Home___primopianoConcessioni di spiaggia scadute anche a Rimini, se istituzioni non agiscono tocca alla Procura

Di fronte all'inadempienza della politica la magistratura continua ad affermare l'illegittimità delle proroghe e l'obbligo delle gare


Concessioni di spiaggia scadute anche a Rimini, se istituzioni non agiscono tocca alla Procura


4 Maggio 2024 / Roberto Biagini

ll 9 Novembre 2021 l’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato con “le sentenze gemelle n. 17-18”, preso atto della non conformità della proroga al 31.12.2033 della scadenza dell’ efficacia delle concessioni demaniali marittime a scopo turistico ricreativo stabilita dalla “legge Centinaio 145-2018” (poi abolita) prevedeva un periodo di due anni, e cioè sino al 31.12.2023, affinché le istituzioni organizzassero le procedure di pubblica evidenza per consentire, per chi si volesse avvalere della modalità concessoria per l’ utilizzo delle spiagge, l’approntamento delle modalità di gara specificando anche che le linee guida, i criteri per le procedure stesse potevano essere già attinti dalla normativa euro unitaria (Direttiva Bolkestein, Trattato U.E.) e da quella nazionale (Codice della Navigazione).

Nonostante tale scadenza al 31.12.2023 sia stata poi legislativamente recepita dalla “legge Draghi” 118-2022″, le istituzioni, governo centrale e enti territoriali, salvo rare eccezioni (Elba-Jesolo), invece di adoperarsi dal giorno successivo della pubblicazione delle “sentenze gemelle” per approntare le gare, hanno volutamente deciso di adottare la classica ed ipocrita “politica italiana del rimpallino”, accusandosi di inadempienze reciproche adottando la semplice e banale scusa dell’impreparazione, sicuramente voluta, soggettiva e defatigatoria visto il tempo a disposizione (due anni e due mesi circa) e finalizzata esclusivamente a prendere (e perdere) tempo in attesa di eventuali provvedimenti normativi favorevoli.

Intanto l’Unione Europea continuava con la procedura di infrazione notificata nel 2020 inviando pareri con i quali rispediva al mittente anche la “farlocca ricostruzione” dell’abbondanza di spiagge per l’utilizzo commerciale inventatasi dall’attuale Governo con la vana speranza di un totale ripensamento da parte della U.E. Stesso discorso per l’altra istituzione U.E., la Corte di Giustizia, che con la sentenza (caso Ginosa) del 20 Aprile 2023, riconfermava l’obbligatoria disapplicazione di tutte le proroghe in corso da parte di tutti gli organi, amministrativi e giudiziari, dello Stato italiano. Sullo stesso piano delle istituzioni europee l’A.G.C.M., con i suoi poteri istituzionali, apriva procedure di contestazioni ai comuni costieri per violazione di norme anticoncorrenziali e li ammoniva a disapplicare le proroghe illegittime. Infine la magistratura amministrativa, sostituendosi suo malgrado alle inadempienze della politica, continuava e continua la sua produzione giurisprudenziale ormai consolidata nell’affermazione degli obblighi di gara e di disapplicazione delle proroghe non in linea con il diritto eurounitario da parte degli organi amministrativi e giudiziari.

Alla luce di questo quadro normativo-giurisprudenziale, noi chiediamo che le istituzioni comunali e statali, nell’adempimento dei propri doveri, applichino le regole dell’ordinamento giuridico su tutto il territorio riminese e che come accertino e sanzionino le attività imprenditoriali (o i singoli cittadini) sprovviste di titoli autorizzatori-edilizi nel territorio urbanizzato (alberghi, ristoranti, pubblici esercizi) lo stesso trattamento lo riservino, vista la scadenza delle concessioni al 31.12.2023 riconosciuta anche dal comune di Rimini nel suo atto di indirizzo del dicembre scorso, al comparto balneare e quindi sull’ arenile senza creare differenze tra cittadini di serie A e di serie B. Chiediamo infine alla Procura della Repubblica di intervenire, in adempimento dei propri doveri, nell’ eventualità tali organi istituzionali omettano di esercitare le proprie funzioni.

Roberto Biagini Coordinamento Nazionale Mare Libero.