La Rimini che sboccia a primavera nel nuovo giallo di Gino Vignali
23 Settembre 2019 / Paolo Zaghini
Gino Vignali: “Ci vuole orecchio” – Solferino.
Seconda puntata (dopo “La chiave di tutto” edito da Solferino nel 2018) dell’allegra brigata del vice questore Costanza Confalonieri Bonnet a Rimini. Anche in questo secondo episodio (dei quattro annunciati, uno per ogni stagione) la Squadra omicidi riminese si trova, a distanza di poche ore, alle prese con due nuove indagini: da una valigia tirata su dal peschereccio del capitano Valentino Costanza al largo della costa di Rimini vengono fuori un mucchietto di ossa che si riveleranno essere i resti di una contorsionista circense. “Un ‘cold case’ raccapricciante ma di secondo piano? Può darsi, ma meno di quarantott’ore dopo se ne aggiunge un altro, decisamente bollente, che coinvolge un’ereditiera infelice, una misteriosa Fondazione e uno studio di avvocati da trattare con i guanti”. La Squadra ha tra le mani due omicidi. Due indagini che non hanno niente in comune, tranne che le vittime sono due donne.
Mentre le storie del primo volume erano ambientate in una Rimini invernale, queste nuove vicende danno lo spunto a Vignali per raccontare di una Rimini primaverile: “Rimini si è lasciata l’inverno alle spalle e finalmente è vestita di lino e non di lana. La stagione, la ‘sua’ stagione, è ricominciata. Rimini esiste per farsi ammirare, perché sa di essere una femmina prosperosa e generosa, sa di essere lei la donna ideale che Fellini ha sempre avuto nella testa”.
Naturalmente la trama non ve la racconto (anche se non è un hard-boiled americano o scandinavo, cioè quei gialli mozzafiato che danno una rappresentazione realistica del crimine, della violenza e del sesso che ti lasciano col fiato sospeso sino all’ultima pagina) perché se no che gusto avreste a leggere le pagine ironiche, divertenti che Vignali assembla per raccontare le indagini della squadra (diciamola tutta: un po’ scalcagnata) del vice questore Confalonieri Bonnet? Ha dichiarato Vignali: “nel contrasto tra la drammaticità della trama e la leggerezza dello stile sta la vera originalità della mia proposta”.
In questo volume Vignali del resto approfitta per mettere meglio a fuoco i componenti la Squadra omicidi della Questura di Rimini. Dall’agente scelto Cecilia Cortellesi all’assai poco intellettuale vice sovrintendente Emerson Leichen Palmer Balducci, questa volta “impegnato in un’indagine sotto copertura ad alto tasso di ignoranza”.
“I due poliziotti si sono messi insieme la notte in cui Costanza Confalonieri Bonnet risolveva la cosiddetta Operazione Pandora [il caso del precedente volume]. Cecilia ha ventitré anni, è di Bergamo ed è una nerd, una piccola maga con il computer e con tutti gli annessi purché connessi alla rete. E’ inoltre portatrice più che sana di una singolare peculiarità, è l’opposto della sua città d’origine, è cioè più bella sotto che sopra. Questo almeno secondo la raffinata folgorazione di Emerson, che di anni ne ha ventotto e di rete conosce solo quella agganciata ai pali e alla traversa. La sua ignoranza è leggendaria e sublime, soffocante come i gradi di agosto, compensata, bisogna dirlo, da un aspetto fisico tra il gradevolissimo e l’invidiabile e da una simpatia come solo i romagnoli doc. Lei è innamorata ma, avendo chiari i limiti del ragazzo, sfrutta ogni occasione per cercare di farlo crescere, per tentare di sellare quell’ignoranza fino a oggi indomabile”.
Dall’ispettore latinista (a cui piace usare motti in quella lingua) Orlando Appicciafuoco, vecchio e saggio poliziotto, al vice questore Costanza Confalonieri Bonnet, residente in una suite al Grand Hotel in cui riceve il suo amante Riccardo Milani, Sindaco di Rimini.
Vignali ci racconta come sia avvenuta la notorietà nazionale di Costanza: non per un caso brillantemente risolto, ma per colpa di uno fotografia, scattata in spiaggia mentre giocava a pallavolo con suo figlio, che riuscì a cogliere al volo una sua splendida tetta fuoriuscita dal costume e pubblicata da Chi in copertina, con una tiratura da oltre mezzo milione di copie. Ma non solo: “la tetta della poliziotta pallavolista risultò per un mese la foto più visitata della gazzetta.it”. Anche se “ormai per vederla bisogna aprire i cassetti delle scrivanie e gli armadietti degli spogliatoi delle Questure di tutta Italia”.
Tuttavia Leo Liverani, comico e gentiluomo, “il compagno di sua madre Olivia, il suo quasi patrigno”, “presidente della Standard&Poor della gnocca” la valuta AA+, “non essendo la tripla A mai stata concessa ad alcuna donna. Neppure a Olivia e Costanza, che pure giocavano in casa”.
Ancora una volta sarà il vice questore a tirare tutti i fili e a risolvere brillantemente i due casi. Sembra che Vignali abbia già venduto i diritti cinematografici dei libri. A questo punto sembra sempre più possibile una nuova serie fiction con la Squadra omicidi di Rimini protagonista. Intanto però noi lettori attendiamo i due prossimi volumi della serie.
Paolo Zaghini