HomeCulturaQuante sciocchezze nel nome di Rimini e di Fellini

Nè alla città nè al regista serve altra magia oltre a quella che già hanno saputo suscitare


Quante sciocchezze nel nome di Rimini e di Fellini


5 Marzo 2023 / Paolo Zaghini

Valentino Bellucci: “Rimini esoterica e occulta. Dal tempio Malatestiano al cinema di Fellini” – Intermedia Edizioni.

Nel corso degli anni mi è capitato di acquistare libri inutili traviato da titoli furbetti o da bandelle che promettevano molto di più di quello che poi era contenuto nel libro. E’ il caso di questo libro di Bellucci, uscito un po’ di tempo fa nel 2021, che mi aveva attirato in ritardo per il titolo in copertina e per quello che c’era scritto nel retro di copertina. Il testo recita: “Rimini è una città doppia. Con due volti. Uno è quello popolare e festoso del turismo che si rinnova ad ogni estate mentre l’altro è sfuggente e nascosto. Solo poche persone riescono ad afferrarlo. Si tratta della dimensione esoterica legata alla storia della città, ad alcuni suoi monumenti e personaggi famosi”. In realtà il titolo e la bandella nulla c’entrano con ciò che c’è nel libro. Con la scusa di Fellini e delle tante favole fantasiose legate al Duomo e al suo signore Sigismondo Pandolfo Malatesta, l’Autore costruisce un delirio di insulsaggini, alla luce di una verità vedica contro una scienza ufficiale: “il problema è sempre lo stesso: una società che ha abbandonato le scienze del sacro per l’allucinazione del materialismo”.

L’Autore sostiene che “la Ragione senza cuore ha prodotto una società alienata, una industria fuori controllo e ogni genere di totalitarismo politico. Se eliminiamo i saperi iniziatici delle civiltà passate, perdiamo la scienza del cuore, le tecniche che ci permettono di comprendere ciò che va oltre gli schemi della logica duale e delle categorie” (si chiedono lumi sul significato di questa affermazione). “Ma questo ha trascinato il mondo intero nell’abisso, oggi del tutto immerso nella ‘magia nera’ di una tecnica senz’anima”. Invece “tutte le scuole esoteriche, dall’India alle comunità pitagoriche o essene, hanno proposto, a pochi eletti, la possibilità di liberare sé stessi dai vari livelli di condizionamento del mondo materiale”. “Gli scritti vedici sono i testi più antichi a noi noti (…). Essi provengono da una civiltà altamente evoluta spiritualmente e contengono, nel loro simbolismo, una sintesi piena della verità umana e divina”.

Ho provato a condensare quanto, per gran parte, è contenuto nel volume di Bellucci. Ma allora cosa c’entra la Rimini esoterica e occulta? La risposta è in una serie di affermazioni assai dubbie che riguardano Fellini e il Tempio malatestiano.

“Fellini era da sempre interessato all’occultismo, al magico e all’esoterico; secondo alcuni studiosi aveva dei legami con certe scuole iniziatiche”: quali studiosi, quali scuole iniziatiche? Boh! Le 50 pagine dedicate a Fellini non sono altro che un guazzabuglio di rimandi a testi vedici, al Bhagavad-Gita e ad altri testi indiani. Per concludere così: “il suo cinema diventa vero e proprio cinema iniziatici, per preparare le anime ad un cammino interiore pieno di sorprese e bellezze”. Quanto mi sarebbe piaciuto leggere e commentare queste patacate con l’amico Sergio Zavoli e quanto ci saremmo divertiti.

Non andiamo certo meglio con le 40 pagine dedicate al Tempio Malatestiano. La settimana scorsa ho recensito lo splendido volume di immagini e testi di Luciano Liuzzi e Pier Giorgio Pasini (“Nel Tempio”) che ci ha portati a vedere le meraviglie esoteriche di Leon Battista Alberti (le geometrie) e le sculture di Agostino di Duccio (i bassorilievi e le sculture). Bellucci scrive: “Il Tempio venne fin da subito pensato come tempio pagano ‘mascherato’ da chiesa cristiana. Infatti le cappelle interne sono ricche di rimandi astrologici, alchemici e gli elementi simbolici sono tutto fuorchè legate alle visioni cattoliche”. Affermazioni certo in parte vere, ma non sicuramente condivise da Pier Giorgio Pasini che nel volume che sopra richiamavo afferma: “Templum dedicato alla lode di Dio e al sostegno della fede, e nello stesso tempo all’onore di chi l’aveva fatto costruire e della città in cui sorgeva”. Ma, ancora Bellucci: “Il Tempio Malatestiano è un Tempio iniziatico, un libro di pietra che espone verità antichissime come la magia, l’astrologia e l’alchimia”. Per concludere: “La storia va riscritta. E l’esoterismo dell’arte ci aiuta, come in un grande mosaico del tempo, a ricostruire ciò che ci è stato sottratto: una storia più ricca, non colonialista, piena di scambi tra culture e civiltà”.

Nell’Epilogo ci viene detto: “Fellini non poteva che nascere qui e i suoi film sono, forse, una serie di passaggi iniziatici come le cappelle del Tempio Malatestiano”.

Spiace per l’Autore, prematuramente scomparso a soli 46 anni. E sono fermamente convinto che ognuno sia libero di pubblicare ciò che vuole. Ma questo non deve in alcun modo limitare la libertà del lettore di archiviare come meglio crede i suoi volumi: in questo caso, senza alcuna remora, nel bidone.

Paolo Zaghini