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Riminesi su Marte nel nome di un sogno chiamato Massimiliano


20 Febbraio 2021 / Lia Celi

Che gli amici si riconoscano nel momento del bisogno è una verità talmente risaputa che la prima attestazione scritta è stata rinvenuta sulle tavolette d’argilla dei Sumeri. Ma c’è un’altra verità meno trita: gli amici si riconoscono anche nel momento del sogno.

Cos’è che accende e intreccia le amicizie se non saper scambiare e condividere i sogni, le aspirazioni, le fantasie? E’ questa corrispondenza a rendere possibili le esperienze che trasformano ogni vera amicizia, specie se nata negli anni giovanili, in un’epopea indimenticabile: i viaggi, le vacanze, le trasferte sportive, i concerti. Anzi: l’amicizia fra sognatori dura più di quella fra bisognosi, perché i bisogni si esauriscono sulla terra, mentre i sogni possono prolungarsi oltre la vita, nell’immensità spaziotemporale del cosmo.

Come il sogno che un gruppo di riminesi ha regalato all’amico Massimiliano scomparso trentasettenne dodici anni fa: una lunga vacanza virtuale su Marte, dove si è appena posata la sonda Perseverance, un nome che si inserisce perfettamente in una storia fatta di sentimenti indelebili e di memoria tenace. Perché – come ha raccontato News Rimini – dal 2009 la compagnia di Massimiliano non ha mai smesso di ricordare l’amico perduto e di stare vicino alla sua famiglia, sollecitudine non così scontata nemmeno quando il defunto è un parente stretto.

Chissà se Massimiliano era un amante della fantascienza, se aveva letto le Cronache marziane di Ray Bradbury, le Sabbie di Marte di Arthur Clarke, o Un marziano a Roma di Flaiano. O se al cinema aveva visto Total Recall, imperniato proprio su un viaggio virtuale che Schwarzenegger intende fare su Marte, oppure l’esilarante Fascisti su Marte di Corrado Guzzanti.

Ma anche se non siamo mai stati particolarmente soggiogati dal mito fascinoso del pianeta rosso, chi di noi non sarebbe curioso di andare a vedere com’è? Autori come Verne immaginavano che nel 2000 sarebbe stato normale passeggiare sui pianeti del sistema solare, e anche il nostro Salgari, che non era fissato solo con corsari e tigrotti della Malesia, in un romanzo del 1907 immaginava che, un secolo dopo, i terrestri avrebbero comunicato quotidianamente con i “martiani” grazie a un enorme telegrafo senza fili.

Grazie ai suoi amici, Massimiliano, o almeno una parte di lui, insieme ad altri dodicimila “coloni virtuali” iscritti da tutto il mondo, coronerà uno dei sogni dell’uomo moderno e forse sarà l’avamposto di una futura colonia di terrestri in carne e ossa.

Perché non una colonia riminese? Un giorno la compagnia di Massimiliano potrebbe riunirsi su Marte per una classicissima mangiata in riva al lago Jazeero. In fondo la superficie del pianeta, come mostrano le foto inviate da Perseverance, è piatta e rugosa come una piadina.

Lia Celi