Home___primopianoArea ex questura Rimini, la proprietà: “Bene accordo di programma, via i pregiudizi e ragioniamo”

Il coordinatore del progetto ASI Marco Da Alto dopo l'incontro in Commissione, l'opposizione unita: "L'amministrazione motivi i suoi no"


Area ex questura Rimini, la proprietà: “Bene accordo di programma, via i pregiudizi e ragioniamo”


1 Dicembre 2023 / Redazione

“Cogliamo con rinnovata fiducia l’imminente appuntamento accordatoci dal Comune di Rimini e il riconoscimento dell’accordo di programma quale strumento amministrativo più utile alla città per risolvere quello che è un problema irrisolto da vent’anni in via Ugo Bassi. Siamo sempre disponibili, lo abbiamo chiarito oggi ancora una volta, ad entrare nel merito del progetto RiminiLife, a patto che il recinto del dialogo sia quello delle norme e dell’interesse pubblico, non dei pregiudizi o delle illazioni”: così Marco Da Alto, coordinatore del progetto Rimini Life, dopo l’incontro in Commssione con l’amministrazione comunale.

“Nel corso della Commissione consiliare – prosegue Da Alto – abbiamo cercato di chiarire, grazie alla presenza dei responsabili di ASI, le ragioni del progetto RiminiLife e l’indubbio vantaggio che ne avrebbe la città se fosse realizzato. Ringraziamo l’Amministrazione che, tramite il presidente e il vicepresidente della Commissione nonché il Consigliere Luca De Sio che ne ha fatto richiesta, ha reso possibile il confronto, precluso in consiglio comunale nella seduta tematica dedicata alla ‘ex questura’, la maggioranza e gli assessori che ci hanno ascoltato e tutta l’opposizione per la partecipazione viva e costruttiva. La presenza di Piero Aicardi, amministratore delegato di ASI, testimonia che gli imprenditori, che hanno investito risorse, sono assolutamente intenzionati a perseguire ogni via per arrivare ad un dialogo leale col Comune di Rimini che risolva l’impasse generata dall’immobilismo dell’Amministrazione. Si è potuto entrare nel dettaglio della qualità espressa dal progetto RiminiLife e soprattutto del profondo studio che ne ha anticipato l’esecuzione, realizzato da Leonardo Cavalli, firma prestigiosa dell’architettura internazionale: RiminiLife non è un esercizio di stile, ma una proposta concreta di rigenerazione urbana e integrazione sociale presentata a dicembre del 2022 e rigettata dalla Giunta comunale senza una motivazione alla mancanza di interesse pubblico, a dimostrazione che il pregiudizio del Comune è così forte da impedire anche la lettura del dossier consegnato. Abbiamo voluto rappresentare come il progetto RiminiLife sia coerente con le linee guida dell’allora Governo Gentiloni, che presiedeva il CIPE, che per favorire la realizzazione di residenze sociali e pubbliche ha stanziato dei fondi al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che li ha poi distribuiti alle Regioni per la predisposizione dei bandi, i quali avrebbero dovuto garantire che le residenze pubbliche si realizzassero all’interno di contesti rigenerati, ove fosse presente un mix funzionale e fosse favorita l’integrazione sociale”.

Tuttavia: “Riteniamo disattese dalla Regione e dal Comune le direttive del CIPE e abbiamo chiesto a quest’ultimo e ai Ministeri competenti di verificare la coerenza delle azioni del Comune con gli indirizzi governativi, speriamo che questa nuova apertura al dialogo sia portatrice di un progetto di riqualificazione del solo compendio dell’Ex Questura per rispondere alle direttive del CIPE, senza dipendere dai progetti dello stadio o della caserma Giulio Cesare perché vorrebbe dire lasciare tutto così com’è per i prossimi dieci anni. Per rendere chiaro il nostro messaggio e i fatti abbiamo introdotto l’incontro con un video dove il progetto parla ai consiglieri e alla città per dimostrare l’irragionevolezza del diniego ricevuto e l’infondatezza delle illazioni mosse contro”.

“Il video sarà disponibile sul ns. canale YouTube al link https://bit.ly/RiminiLife1 e su tutte le nostre pagine social affinché tutti i cittadini possano comprendere l’iter finora seguito e la posta in palio per la città, oltre a dare risposte alle domande più ricorrenti e ai dubbi spesso strumentalizzati che vogliono gettare ombre su RiminiLife”, sottilinea il coordinatore.

E insiste: “Ora che sono noti alla città i benefici pubblici che RiminiLife porta: la rigenerazione, che è di interesse pubblico così come stabilito dalla LR, l’aumento degli spazi a verde e a parco, delle piste ciclabili, delle infrastrutture; il beneficio economico per il Comune per l’incasso del pagamento degli oneri concessori e per il risparmio del denaro pubblico che il Sindaco ha accantonato per l’esproprio; circa 200 nuovi posti di lavoro e l’abbattimento del caro vita con di l’insediamento di un supermercato di quartiere. Il progetto RiminiLife da anche una risposta al bisogno crescente e mai soddisfatto di residenze sociali (c’è un fabbisogno di circa 2.000 alloggi), realizzando 80 nuove unità oltre le 36 previste dal Comune. Il Comune di Rimini giustamente ha definito vergognosa la situazione di quell’area, ma da circa un anno ha in mano la soluzione e si è ritratta in un immobilismo che se verrà protratto perpetuerà quella vergogna per parecchi anni. Ora leggere di disponibilità verso il privato o la mancanza di pregiudizio sicuramente mi lascia perplesso, ma voglio essere fiducioso. Si può procedere immediatamente all’attuazione del primo stralcio abbattendo l’edificio dell’ex Questura e realizzando il supermercato (interesse pubblico=rigenerazione, nuovi posti di lavoro, nuova attività). Il secondo stralcio può essere demandato all’accordo di programma i cui contenuti possono tenere conto anche di altre esigenze oltre quelle che abbiamo rappresentato”.

“E’ davvero anacronistico, per non dire poco responsabile, pensare di realizzare delle palazzine pubbliche in quel contesto degradato, lasciando che famiglie fragili e bambini vivano e giochino accanto a quel buco nero pericoloso e insicuro dell’ex Questura. Spero che questo prossimo incontro sia testimonianza di un senso di responsabilità che pensavo perduto”, osserva Da Alto in relazione al progetto appena approvato di 36 alloggi ERP in quell’area.

Quanto all’arrivo di Esselunga, che nessuno ancora nomina: “Abbiamo ribadito che è riduttivo ricondurre tutto il ragionamento ad un supermercato e che insistere su questo significa non voler risolvere il problema e fissarsi su quello che appare il vero nodo fin qui impossibile da sciogliere. Sull’argomento, abbiamo ribadito che non accettiamo sia messo in discussione un modello di lavoro con un processo alle intenzioni. Oggi non esiste una norma che quantifichi le proporzioni fra area di vendita e di magazzino. Abbiamo dato disponibilità a rinunciare ad un diritto di ipotetico ampliamento per un periodo medio-lungo e, se possibile, ottimizzare un po’ la superficie lorda. Non faremo un hub logistico, il progetto è chiaro su questo. Siamo a Rimini per realizzare un progetto che renda tutti vincenti. Se sgombriamo il tavolo da pregiudizi e illazioni, resta tutto lo spazio per fare in fretta e bene l’interesse di Rimini”.

Da parte loro i gruppi di opposizione hanno diramato una nota comune: “Abbiamo voluto convocare la commissione di controllo e garanzia perchè l’importanza dell’area (mai) ex questura non può consentire il rimpallo a cui la città sta assistendo. Abbiamo atteso responsabilmente 2 anni nella speranza che privato e Giunta facessero i loro passi, ma quei tentativi ad oggi sono falliti e noi, come amministratori, siamo obbligati a prendere contezza di elementi che peraltro entro Natale andremo a votare (progetto PIERS). Quello che è tristemente emerso è che l’amm.ne, contrariamente a quanto le piace affermare, pare disposta a lasciare quell’area così come si trova per diversi anni, rimandandone la programmazione urbanistica al PUG su cui, peraltro, essa stessa è in grave e colpevole ritardo. E’ poi emerso che l’amm.ne, si rifiuta di motivare la asserita insussistenza di interesse pubblico all’approvazione del progetto, trincerandosi dietro un “no” privo di ragioni ed evitando di controbattere alle osservazioni ed alle analisi puntuali fornite dal privato, che ad oggi, rimangono gli unici elementi di istruttoria con cui possiamo confrontarci”.

“A noi interessa riqualificare quell’area (anche se non ad ogni costo ovviamente) e ci interessa che l’individuazione dell’interesse pubblico non avvenga in modo arbitrario e iniquo. E soprattutto non motivato. Si rischierebbe di “confondere” l’interesse pubblico con quello politico”.  Le conseguenze  di un simile modello di governo sarebbero pericolosissime per la città. Lo sono, anzi. E lo sono già state in passato. Ci auguriamo che il Sindaco voglia distinguersi; diversamente non farebbe altro che giustificare i processi alle intenzioni che da più parti gli vengono mossi in città”, è la conclusione.