San Marino, Gerardo Giovagnoli: “Non saremo più extracomunitari”
1 Giugno 2024 / Paolo Zaghini
Sono 37.600 gli elettori sammarinesi chiamati alle urne il 9 giugno per il rinnovo dei 60 consiglieri del Consiglio Grande e Generale. Che poi, a sua volta, nel dopo elezioni dovrà eleggere il nuovo Governo composto, come prescrive la legge, da 10 membri.
23.433 sono gli elettori interni, ovvero i cittadini che risiedono a San Marino; 15.012 gli elettori esterni, ovvero cittadini sammarinesi residenti all’estero. Alle elezioni dell’8 dicembre 2019 gli elettori esteri che rientrarono a San Marino per votare furono solo 1.057. Gli elettori erano 34.511. I votanti complessivi furono 19.234 pari al 55,73% degli aventi diritto.
Questa mattina sono andato ad intervistare Gerardo Giovagnoli nella sede del PSD alla Murata. Per arrivarci ho attraversato tutto San Marino e non mi è sembrato un Paese che fra una settimana va al voto. Pochissime bacheche elettorali in giro, seminascoste; al bar per un caffè neanche un volantino o un bigliettino per le preferenze. Le norme rigidissime imposte dal Segretario di Stato agli Interni, Gian Nicola Berti, hanno costretto i partiti sammarinesi al semisilenzio: le riunioni nei Castelli hanno visto finora pochissima partecipazione; le regole vincolanti e rigide dei dibattiti politici su San Marino RTV, per una pretesa par condicio, neanche la peggiore TV italiana li manderebbe in onda (partecipazione di tutti i partiti in corsa assieme: 3 minuti per presentarsi, 3 minuti per rispondere o approfondire un tema, 2 minuti per il giro finale. Il tutto moltiplicato per gli 8 partiti che si presentano alle elezioni. Una noia mortale).
Il tutto per dire che fra le forze politiche sammarinesi serpeggia una grande preoccupazione sul possibile ulteriore aumento dell’astensionismo, nonostante il record dei candidati presentati dai partiti in questa tornata elettorale: 291, un numero mai raggiunto prima. Probabilmente nei prossimi giorni assisteremo ad un invito pressante di tutti i partiti ai sammarinesi per andare a votare. La posta in gioco in queste elezioni è alta: nei prossimi anni si giocheranno partite fondamentali per il futuro della Repubblica: in Europa, sullo sviluppo economico, sulle scelte del welfare per dirne solo alcune. L’esito delle singole liste determinerà la composizione del prossimo Governo che dovrà decidere su queste questioni.
Giovagnoli è ottimista per il risultato elettorale che il suo Partito potrà ottenere: “Riteniamo che la percezione dei sammarinesi sull’azione del nostro Partito in questi ultimi anni sia positiva. Abbiamo riscontri in tal senso”. Nel 2019 il PSD era coalizzato con altre forze politiche nella lista “Noi per la Repubblica” (che ottenne il 13,13% dei voti) ed elesse qui i suoi 3 consiglieri.
Gerardo Giovagnoli, 48 anni (è nato il 31 maggio 1976), laureato in ingegneria elettronica, insegnante al Centro di formazione professionale. Segretario del PSD (formatosi nel 2005) dal luglio 2009 al settembre 2013, e poi nuovamente dal novembre 2018 ad oggi. In Consiglio Grande e Generale dal 2012 al 2016 e poi dal 2019 ad oggi. Presidente della Commissione d’inchiesta sulle crisi bancarie e finanziarie in questa legislatura. Membro dell’Assemblea del Parlamento del Consiglio d’Europa dal 2012 al 2016, e poi nuovamente dal 2019 ad oggi. Vice-Presidente dal 2014 al 2016, E’ un politico preparato, che ben conosce la realtà del suo Paese che vuole indirizzare verso un futuro migliore.
Nell’ultimo quinquennio ha guidato il suo Partito nel governo composto da DCS, Noi per la Repubblica (la coalizione in cui era anche il PSD) e da Rete (sino alla sua uscita nel 2022). Contribuendo alle scelte importanti compiute per il Paese, in un delicato equilibrio per non consentire alla DCS una situazione di status quo a lei più congeniale piuttosto che scelte riformiste necessarie e ormai indispensabili per costruire il futuro della Repubblica.
La scelta di aprirsi ad un confronto prima, e poi ad un’alleanza elettorale con “Libera” ci dice “è stata una scelta politica precisa, della volontà comune di superare una divisione fra le forze riformiste e progressiste di San Marino prolungatasi per troppo tempo. Ritengo che questa nostra alleanza sia la vera novità di queste elezioni e sono certo che gli elettori sammarinesi la apprezzeranno premiando elettoralmente noi e Libera”.
Al di là del programma congiunto delle due formazioni politiche, Giovagnoli rivendica il ruolo di attore principale del lungo cammino che ha portato San Marino, nei prossimi mesi, ad associarsi all’Europa. “Sin dal referendum propositivo tenutosi nel 2013 il PSD è stato il motore delle iniziative che ci hanno portato finalmente a raggiungere il traguardo che ci eravamo prefissati. L’accordo che andremo a firmare è ricco di articoli che dovremo gestire: l’art. 80 prevede la nomina di una commissione politica composta da 4 membri del Consiglio Grande e Generale, 4 membri del Parlamento di Andorra e da 4 membri del Parlamento europeo. Questa Commissione ci consentirà di dialogare direttamente con il Parlamento europeo, pur non eleggendo noi alcun consigliere direttamente. Ci dice che noi non saremo più extracomunitari e che faremo parte del Mercato economico europeo. L’art. 16 equipara i titoli di studio dei sammarinesi a quelli degli altri paesi europei e apre ai nostri studenti la possibilità di accedere al programma Erasmus. E così via. Ogni articolo impegna noi e l’Europa su tanti temi a partire dalla sua firma. Tranne che per gli accordi sul sistema bancario su cui, su nostra richiesta, avremo ancora 15 anni per adeguarci agli standard europei e per consentire a banche di altri paesi di entrare in Repubblica e alle nostre di andare in altri paesi europei”. I problemi, fuori dai denti, sono la scarsa patrimonializzazione delle banche sammarinesi e la loro bassa raccolta di fondi.
“Noi siamo gelosissimi della nostra indipendenza, ma occorre prendere atto che il mondo globale ha cambiato la faccia al mondo attuale e noi dobbiamo avere piena consapevolezza che c’è un dare e un avere, che la concorrenza non è un nemico a priori.
Condividiamo con ‘Libera’ quanto scritto nel Programma comune sulla sanità (‘la medicina di base deve tornare ad essere il fulcro della sanità sammarinese’, ‘dotare il sistema sanitario di strutture ed apparati tecnici all’avanguardia’, ‘valorizzare e difendere la professionalità del personale medico e paramedico’), su una politica economica per lo sviluppo ed il benessere del Paese e dei suoi cittadini, per un bilancio dello Stato finalizzato alla crescita economica e per una ristrutturazione del debito pubblico estero oggi troppo caro (il tasso è del 6,5%) e non finalizzato ad investimenti. Ma anche sulla valorizzazione della neutralità attiva di San Marino e sul recupero dei ritardi sui diritti civili e le libertà individuali (in particolare quelle che coinvolgono i diritti delle donne)”.
Riepilogando: “Il PSD opererà per un servizio sanitario pubblico, gratuito e potenziato; per misure per ricreare delle prospettive di vita per i nostri giovani a San Marino; per la certezza del diritto; per interventi integrati per la soluzione dell’emergenza abitativa; per politiche per una San Marino green e autonoma energeticamente; per la rifondazione del sistema bancario, per facilitare l’accesso al credito e per ridurre il costo del denaro; per un piano strategico per il turismo che ci permetta di consolidare e accrescere i già buoni risultati degli ultimi anni; per programmi innovativi di valorizzazione e promozione del patrimonio culturale, educativo e scolastico; per il sostegno alle famiglie per una nuova natalità; per la cura e l’assistenza alle persone anziane, fragili e con bisogni speciali”.
Sulla necessità di una nuova politica territoriale, Giovagnoli, al di là di quanto scritto nel Programma comune, vola più alto affermando che forse un nuovo PRG non è più sufficiente a far fronte ai nuovi temi ambientali che ci stanno davanti. “Mi piace molto l’idea che la Regione Emilia-Romagna ha imposto ai suoi comuni: il nuovo strumento urbanistico a cui tutte le realtà comunali stanno lavorando si chiamerà PUC (Piano Urbanistico Comunale) e prevede una infinità di novità riguardanti la pianificazione urbanistica di un territorio. Credo che noi dovremo guardare a questa esperienza per capire come muoverci in modo nuovo”.
E anche sulla politica energetica della Repubblica Giovagnoli vuole guardare avanti: “Non è possibile che noi ogni anno spendiamo all’estero 50 milioni di euro per acquistare energia. Noi abbiamo lavorato molto per potenziare al massimo la produzione di energia pulita con il fotovoltaico, imponendo anche precise regole per la sua costruzione: ma questa copre solo il 10% del nostro fabbisogno energetico. Vogliamo introdurre anche qui idee nuove che ci possano consentire consistenti risparmi per l’acquisto di energia”.
“Il nostro sviluppo economico deve prevedere nuove infrastrutture, sia fisiche che digitali. Bene la cablatura di tutto il territorio: è stato un investimento ben fatto ed importante. Lo stesso non posso dire per la rete telefonica sammarinese che non è ad un livello adeguato alle nostre necessità e su cui il nuovo Governo dovrà intervenire”.
“La nostra azienda multiservizi (luce, acqua, gas, rifiuti) è fondamentale per la qualità della vita in Repubblica. Ma noi vorremmo che questa azienda migliorasse ancora, ed operasse con vigore nei settori innovativi dei servizi pubblici. Ha il know how e le risorse per farlo. Aiutiamola a compiere le scelte necessarie”.
Infine Giovagnoli ci fa una battuta in merito ad una economia più equa: “San Marino non ha l’IVA. Siamo gli unici in Europa. Vogliamo continuare ad essere degli alieni?”.
La lista dei candidati consiglieri del PSD vede in campo 31 nomi. Una lista che ha al proprio interno i 3 consiglieri uscenti (compreso il Capitano reggente in carica S.E. Milena Gasperoni), i 2 segretari di Stato al Governo, il Capitano reggente del Castello di Città, nonché il ritorno alla politica di 4 ex consiglieri. Candidati dunque con esperienza, ma c’è anche la presenza di diversi giovani: fra questi Alice Casadei Menghi, la più giovane, classe 1999.
L’head line della campagna elettorale del PSD è “La Repubblica più grande del mondo”. Ovvero, dice Giovagnoli, “abbiamo potenzialità, abbiamo fatto passi da giganti in molti campi, abbiamo una economia matura capace di affrontare i mercati globali, siamo capaci di riformarci ed innovare dove serve. Per tutto questo il PSD crede che possiamo vincere la sfida che l’ingresso nel mercato europeo ci impone, mantenendo però le nostre specificità, costruendo esempi anche per altri nei settori solidaristici e rafforzando lo stato sociale, di cui il nostro Paese può essere orgoglioso. Per fare queste scelte la politica sammarinese deve togliere lacci e lacciuoli alla Pubblica Amministrazione, riformando con coraggio tutti gli istituti dello Stato che abbiamo ereditato dal passato e farlo senza paura”.
“In questo nuovo scenario che si va delineando dobbiamo saper usare i vantaggi del nostro essere una terra piccola, libera e sovrana. Solo così saremo una grande Repubblica”.
Paolo Zaghini