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Chi più malatestiano di Don Oreste?


29 Ottobre 2022 / Giuliano Bonizzato

Chi più “malatestiano” di Don Oreste? Nelle mie “Cronache” Egli non poteva che far la parte del leone …
Malatestiano doc, dunque, e, per di più, con beatificazione in dirittura d’arrivo. E se come Santo, non si discute, come Malatestiano faceva ogni tanto – per usare la definizione di Monsignor Lambiasi al termine della tre giorni in suo onore – le sue brave trasgressioni. “Intese – sempre citando le parole del Vescovo – non a violare la legge ma a modificare coraggiosamente la Storia”. Io non me le lasciavo certo sfuggire.

Ai tempi del Cardinal Tonini, gridò ai ragazzi di una discoteca (che, manco a farlo apposta si chiamava “L’altro Mondo”): “Dio è in gamba, merita un applauso!”. Al che tutti i ragazzi ad applaudire Dio. Osservai a tal proposito che sembrava una scena da Jesus Christ Superstar, uno spot riuscitissimo per pubblicizzare l’immagine di un Dio paterno, giovanile, amichevole, assai diverso dal Vecchio Geova autoritario e imbronciato dell’Antico Testamento…

Qualche anno prima Don Oreste aveva organizzato, contro un Albergatore che si era rifiutato di ospitare un disabile perché gli mandava via i clienti, la Grande Marcia dei Disabili in Carrozzella allo scopo di occupare, per protesta, l’Hotel in questione. Con risultati clamorosi. Cosicché, in una mia “Malatestiana”, mi inventai la storiella di coloro che, senza prenotazione e in pieno ferragosto, riuscivano ad assicurarsi subito una camera in tutti gli Alberghi di Rimini, dichiarandosi affetti dai più gravi handicap…

Anche a proposito dei Sinti e dei Rom, da Lui strenuamente protetti e difesi, non riuscii a stare zitto. “Grazie al nostro malatestianissimo Don non sono più nomadi! Infatti si trovano talmente bene da noi che non se ne vanno più…”

Quando istituì a Rimini il numero verde per le vittime delle Sette sataniche, non mancai di fargli pervenire, in un raccontino intitolato “Pronto parlo con Don Oreste?”, l’accorato appello telefonico da parte di Belzebù in persona il quale, fingendosi esausto e stressato per il superlavoro causatogli dalle continue evocazioni, si dichiarava la prima vittima delle Sette, scongiurandolo di far sapere a tutti, visto che era sempre in Televisione, che il Diavolo non esiste. Per esser così lasciato finalmente in pace…

Per non parlare del bambino vestito da diavoletto che feci suonare alla Sua porta per la festa di Halloween, da Lui giustamente esecrata. “Dolcetto o scherzetto?” Naturalmente niente dolcetto, ma una ramanzina da togliere il pelo. E allora…SCHERZETTO! Ed ecco il bambino varcare con un salto la soglia e trasformarsi in un Diavolaccio alto due metri… peraltro subito affrontato ed esorcizzato dal nostro imperturbabile Don!

Poi ci fu la serie dove, parodiando Guareschi, lo raffiguravo nelle vesti di un dinamico e intraprendente Don Camillo pronto a celebrare la messa di mezzanotte in discoteca, e per questo chiamato a colloquio e dissuaso (come si verificò veramente) dal preoccupatissimo Vescovo di allora. Per poi essere confortato, subito dopo dal Cristo appeso alla parete della Chiesa.

E ci fu la ‘ malatestiana’ legata alla protesta del Nostro contro la marca di una birra. La birra in questione, infatti si chiamava “cannabis” e per di più organizzava incontri promozionali denominati “Cannabis the party”. Ciò, sostenne Don Oreste, era altamente diseducativo potendo comportare dannose associazioni con l’uso permissivo di vere droghe quali la Cannabys, l’Hascisc e la Marijuana. Al che io, al solito, rincaravo la dose proponendo l’abolizione della parola “Eroina” inserita in contesti suggestivi quali “l’eroina del romanzo”, “l’eroina del film” o peggio di tutti “l’eroina della situazione”. Per non parlare del fascino perverso di certe insegne di negozio quali “Drogheria” e “Spaccio”. Finivo perfino col proporre alla Coca Cola, di cambiare denominazione…

PS: Dimenticavo di dirvi che Don Oreste era dotato anche di un notevole senso dell’umorismo. Le mie patacatine su di lui lo divertivano moltissimo.

Giuliano Bonizzato