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15 giugno 1927 – Nasce (per caso) a Rimini Hugo Pratt


14 Giugno 2023 / ALMANACCO QUOTIDIANO

Il 15 giugno 1927 nasce a Rimini Hugo Eugenio Pratt. È figlio di Rolando Pratt, militare di carriera romagnolo di origini inglesi, e di Evelina Genero.

Il luogo di nascita è puramente casuale: la famiglia di Hugo Pratt, nonostante la sua origine composita (o proprio per quella), è veneziana al cento per cento. È cresciuto a Venezia il nonno paterno, che alle ascendenze anglo-romagnole ne aggiunge di francesi, mentre una nonna veniva dalla Turchia. Quanto all’altro nonno, Eugenio Genero, è un “marrano”, cioè ebreo sefardita di origini spagnole; ciò non gli impedisce di essere fra i fondatori di una delle prime squadre fasciste veneziane, la “Serenissima”. Poeta dialettale“venexian” e podologo, rinomato in città in entrambi i campi. Proprio da questo nonno callista e poeta, Hugo apprende l’amore per la poesia. Da parte sua, la mamma Evelina ha la passione per i Tarocchi, che legge ad amiche ma anche dietro compenso. Non manca poi la zia attrice di teatro, che quando Hugo ha sette anni lo porta alla Fenice per vedere “L’anello dei Nibelunghi”.

Hugo Pratt con il padre Ronaldo

Hugo Pratt con il padre Ronaldo

A 10 anni Hugo viene spedito in Etiopia a raggiungere il padre, in servizio come ufficiale della Polizia coloniale. Tre anni dopo scoppia la guerra e si mette subito male per gli Italiani. Dopo la resa delle truppe dell’Africa Orientale Italiana nel 1941, Rolando Pratt e tutta la sua famiglia vengono internati nel campo di prigionia di Diredaua. Il padre di Hugo si ammala e nel 1942 muore nel campo.   

L’anno dopo, grazie a un intervento della Croce Rossa, Hugo può rientrare in Italia; finisce a Città di Castello dove frequenta un collegio militare. Nel 1943, dopo l’8 settembre, il sedicenne Pratt, barando sull’età, corre a Venezia per arruolarsi con la Repubblica di Salò nei marò della Xª Flottiglia MAS, Battaglione Lupo. Ma la nonna lo va a prendere per le orecchie e se lo riporta a casa.

Nell’autunno del 1944, anche per il suo cognome inglese e le parentele ebraiche, rischia invece di essere fucilato dalle SS, scambiato per una spia sudafricana.

Nel 1945 raggiunge infine gli angloamericani che lo utilizzano come interprete e poi come organizzatore di spettacoli per le truppe.

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Nel dopoguerra, insieme a Mario Faustinelli e Alberto Ongaro riesce a fondare la testata Albo Uragano, che nel 1947 diviene Asso di Picche – Comics, dal nome del suo personaggio di punta, Asso di Picche, un eroe mascherato dall’aderente costume giallo. La rivista diventa una fucina di giovani talenti, come Dino Battaglia, Rinaldo D’Ami, Giorgio Bellavitis, mentre il personaggio di Asso di Picche riscuote sempre maggior successo. Soprattutto in Argentina, dove Pratt si trasferisce su invito della Editorial Abril con altri amici del “Gruppo di Venezia”. Resterà a Buenos Aires per tredici anni.

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La collaborazione più importante nasce alla Editorial Frontera di Héctor Oesterheld: nascono allora alcune serie molto importanti nella carriera dell’autore italiano: Junglemen, su testi di Ongaro, Sgt. Kirk, Ernie Pike e Ticonderoga, tutte scritte da Héctor Oesterheld, sceneggiatore dell’opera fantascientifica L’Eternauta. Durante la dittatura militare degli anni ’70 Oesterheld finirà fra i desaparecìdos, assassinato probabilmente fra il 1977 e il ’78.

Pratt tiene anche lezioni di disegno, prima con Alberto Breccia, quindi in Brasile, dove viaggia in Amazzonia, nel Mato Grosso e in altri luoghi impervi. In quello stesso periodo nasce il suo primo fumetto completo, Anna nella giungla. Sarà pubblicato in seguito anche sul Corriere dei Piccoli, il settimanale per ragazzi del Corriere della Sera.

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Tra il 1959 e il 1960 Pratt si trasferisce a Londra dove disegna brevi storie di guerra per Fleetway Publications (in Italia pubblicate nelle collane Eroica e Supereroica); quindi, senza successo, tenta la via degli Stati Uniti, per poi tornare in Sudamerica, da cui ritorna in Italia nel 1962.

Inizia la collaborazione stabile con il Corriere dei Piccoli per il quale, fra l’altro, realizza le riduzioni a fumetti di numerosi romanzi della letteratura per ragazzi, come L’isola del tesoro e Il ragazzo rapito di Robert Louis Stevenson, entrambe sceneggiate da Mino Milani. Ancora assieme ad Alberto Ongaro, dà vita al suo secondo giustiziere mascherato,  L’Ombra.

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Nel 1967 Pratt incontra l’imprenditore ed editore genovese Florenzo Ivaldi. I due provano ad aprire la rivista  Sgt. Kirk, per pubblicare le storie “argentine”, alcuni classici americani e degli inediti. Sul numero 1, il primo inedito si chiama La ballata del mare salato.

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È la prima avventura di Corto Maltese. Viene ristampata a puntate anche sulle pagine del Corriere dei Piccoli: saltando una tavola, forse considerata troppo scabrosa ma rendendo però piuttosto oscuro l’intreccio. Il successo è immediato e immenso. Il tratto di Pratt, così inconfondibile, sta raggiungendo i suoi vertici qualitativi, mentre le storie riassumono tutte le migliori suggestioni degli scrittori di avventure che ama: Conrad, Melville, Lewis, Cooper, Dumas, ma anche Henry De Vere Stacpoole, autore dimenticato di Laguna Blu.

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Nel 1970, Corto riappare nella rivista per ragazzi francese Pif Gadget  con ventuno brevi storie, fra cui Il segreto di Tristan Bantam, Per colpa di un gabbiano, La laguna dei bei sogni, Concerto in O’ minore per arpa e nitroglicerina, L’ultimo colpo. Pratt ricordò poi di quegli anni che “bisognava rispolverare Marx ed Engels, autori che dovetti frequentare e che mi annoiarono immediatamente. Visitai anche Marcuse e qualche altro e ritornai ai classici dell’avventura. Venni subito accusato di infantilismo, di edonismo e di fascismo”. In seguito Pratt viene licenziato poiché l’editore, politicamente vicino al Partito Comunista Francese, lo tacciava di “libertarismo”.

A metà degli anni settanta, Hugo Pratt stringe grande amicizia con il giovane Lele Vianello che, assorbendone la tecnica e lo stile, diventa suo braccio destro collaborando graficamente alle sue opere.

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Nel 1974 Pratt inizia a disegnare Corte Sconta detta Arcana, con uno stile che si semplifica ancora: “Vorrei arrivare a dire tutto con una linea”. Una dopo l’altra, sempre con Corto Maltese protagonista, escono storie destinate a diventare classici assoluti del fumetto mondiale, modelli anche per tutte le graphic novels di oggi: Favola di Venezia, La casa dorata di Samarcanda e infine Mu, disegnato nel 1988 e pubblicato in volume nel 1992.

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Oltre a Corto Maltese, Pratt è stato autore di un’altra serie d’avventura, Gli scorpioni del deserto, ambientata in Africa durante la seconda guerra mondiale e terminata da altri disegnatori dopo la sua morte. Ha collaborato alla collana Un uomo, un’avventura, edita da Bonelli (allora Editoriale Cepim), con quattro storie: L’uomo del Sertao, L’uomo della Somalia, L’uomo dei Caraibi e L’uomo del grande Nord (quest’ultimo ripubblicato in seguito con il nome Jesuit Joe). Tutto ricominciò con un’estate indiana ed El Gaucho sono invece brevi storie scritte per l’amico e allievo Milo Manara.

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Hugo Pratt muore per un male incurabile a Losanna il 20 agosto 1995. La sua tomba si trova alle porte del paese di Grandvaux, nel cantone di Vaud in Svizzera, dove viveva dal 1984 nella sua casa situata nei pressi del Lago Lemano.