Per la Biblioteca comunale di Riccione, il 2024 che volge al termine, la Biblioteca comunale di Riccione registra un bilancio più che positivo attraverso un “wrapped” sui propri canali social, ripercorrendo numeri, curiosità, traguardi e tendenze letterarie che hanno accompagnato i lettori di ogni età nel corso dei mesi. Attraverso immagini colorate e un sottofondo musicale, il resoconto annuale illustra in modo dinamico i dati positivi dell’anno. Sono stati coinvolti 2.130 bambini e bambine nelle diverse attività organizzate per varie fasce di età, tra letture animate, laboratori di fotografia, corsi di fumetto e approfondimenti sul lavoro svolto in biblioteca. Il numero è destinato a crescere ulteriormente con le iniziative previste per le festività natalizie. Nel 2024, i libri presi in prestito sono stati ben 36.996, con alcuni di essi richiesti più volte. “La Biblioteca di Riccione è sempre stata un luogo dove la cultura prende vita, un punto di riferimento per i cittadini di ogni età - commenta la vicesindaca e assessora alla Cultura Sandra Villa -. Le nostre iniziative, pensate per coinvolgere i lettori in modo diretto e attivo, continuano a riscuotere un grande successo, e non vediamo l’ora di continuare a offrire opportunità di crescita culturale per tutti. Il resoconto
L'assessore alla Cultura del Comune di Rimini, Michele Lari interviene nel Consiglio comunale di ieri sera sul tema del Teatro Galli, delle sue dotazioni storiche e non solo. “Questa amministrazione sta dimostrando una grande attenzione verso il patrimonio artistico e culturale della città, come testimoniano numerosi interventi significativi- spiega Lari -.Tra questi, la riqualificazione del percorso del ‘300 nel Museo della Città è un esempio emblematico. Inoltre, la statua di Giulio Cesare, per la prima volta trattata come un bene culturale, è attualmente in restauro. Stiamo collaborando con un importante ente di restauro per interventi sul Bellini, un simbolo del nostro museo, e abbiamo recentemente acquisito la biblioteca personale di Federico Fellini, composta da oltre 2.000 volumi, arricchendo ulteriormente le nostre collezioni. Parallelamente, sono in corso grandi operazioni di restauro, sostenute anche dall’introduzione di strumenti moderni come l’Art Bonus, che ci hanno permesso di coinvolgere attivamente cittadini e istituzioni. Due esempi di successo sono gli interventi sul Tempietto di Sant’Antonio e sul Capitello di Roberto Malatesta, simboli di una virtuosa collaborazione tra pubblico e privato". L'assessore chiarisce l'argomento del Teatro Galli: "Sul tema del Sipario storico del Galli, è importante chiarire che il progetto avviato nel 2019 era uno studio di fattibilità
Inkiostro, il mensile di attualità e cultura di Rimini edito da Ennio Zangheri, ha un nuovo direttore responsabile. Si tratta di Salvatore Barbieri, già giornalista del Corriere Romagna. Il numero di dicembre, il primo firmato dal nuovo direttore, verrà presentato oggi pomeriggio, alle 17, al ristorante Il Passatore di Santarcangelo. In copertina un'intervista a Dante Ferretti, scenografo premio Oscar e grande amico e collaboratore di Fellini, firmata dallo stesso direttore.
A sò e’ caplèt mèż amigh, e sa mè nu fa e’ zigh, vérz jèćć, guèrdme bèin, nu ciapme per un turtlèin. Tan mi pò fè e’ dispèt, da non arcnòs e’ caplèt, s’tam diš ch’a sém uguèl, ut téca mèt só jucèl. A sém dó bei èšémplèr, bènché in particulèr, ui sia pjó d’na difèrèinza, tla fórma e tla sustènza. Me turtlèin mè al rispèt, żà ch’u n’à nisun difèt, a sém dla stèsa famèja, e parèć u m’asurmèja. Mè a sò pjó cunsistèint, ló forse pjó élèghènt, mo tótt dó d’una buntà, se masim dla qualità. Mè a sò gròs e ló l’è znin, ló mèz švóit, mè bèl pìn, mè sla fórma de capèl, e ló sa quela d’un anèl. Ló cumè una caramèla, pin d parsót e murtadèla, mè cumè un bèl maròun, pin ad chèrna e’ furmaj bòn. E u n’è ancóra abastènza, żà che mè ò na bèla pènza, isé che da mè ui vèin, zirca un pèra ad turtlèin. E mè in cunclušiòun, ò duméla e pjó rašòun, per èss e’ rè dla Rumagna, a déta ad chi ch’um magna, Mo sicur che mè e e’ turtlèin, a séma parèint da všèin, ènca ló ad sangue bló, ré da Bulagna in só. Ivano Aurelio Muratori IL CAPPELLETTO RE DI ROMAGNA Sono il cappelletto mezzo amico, e con me non fare il cieco, apri gli occhi, guardami bene, non prendermi per un tortellino. Non mi puoi fare il dispetto, di non
Un tesoro ritrovato. Sabato 7 dicembre, alle ore 11.30, andrà in scena un importante appuntamento con l’arte e la cultura per Rimini: il Museo della Città “L. Tonini” presenta la nuova acquisizione del museo, resa possibile grazie alla generosità di Alba Della Bordella ed Enrico Fabbri attraverso l’Art Bonus. [caption id="attachment_500663" align="alignnone" width="1024"] Giovanni Sassu e Giulio Zavatta[/caption] Saranno il direttore del Museo, Giovanni Sassu, e Giulio Zavatta, professore dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, a raccontare questa opera: il capitello proveniente dallo scomparso Palazzo del Cimiero di proprietà di Roberto Malatesta, detto il Magnifico (1441/1442-1482), figlio naturale di Sigismondo, figura centrale nella storia della città. La conferenza offrirà un approfondimento sulla storia dell’opera, del luogo dal quale proviene, sul contesto culturale della Rimini quattrocentesca e sul processo che ha portato il capitello a diventare parte del patrimonio pubblico. Un’occasione unica per riscoprire le radici storiche di Rimini attraverso il racconto di una delle sue famiglie più illustri: i Malatesta. L’opera è un importante tassello della storia artistica e architettonica della città che va ad arricchire le collezioni pubbliche di Rimini trovando posto nel recentemente rinnovato percorso espositivo “Nuove storie, antiche meraviglie” che racconta il Medioevo e il primo Rinascimento. Info: www.museicomunalirimini.it | musei@comune.rimini.it
A Rimini si “tolgono i veli” al Tempietto di Sant’Antonio da Padova, in piazza Tre Martiri. E’ alle battute conclusive l’importante intervento di restauro condotto negli ultimi mesi al monumento, uno dei simboli storici, artistici e culturali della città. Martedì 17 dicembre, alle ore 12.30, è prevista la riconsegna del Tempietto, alla presenza del sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad, del vescovo mons. Nicolò Anselmi, dei rappresentanti della competente Soprintendenza e della ditta che ha curato l’intervento e dell’imprenditore Bonfiglio Mariotti, presidente del gruppo informatico riminese Bluenext, che ha sostenuto il restauro attraverso il contributo Art Bonus per circa 200mila euro. I lavori alla celletta cinquecentesca sono partiti a maggio, affidati alla ditta ETRA specializzata nel restauro di beni storici e tutelati con la supervisione della Soprintendenza e hanno interessato sia la parte esterna, con la pulitura complessiva della Pietra d’Istria e della pietra di San Marino, tornate a splendere nel loro colore originario, sia la parte interna, con il consolidamento degli affreschi e della scultura lignea, oltre all’adeguamento degli impianti, delle coperture e degli infissi.
Il Teatro degli Atti di Rimini dall’11 al 23 dicembre 2024 è pronto per indossare una nuova veste grazie a L’Attico - Club Temporaneo, un progetto ideato dal Collettivo L’Attico per il Comune di Rimini in collaborazione con Rimini Jazz Club, Risuona Rimini e Musica di Seta. L’iniziativa è realizzata anche grazie al contributo di Concessionaria Errepiù, Gruppo SGR e Studio Il Volante. L'Attico è uno spazio di residenza, un teatro arredato, un perimetro riletto in cui un gruppo di artisti sperimenta liberamente presidi musicali, confronti necessari, laboratori programmati e jam session estemporanee. L'Attico è un luogo da abitare, una finestra che guarda la città con occhi spalancati e la invita all'incontro e alla festa. Durante le due settimane di attività di questo temporary club, saranno proposti spettacoli e concerti frutto delle residenze artistiche, così come riletture di progetti artistici preesistenti che in questo spazio prenderanno nuova forma. «L’Attico è una sfida e una responsabilità che ci è stata affidata dall’Assessorato alla cultura della nostra città che tutti noi amiamo e viviamo – commenta il Collettivo L’Attico –. Le cose dell’Arte cambiano il mondo! Trasformare il teatro, cuore del centro storico in club temporaneo! Eureka! Eppure è anche e soprattutto un gioco
"Il delitto di Saman Abbas". Sabato 7 dicembre, alle 18:30, il Palazzo del Turismo ospiterà la presentazione del libro scritto da Giammarco Menga, giornalista e inviato del programma televisivo Quarto Grado in onda su Rete 4. Il volume ripercorre uno dei casi di cronaca nera più sconvolgenti degli ultimi anni, la tragica vicenda della diciottenne pakistana Saman Abbas, uccisa dalla sua famiglia a Novellara (Reggio Emilia) nella notte tra il 30 aprile e il 1° maggio 2021 per aver rifiutato un matrimonio combinato. Il corpo della giovane verrà ritrovato un anno e mezzo dopo la sua scomparsa, in un luogo poco distante da dove era stata ripresa l’ultima volta da una telecamera di sorveglianza. Saman sognava di studiare come tante sue coetanee, di vivere liberamente la sua relazione con il fidanzato, ma si è scontrata con una cultura fortemente collettivistica che voleva imporre un matrimonio combinato e preservare la rispettabilità della famiglia. In un atto estremo e crudele, i suoi stessi genitori si sono resi mandanti dell’omicidio, temendo il giudizio della comunità pakistana. Attraverso una narrazione che intreccia rigore giornalistico ed empatia, Giammarco Menga analizza ogni dettaglio del caso, dagli ultimi istanti di vita di Saman alle indagini e agli sviluppi processuali. Il
LA FÒLA DI CAPLÉT I bòn caplét in Rumagna, l’è da mo’ ch’is magna, èmènc da pèrta di sgnur, i Maltèsta i jà magnè sicur. Cla famèja asà putèinta, lan magnéva la pulèinta, una ròba da purétt, mo sèinz'èltre di caplét. Sigišmänd żà d’alóra, l’avrà vù quèlc ażdóra, ‘na cóga, sina ‘na mèstra, bona da fèi cla mnèstra. Sia ló che l’Išòta, i l’àvrà tròva còta, sla tèvula ch’javéva, te castèl du ch’ i magnèva. L’è una supušiziòun, mo e’ pò ès suzès da bòn, però quèl che l’amènca, l’è chèrta ch’la chènta. U jè sultènt una fòla, ch’la risél m’alóra, quand tra Modèna e Bulagna, u jéra ròzna e rägna. Venere intraprendèinta, te mélatrézentzinquènta, la dà ‘na mèna mi Mudniš, ch ‘i dà la pèga mi Bulgniš. Pu las fèrma tna lucanda, du ch’la dorma a la granda, e’ lucandièr, bel amig, ad nòta u jà guèrs e’ blig. U l’à studiè bèin bèin, e l’à trat fóra i turtlèin, uguèl de blig dla déa, l’avù ‘na bèla idéa! A prupòšit di caplét, qualcosa l’è stè scrét, da Tassoni te sézént, te pin de Rinasimèint. U jè tla “ Secchia Rapida” una zèina sèrvida, sla zunzèza, capun, turtlét, jantenèd di nòst caplét. Uguèl per l’autór, me blig dla dea dl’amór, ad Venere bèin intèš, sèimpre léa in tótt i chéš. Per avè un ducumèint, bšägna aspitè l’òtzént, quand che e’ bon Napuleòun, e’ vò una rèlaziòun, s’juš ch’u jè in Rumagna, e sa quel ch’us bév e us magna, Ui scriv e’ Prèfèt d’
Da un’idea di Andrea Guerra e organizzato dall’Associazione culturale Tonino Guerra di Pennabilli, torna dal 9 al 15 dicembre il festival diffuso tra grande cinema, poesia e letteratura “Luoghi dell’anima - Italian Film Fest”, dedicato in questa sua quinta edizione a Andrea Purgatori. Il festival avrà un’anteprima lunedì 9 dicembre al cinema Fulgor con una serata organizzata assieme al Comune di Rimini per ricordare il noto giornalista e autore, molto legato alla città e sempre presente nelle occasioni che ne hanno segnata la vita culturale più recente. Il 9 dicembre alle ore 21 al cinema Fulgor saranno presenti i giornalisti Steve Della Casa e Laura Delli Colli, il figlio, l’attore Edoardo Purgatori, i registi Marco Tullio Giordana e Lorenzo Scurati. Insieme a loro Andrea Purgatori verrà ricordato non solo come grande giornalista di inchiesta e per le sue sceneggiature e i suoi saggi, per i programmi televisivi di cui è stato autore, ma anche per i suoi ruoli di attore e la sua garbata e divertita partecipazione a film come, fra gli altri, Fascisti su Marte di Corrado Guzzanti, Posti in piedi in paradiso e L'abbiamo fatta grossa di Carlo Verdone e il suo indimenticabile cameo nella serie Boris nel ruolo dell'avvocato Kalemzuck (l’ingresso è gratuito ma è consigliata la prenotazione scrivendo a:
Per l'affabulatore e narratore Roberto Mercadini, la parola è essenza del suo mestiere e della sua arte. Ai poteri della parola è dedicato lo spettacolo che l’attore e scrittore porterà in scena giovedì 5 dicembre (ore 21, fuori abbonamento) al Teatro Galli, per un monologo che Mercadini descrive come “un inno agli inni, un discorso sul fare discorsi, una dichiarazione d'amore per le dichiarazioni, un desiderio che si avvera nel momento stesso in cui viene espresso”. Un racconto che parte dalla moltiplicazione delle lingue dalla Torre di Babele, “alla bellezza che fa ammutolire. Paradossi e prodigi del linguaggio. Narrazioni ebraiche, indiane, maya, sacre, profane, mitiche, storiche, cosmiche, private”. Narratore, autore-attore, scrittore, poeta e divulgatore, Roberto Mercadini si esibisce in tutta Italia con oltre 100 date all’anno, presentando monologhi che spaziano dalla Bibbia ebraica all’origine della filosofia, dall’evoluzionismo alla felicità, dai grandi interpreti della letteratura ai temi sociali come bullismo, ambiente ed ecologia. Nuovamente protagonista nella Stagione riminese, così descrive i suoi lavori teatrali: “Sui miei spettacoli c’è pochissimo da dire. Frequento una forma di teatro essenziale fino alla scarnificazione; un teatro che non ha nulla di moderno perché è primordiale, atavico. Parlo. Non ci sono costumi, scenografie, oggetti di scena, musiche, cambi luce.
Quest’anno, il Natale di Riccione Paese si ispira alla sostenibilità. Il racconto del mistero della Natività prende vita attraverso i materiali di scarto, trasformati dalla maestria di Alessandro Romani in risorse preziose per creare presepi artistici unici e particolari. Dall’8 dicembre al 6 gennaio, oltre 30 vetrine delle attività commerciali di corso Fratelli Cervi ospiteranno la mostra “Presepi in Paese”, composta da opere realizzate interamente con materiali di recupero, illuminate e proposte in diverse forme e dimensioni. L’esposizione, diffusa nelle diverse vetrine, metterà in scena le piccole opere d’arte create appositamente per l’antico borgo da Alessandro Romani, un artista a tutto tondo che si è distinto a Riccione per la sua creatività. Romani, noto per le sue creazioni di costumi teatrali e artistici, mosaici, mascotte, scenografie per discoteche e parchi divertimento, ha orientato negli ultimi anni la sua arte verso l’uso esclusivo di materiali riciclati e reperiti in natura. Legni marini, sassi, corde e cortecce vengono trasformati con abilità in opere singolari e affascinanti, che uniscono tradizione e sostenibilità. “Presepi in Paese” è un’iniziativa che fonde tradizione, arte e sostenibilità, rendendo il Natale di Riccione Paese ancora più speciale. La mostra è ideata e curata da Roberta Bagli, promossa dal Comitato