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Economia di guerra? Rincari truffa, hotel e doppia morale, l’onorevole ci vuole solidali per forza


12 Marzo 2022 / Maurizio Melucci

L’economia di guerra di Draghi

L’Europa e l’Italia non sono in una fase di “economia di guerra”, ma il “futuro preoccupa” e “bisogna prepararsi”, soprattutto se il conflitto in Ucraina dovesse continuare a lungo. È il messaggio che Mario Draghi consegna ai capi di Stato e di governo della Ue riuniti nel castello di Versailles. Gli approvvigionamenti energetici sono un problema sempre più evidente, la scarsità di materie prime è ormai un dato con il quale bisogna fare i conti, l’agroalimentare rischia un tracollo legato all’aumento dei prezzi. Questa la situazione economica a cui vanno aggiunti il dramma dei profughi, la devastazione dei bombardamenti, i morti e feriti.

Poi vi è anche chi coglie l’attimo per operazioni pure di speculazione.

La speculazione sul prezzo della benzina

L’aumento esponenziale del prezzo dei carburanti che negli ultimi giorni è stato registrato nel nostro paese, è stato definito: “ingiustificato, non esiste motivazione tecnica di questi rialzi” che vengono addebitati alla situazione del conflitto bellico della Russia in Ucraina. A sostenerlo è il ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, secondo il quale la crescita dei prezzi “non è correlata alla realtà dei fatti, è una spirale speculativa su cui guadagnano in pochi”. Nei giorni scorsi ne abbiamo parlato, proprio in questi termini su queste pagine.

I bagnini e i rincari inesistenti

Ombrelloni, lettini, servizi da spiaggia: potremmo avere brutte sorprese. “I materiali ci costano anche il 40% in più – spiegano i bagnini – noi cercheremo di fare rincari più bassi”. La domanda sorge spontanea, quali materiali? Come è noto lettini ed ombrelloni non vengono rottamati e cambiati tutti gli anni, anzi. Le cabine e le passerelle vengono “rigenerate” con qualche barattolo di vernice. I bagnini hanno un consumo ridotto di energia elettrica e non usano il gas. I bagnini non sono bar e ristoranti. Forse il problema è un altro. I nostri operatori di spiaggia hanno bisogno di aumentare gli incassi ufficiali rispetto agli anni passati per gli eventuali indennizzi a chi non si vedesse riassegnata la concessione dopo i bandi. Gli eventuali indennizzi si possono fare solo in base agli incassi regolarmente denunciati. Nel passato la categoria non ha mai brillato nella denuncia dei redditi.

Gli albergatori la crisi, i profughi, la doppia morale

Grande preoccupazione tra gli operatori turistici. Da qualche giorno i telefoni delle prenotazioni sono silenti o quasi. Il rincaro delle bollette, il rincaro record dei carburanti, la guerra stanno frenando le prenotazioni turistiche. Vi è già chi fa stime di quanto sarà la riduzione nel 2022. Tutto molto presto, ma è certo che non si presenta un’estate semplice. Non è un caso che oltre 50 strutture ricettive solo a Rimini hanno già dato la disponibilità ad ospitare i profughi ucraini. Regione e protezione civile hanno stretto un accordo con gli albergatori che prevede un rimborso spese di 60 euro al giorno (con la pensione completa) per ogni profugo adulto ospitato, e 30 per ogni minorenne. Si tratta in molti casi di rimborsi ben superiori ai normali prezzi di mercato dell’ospitalità turistica. Nel passato le associazioni degli albergatori avevano chiesto “con forza che i profughi venissero ospitati in strutture al di fuori dalla fascia turistica”. Allora erano altri profughi. Oggi non vi sono distinzioni e polemiche da parte degli albergatori. Una doppia morale? Profughi di serie A e profughi di serie B?

Uno degli hotel che sta ospitando profughi

Le ucraine assunte negli alberghi, vigilare

Le profughe potranno essere occupate – con contratto di lavoro a tempo determinato – per un periodo variabile da 3 a 6 mesi, negli alberghi di Rimini e dintorni come cameriere ai piani, aiuto cucina e altre mansioni. Tutti i contratti – spiegano dall’associazione – “prevedono vitto e alloggio e questo consentirà un fortissimo risparmio di risorse economiche da parte dello Stato, riducendo, di fatto, il numero di alloggi da impiegare per l’accoglienza dei rifugiati”. Trecento ad oggi i posti disponibili.

Dopo anni di lamentele per la mancanza di personale negli alberghi, i profughi dall’Ucraina sono un’opportunità. Iniziativa tuttavia lodevole, ma da tenere sotto controllo con attenzione dalle istituzioni preposte. Contratti di lavoro regolari, condizioni di vitto e alloggio decorosi. A maggior ragione se vengono chiesti al governo sgravi contributivi per l’assunzione dei profughi.

La “guerra” delle vongole e la solidarietà imposta dall’onorevole

È crisi nera per i pescatori di vongole ravennati e il parlamentare forlivese di Italia Viva, Marco Di Maio, chiede al governo di caldeggiare, e se necessario imporre, un gesto di solidarietà da parte dei colleghi di Rimini. Nel mare di Ravenna vi è stata una ridotta crescita di vongole che le molte azioni di spostamento di zona di semina non hanno risolto. Inoltre la morìa di molluschi incide “pesantemente” sul volume d’affari del Consorzio ravennate. Questa la ragione che secondo l’onorevole dovrebbe imporre ai vongolari riminesi di far pescare anche i ravennati nel mare della provincia di Rimini. Sarebbe un precedente pericoloso. Imporre la solidarietà con la forza per creare consenso al parlamentare di turno del luogo. L’on Di Maio farebbe bene attivarsi per rimuovere le cause della moria delle vongole, che sono di natura ambientale.

L’Onorevole Marco di Maio

Maurizio Melucci