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Case in darsena e isole, salvataggi e primarie


17 Aprile 2021 / Maurizio Melucci

House-boat in darsena. Storia di ordinaria follia burocratica

Il primo aprile una conferenza di servizi indetta dal comune di Rimini ha approvato la darsena di Rimini come Marina Resort. In sostanza la darsena diventa come un campeggio sull’acqua, dove è possibile da parte di turisti noleggiare un bungalow, in questo caso si tratta di una house-boat, una imbarcazione regolarmente registrata. Una notizia positiva. In realtà non è così: si conclude una storia ammnistrativa e burocratica che ha dell’incredibile.

La darsena di Rimini è un Marina Resort dal 2014 in base alla legge regionale 7/2014  che modificava la L.R. 16/2004. Ma purtroppo pare che le leggi regionali abbiano interpretazioni diverse da parte di altri enti che operano sulla costa.

Nel 2019 vengono messe in acqua sei house-boat regolarmente registrate come natanti. Sembrava tutto a posto. Invece no.

Inizia la Guardia di Finanza il 30 luglio 2019, alle 7 del mattino, come nelle operazioni contro la criminalità organizzata. irrompe nella darsena e identifica tutti i turisti presenti nelle imbarcazioni. Secondo i verbali della Guardia di Finanza, l’attività di house-boat non sarebbe permessa all’interno della Darsena.

Il verbale della GdF viene trasmesso alla Procura come da prassi e l’imprenditore viene denunciato per abuso edilizio.

Poi interviene il Comune. che disquisisce tra unità abitative fisse (che sono soggette a titolo edilizio) e unità abitative mobili (non necessitanti di titolo edilizio). Secondo il Comune le house-boat sono natanti che si “muovono poco” e pertanto richiedono un titolo edilizio. Mentre tutto questo avveniva a Rimini, in altre darsene italiane le house-boat venivano inaugurate con tanto di autorità civili e militari presenti.

Per risolvere il tutto il Comune ha inserito una norma nel Regolamento edilizio (Rue), e poi con una conferenza di servizi ha stabilito che le house-boat sono natanti che non necessitano di nessun titolo abilitativo. E’ stato chiesto anche un parere all’autorità di Bacino per sapere se la darsena era sul percorso di un fiume (in questo caso le house-boat sarebbero state vietate) oppure una darsena. La risposta è stata: darsena. Una storia a lieto fine, non fosse per le vicende legali e costi sostenuti dagli imprenditori, un’azienda che ha rischiato il fallimento e tanti soldi buttati per il blocco dell’attività. Una storia di burocrazia che non aiuta l’impresa e dove la politica è stata a guardare. Per l’estate 2021 sono tante le prenotazione che stanno arrivando.

Il Partito della Città, le primarie, il centrosinistra

Giorni frenetici per la politica riminese, in particolare per il centrosinistra. Come è noto in autunno si vota per il rinnovo dei sindaci e consigli alcuni Comuni della provincia di Rimini, tra cui il capoluogo.

Da settimane i candidati sono due. Emma Petitti presidente dell’assemblea legislativa della Regione Emilia Romagna e Jamil Sadegholvaad assessore da 10 anni con il sindaco Gnassi. Il Pd su queste candidature è diviso e non riesce a trovare una soluzione unitaria. Il tentativo di Andrea Gnassi di utilizzare alcune liste civiche presenti in consiglio comunale e della futura coalizione di centrosinistra per far ritirare la candidatura di Emma Petitti. è naufragato.

L’attivismo del coordinatore delle liste civiche presenti in consiglio comunale. Kristian Gianfreda si è scontrato con la presa di posizione di Verdi, Rimini Coraggiosa e dello stesso segretario del Pd di Rimini che ha ribadito il percorso del partito di maggioranza relativa: programmi, coalizione e poi scelta del candidato non escludendo a priori le primarie, anche se a parole nessuno le vuole.

Lo stesso Andrea Gnassi è intervenuto, come riporta la stampa, in un incontro tra sindaci del Pd e il segretario Enrico Letta, auspicando che la candidatura a sindaco di Rimini si risolva senza primarie e decidendo di scegliere Sadegholvaad perché appoggiato da tutta la giunta uscente (banalità che Gnassi poteva evitare).

Evidente che in questa situazione trovare una soluzione unitaria è praticamente impossibile. “Si fa come dico io”, dice Gnassi, senza lasciare alternative. Non solo. Nei corridoi della politica si parla anche di un non ben precisato “partito della città” che si costituirebbe in caso di primarie da parte del PD. Una velata minaccia di una candidatura alternativa a quella ufficiale del Partito Democratico? Una candidatura per spaccare il centrosinistra? Penso che siano voci di corridoio e tali rimangano. Per uscire da questo stallo ci vuole un gesto di generosità politica da parte di tutti e del sindaco uscente Gnassi in primo luogo, individuando una soluzione unitaria che non solo è auspicabile ma anche possibile. Nel passato il centrosinistra ha superato momenti difficili con l’unità del suo gruppo dirigente, trovando le soluzioni unitarie senza impuntature incomprensibili.

Isole free covid

Dopo la polemica sul passaporto vaccinale che parte delle associazioni riminesi non volevano, ora è il momento  della polemica sulle isole free covid. La possibilità cioè di vaccinare tutti i residenti di alcune isole per garantire una vacanza libera dal virus. Proposta sostenuta dal ministro del turismo Garavaglia. Si sta parlando delle isole minori, non della Sicilia o della Sardegna. L’idea non è stata accolta bene a Rimini. Anzi. Tutti i vertici delle istituzioni locali e regionali e le associazioni del settore hanno chiesto di impedire questa forma di concorrenza sleale. Sinceramente mi pare tutto molto esagerato. La riviera Romagnola che produce circa 3540 milioni di presenze turistiche ha paura del vantaggio competitivo del segmento turistico delle isole minori? Non scherziamo. Consideriamole come territori fragili e come tali i suoi abitanti. Talvolta un po’ di solidarietà non guasta. Per altro se fossi nelle categorie economiche del settore mi preoccuperei di un altro ben più grave problema. L’Italia non riconosce (al momento) il vaccino russo Sputnik. In questo modo tutti i russi vaccinati non saranno riconosciuti come tali dall’Italia. Questo comporta che i Russi che arrivano in Italia debbono essere sottoposti a quarantena. Altri paesi come la Grecia invece la quarantena l’hanno eliminata. Facile immaginare in quali paesi i russi andranno in vacanza. Il Ministro Garavaglia sabato era a Rimini, per un giro elettorale e dove ha incontrato anche le categorie economiche (non tutte). Ha indicato il 15 maggio come apertura della stagione balneare. Non ha risposto sui temi più scottanti.

Salvataggi

Da anni è in corso un braccio di ferro tra i concessionari di spiaggia (bagnini) e i salvataggi, che debbono garantire la sicurezza dei nostri bagni in mare. Vari e ripetuti i tentativi di ridurre il numero delle torrette di salvataggio, ridurre il periodo della stagione balneare, ridurre i servizi di salvamento collettivi, fare contratti diversi. Ora siamo, come denuncia l’associazione dei salvataggi, alla proposta da parte dei concessionari di spiaggia della riduzione dell’orario di lavoro da 48 a 40 ore.

Lo scorso anno i concessionari della costa hanno potuto usufruire di un contributo a fondo perduto da parte della Regione di 1,5 milioni di euro, oltre ad altri 3,5 milioni di euro per i maggiori costi a causa della pandemia. Nessuna altra categoria è stata “ristorata” in questo modo nel settore del turismo. Per altro risulta anche, dalle dichiarazioni degli stessi operatori di spiaggia, che la stagione turistica 2020 non è stata un disastro come per altri. La Regione dovrebbe intervenire in modo fermo, ricordando tutto questo e dicendo basta a queste richieste sempre sulla pelle dei salvataggi che svolgono un lavoro strategico per il turismo balneare che va sotto il nome di “Sicurezza”.

Maurizio Melucci