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L'ultimo sfregio a uno degli edifici sacri più antichi del territorio di cui si sta tentando il recupero dopo anni di abbandono


Rimini, rifiuti edili scaricati alla chiesa di San Lorenzo in Monte


27 Febbraio 2024 / Redazione

“A San Lorenzo in Monte davanti al cancello della chiesa, sulla strada comunale hanno scaricato un camion di rifiuti speciali edili, guaina catramata ecc.. occludendo il passaggio alla chiesa e sul cantiere di restauro. Ho fatto questa mattina la segnalazione alla Polizia Municipale. Interverranno subito”. E’ la denuncia indignata di Marcello Cartoceti, archeologo di Ad’Arte, la società cui è stato affidato il restauro dell’antichissima chiesa sui colli di Rimini.

Secondo alcun residenti della zona, il gesto di inciviltà non sarebbe isolato. Qualcuno avrebbe notato un furgoncino, sempre lo stesso, aggirarsi nelle strade di questa area rurale e liberarsi furtivamente di materiali edili di scarto. Anche presso la stessa chiesa di San Lorenzo non è la prima volta che vengono abbandonati rifiuti di ogni genere, infissi e una volta anche una borsa che era stata rubata.

In quest’ultima occasione qualcuno ha imboccato il viottolo cieco che giunge sul retro della chiesa per poi scaricare i rifiuti speciali proprio davanti al cancelo del cantiere, occludendo completamente l’ingresso.

La chiesa di San Lorenzo in Monte è chiusa al culto dal 2004. La Diocesi di Rimini è riuscita ad ottenere un finanziamento dai fondi PNRR di 150 mila euro per eseguire almeno i lavori essenziali che la preservassero. Si sono demolite alcune parti incongrue, si sta provvedendo al rifacimento del tetto e al consolidamento della struttura. Si tratterà poi di valorizzare come merita uno dei patrimoni più preziosi del Riminese.

San Lorenzo in Monte è infatti uno dei più antichi e importanti edifici religiosi del territorio. Dai documenti risulta come “pieve” dall’anno 976, ma ancora prima era stata definita “basilica” in pergamene databili tra l’810 e l’816. I sondaggi archeologici hanno rivelato che quella basilica era molto più grande della chiesa attuale.

“Una basilica – spiega Cartoceti – di tipo ravennate a tre navate, con probabile abside, riferibile presumibilmente al VI secolo, con altre strutture annesse, presenti ed inglobate nell’area del campanile. Quindi il complesso di San Lorenzo doveva essere una delle chiese più grandi del nostro territorio”. L’unica navata sopravvissuta costituisce la chiesa attuale; quella di sinistra è scomparsa, l’altra fu inglobata della canonica.

Un tesoro che custodisce ancora tanti misteri da risolvere. Il più ingarbugliato riguarda i grandi rocchi di colonne di epoca romana che furono impiegati in abbondanza, fin nelle fondazioni, per costruire la chiesa cristiana. Insieme a loro, accanto alla chiesa e nei dintorni “da sempre” ci sono enormi capitelli corinzi, sempre di epoca romana. Solo che i capitelli non corrispondono alle colonne, sono molto più grandi; quindi dovevano appartenere a edifici diversi. Dedicati quali diviità? Fra i nomi antichi dei fondi agricoli soo stati trovati quelli di Minerva e di “Beleno”, una sorta di Giove celtico. San Lorenzo fu eretta sopra uno di questi templi? Finora non è stato possibile accertarlo. Si spera che il cantiere in atto possa dare qualche risposta anche a queste domande.

Carlo Tonini accanto a uno dei capitelli di San Lorenzo ai primi del Novecento