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Noi ultimi Testimoni del Kine al rito del Tempio


6 Maggio 2023 / Giuliano Bonizzato

Sono un “Testimone del Kine” e, come impone la nostra Tradizione monacale, devo, almeno una volta nella vita, recarmi al SANTUARIO.

Siamo pochi, ormai. Ma sappiamo anche di essere gli Eletti, destinati a tramandare devotamente alle generazioni future, la parola e le immagini donateci dal Profeta.

Ahimè! I luoghi di culto del Kine-ma, che dieci secoli fa sorgevano a migliaia sul nostro Pianeta, scomparvero col diffondersi dell’Eresia dell’Ologramma digitale che abolì i riti della Proiezione Eterologa. La Fede nel Kine-ma si spense quasi ovunque.

Ma, a consolazione degli ultimi Kinefili rimasti fedeli al Culto, il Santuario del Santo Fellah, è rimasto. Ed è là che sto ormai per giungere dopo due mesi di cammino, tra i monti, onde sfuggire alle radiazioni provocate dall’ultimo Conflitto. Assieme allo sparuto gruppo di monaci, coi quali ho diviso il misero cibo donatoci devotamente dai rari fedeli, ho disceso la Valle Sacra, seguendo il corso giallastro del fiume Mar-e-kya e visto apparire all’orizzonte, ove si staglia la linea nera del Mare Mortum, ARIM’NI, la Città Santa.

Prima di farvi ingresso, il rituale ci ha imposto di sostare presso la Confraternita della Fondazione Fellah, che sorge sul Colle di Covy. Un vecchio Frate dalla lunga barba bianca, ci spiega che Arim-ni (che secondo una assurda leggenda sarebbe sorta magicamente dal mare -a quei tempi azzurro- attirando sulle sue spiagge viaggiatori da tutto il mondo ma che in realtà fu soltanto una fiorente Città di Fiere e Congressi) lentamente decadde con l’avvento dell’Era multimediale delle Video-Conferenze ed è ora, da quasi otto secoli, una città morta, ove i pochi abitanti rimasti, vivono esclusivamente delle offerte lasciate dai visitatori del Santuario. Dopo aver versato ai Frati Fondatori il tradizionale obolo ed esser stati da loro rifocillati, siamo infine pervenuti, accompagnati dalla Venerabile Guida assegnataci, alle porte della Città in rovina. Qui abbiamo percorso, dopo essere passati sotto un Grande Arco in Pietra, una lunga strada deserta interrotta qua e là da buche e macerie, difendendoci coi nostri nodosi bastoni da pellegrino, da mute di cani famelici. Ed ecco, improvvisamente, ergersi dinanzi a noi, il Santuario. E alla vista del mitico “FULGOR” i nostri occhi si riempiono di lacrime.

La Venerabile Guida, postasi dinanzi all’ingresso, prende ora la parola.
-O Testimoni del Kine in verità vi dico che non tutti sono in grado di subire la Visione Mistica e i Suoni ultraterreni che il Profeta Fellas invia ininterrottamente da più di mille anni nel Suo Tempio durante il Sacro Rito della Proiezione… E’ dunque opportuno che perfino Voi, Santi Monaci, siate preparati a un Evento che segnerà per sempre le Vostre Vite. Sappiate dunque che penetrerete in una Sala completamente buia che improvvisamente sarà solcata da un fascio di luce che partendo sottile da un magico occhio, si allargherà fino a riempire un enorme rettangolo bianco. Non spaventatevi se da ogni parte della Sala udrete provenire Musiche e Voci. Tutto ciò fa parte del Sacro Messaggio del Maestro che noi tutti veneriamo, il Divino Fellah, colui che s’incarnò sulla Terra per donarci la Dolce Vita e venne poi assunto nei Cieli del Dio Oscar! E ora alzate le vostre voci assieme a me per la Rituale Invocazione al Profeta: -Amar-Kord!-
-Kord ! Kord!
-Saty!
-Rikòn!
A testa china, reverenti, penetriamo infine nel Tempio.

Giuliano Bonizzato

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