Home___primopianoIn Romagna un weekend di normale inverno poi ennesimo caldo anomalo

Una perturbazione in arrivo lunedì con scarse conseguenze e una più consistente a metà dell prossima settimana


In Romagna un weekend di normale inverno poi ennesimo caldo anomalo


13 Gennaio 2024 / Roberto Nanni

Nel fine settimana risentiremo degli effetti di un campo di alta pressione che già da venerdì 12 si è andato ad affermare sulle regioni settentrionali, ripristinando così delle condizioni più soleggiate e asciutte. Nonostante la situazione più tranquilla, la maggior stabilità e i cieli in prevalenza sereni saranno all’origine di un ristagno di aria più umida nei bassi strati in grado di favorire, oltre all’aumento della concentrazione di inquinanti sulle pianure, alla ricomparsa delle nebbie nelle ore più fredde della giornata: in particolare nelle valli appenniniche e lungo l’asse del Po. Il clima sarà freddo al mattino con gelate diffuse su zone collinari e aree di aperta campagna. Mentre le temperature, sopratutto quelle pomeridiane, tenderanno gradualmente a riportarsi attorno alle medie del periodo a partire da domenica 14. Di fatto, la presenza di una maggior ventilazione meridionale, collegata ad una circolazione depressionaria che nel frattempo si è andata già a formare sul Mediterraneo centrale, farà aumentare lievemente le temperature ma anche le nuvole: mantenendo sempre un clima pienamente invernale e con cieli che man mano diverranno più nuvolosi.

Saranno questi i primi segnali dell’avvicinamento di un nuovo sistema perturbato, che tra la notte di domenica e la giornata di lunedì 15 gennaio attraverserà rapidamente le regioni del Centro-Sud. Pur essendo l’evoluzione del tempo della prossima settimana assai incerta e ancora poco chiara, a causa di una dinamica atmosferica complessa che vede il nostro Paese in bilico tra l’aria fredda di origine continentale ed i flussi atlantici decisamente più temperati, il tempo in Emilia-Romagna dovrebbe restare, almeno nella sua prima parte, perlopiù stabile anche se contraddistinto da una maggior variabilità. Quindi, fatto salvo una temporanea infiltrazione relegata al passaggio del fronte freddo (perturbazione n.5) diretto dall’Europa centrale verso i Balcani che martedì 16 potrebbe lambire ancora una volta il versante Adriatico con qualche sbuffo d’aria di scarsa consistenza e fenomeni davvero poco significativi, al momento non sembrano profilarsi nuove irruzioni fredde. Il vero gelo molto probabilmente resterà confinato ad Oltralpe o ancor meglio sui settori più settentrionali dell’Europa, facente capo alla vasta circolazione di bassa pressione che è ormai semistazionaria da diversi giorni in prossimità della penisola scandinava.

Al contrario, allo stato attuale dei fatti, le proiezioni mostrano un possibile aumento delle temperature da metà settimana, con valori che potrebbero facilmente tornare a superare la norma. A suffragio di questa ipotesi ci sarebbe il movimento della gelida massa d’aria scandinava verso il vicino Atlantico, sul quale, nel frattempo staziona da circa 24 ore un ciclone extratropicale ribattezzato col nome “Ippolito”. Questa azione farà in modo di rinvigorire la Tempesta trascinandone i rimasugli sulla vicina penisola Iberica, ma, successivamente, potrebbe avere un ruolo importante anche su parte del Vecchio Continente. Secondo i modelli di elaborazione numerica questo vortice potrebbe diventare il protagonista assoluto del tempo su mezza Europa compresa tutta l’area mediterranea e, naturalmente, l’Italia. Il sistema frontale (perturbazione n.6) ben più organizzato rispetto ai precedenti potrebbe così raggiungere le regioni centro-settentrionali tra il 17 e il 18 gennaio portando un peggioramento più deciso al Nord, con piogge di un certo calibro e nevicate sulle Alpi a quote inizialmente anche relativamente basse. Nel contempo potrebbe richiamare correnti molto miti e umide di matrice sub tropicale sul nostro Stivale, associate a una forte ventilazione meridionale: in un’ottica che potrebbe rivelarsi molto mite su diverse regioni del Centro Sud. Dopo il 18 gennaio la situazione si fa ancora più incerta. Lo scenario più accreditato al momento è che si possa assistere a una nuova ondulazione del flusso atlantico contrassegnata da altri impulsi precipitativi ma con quantitativi attesi pressoché in linea con le medie del periodo. Mentre le temperature potrebbero tornare a subire una contenuta diminuzione. Sebbene si tratti di un’analisi e non di una previsione per la quale dovremo attendere i prossimi aggiornamenti.

• Tecnico Meteorologo AMPRO Meteo Professionisti
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• Consulente ambientale
(nell’immagine in partura: il monte Cimone il 12 gennaio)