotta per la giustizia sociale con l’urgenza della giustizia climatica nel momento in cui in Italia c’è il governo più di destra mai conosciuto nella storia repubblicana.

Un governo che già delinea il suo profilo culturale. Meno sanità pubblica, meno scuola pubblica, autonomia regionale che spacca il paese, più precarietà nel lavoro, la transizione ecologica vista come un problema. Elly Schlein è stata vista da molti come la candidata in grado di guardare al futuro con gli occhi della sua generazione. Il voto delle grandi città che l’ha premiata interpreta questa volontà di cambiamento.

Ora il tutto si gioca il 26 febbraio. Sarà fondamentale l’affluenza alle urne. Gli analisti politici sono già pronti a dire che le primarie sono state un flop. Poco importa se nei circoli hanno votato 150 mila persone. Poco importa se Giuseppe Conte è stato incoronato da 62.000 iscritti del Movimento 5Stelle con un voto su una piattaforma telematica. Poco importa che gli altri partiti percorsi democratici come quelli del Pd se li scordano. Il 26 febbraio alle ore 20 quando si chiuderanno i seggi, tutti saranno a valutare l’affluenza al voto.

Non faccio previsioni, ho una mia idea che per scaramanzia non dico, ma dobbiamo fare ogni sforzo per fare partecipare gli elettori. Ricordo che domenica prossima possono partecipare non solo gli iscritti, ma qualsiasi cittadino che ritiene di voler dare il proprio contributo. Poi saranno valutati i risultati. Io non penso che tutto sia deciso come affermano alcuni sondaggisti. Proprio il voto nelle grandi città lascia la partita molto aperta.

In ogni caso il giorno dopo il Pd deve trovare una sua unità interna tenendo conto dei risultati alle primarie e senza pensare che qualcuno possa fare da sola o da solo o peggio ancora che qualcuno possa pensare di “portare via il pallone”.