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Sergio Lepri, il poeta segreto


6 Marzo 2017 / Paolo Zaghini

Sergio Lepri: “Dè par dè. Par zarchè ad svarnè. Poesie in dialetto romagnolo”. Pazzini Editore.

Sergio Lepri lo conosco da sempre, ma in tutt’altra veste che di autore di poesie in dialetto romagnolo (meglio santarcangiolese). Sergio è nato a Santarcangelo nel 1935. Impegnato in politica sin da giovane, dal 1960 al 1968 è consigliere comunale e assessore nel suo comune di nascita, per divenire poi funzionario e dirigente sindacale a Rimini, Bologna e Roma sino al 1983. Al suo rientro a Rimini assume responsabilità varie all’interno della Lega delle cooperative.

Praga, 1968. Da sinistra, Flavio Nicolini, il sindaco di Santarcangelo Giordana Ricci, Filippo Tassinari e Sergio Lepri

Praga, 1968. Da sinistra, Flavio Nicolini, il sindaco di Santarcangelo Giordana Ricci, Filippo Tassinari e Sergio Lepri

Una piacevole sorpresa quella che Lepri ora ci regala con questa raccolta di testi poetici, nel modulato dialetto santarcangiolese, pieno di dittonghi. Ci rivela che è una vita che scrive, solo per suo diletto e per pochi amici e familiari, questi testi poetici. Questo è il suo secondo volume: il primo fu “Al mulàighi d’un pasaròt” (Panozzo, 2008). In entrambi i volumi le poesie attingono alla sfera dei ricordi dell’Autore: “sono immagini, sensazioni, pensieri, stati d’animo. Sono il sentire, l’ascoltare la propria ed altrui quotidianità”.

T’AT GUÈRD. T’at guèrd te spèc / e ta t’incòrz che e’ tèmp / e ciàpa sempra la su pèrta.
(TI GUARDI. Ti guardi nello specchio / e t’accorgi che il tempo / prende sempre la sua parte.)

E ancora:

A STÀGH ZÈT. A stàgh zèt e a guèrd / dròinta i mi pensir / travers i spràj d’na luce / chi pàs da ‘na pòrta / pèna scustèda.

(STO IN SILENZIO. Sto in silenzio e scruto / dentro i miei pensieri / attraverso i raggi di una luce / che passano da una porta / appena accostata.)

CHE BSÒGN… Che bsògn cui è ad butè / pr’aria quèst o quèl, / si ànn ui pènsa e’ tèmp, / senza che te t’mòva un dàid / ui pènsa lèu a sprachè / e spargi in zòir / tòtt iniquèl.

(CHE BISOGNO… Che bisogno c’è di buttare / all’aria questa o quella cosa, / con gli anni ci pensa il tempo, / senza che tu muova un dito / ci pensa lui a rompere / e buttar via / ogni cosa.)

36 - Lepri

Nel nuovo libro c’è una appendice dedicato allo “zio Fafin ad Jach”, ovvero Balilla Nicoletti (1914-2008) storico personaggio di Santarcangelo. “Alla morte si sopravvive finché in qualcuno o in qualcosa resta di chi ci ha lasciati un segno, un ricordo”. Partigiano, militante dell’ANPI, “Fafin” è stato “un personaggio sanguigno, irruente contestatore, ma soprattutto fantasioso ed altruista, pronto ad impegnarsi di persona per chi ne avesse bisogno, del quale, l’amico di sempre, Tonino Guerra, disse: Fafìn? Una delle figure più calde ed oneste che abbia mai incontrate nella vita e vorrei che Santarcarcangelo lo ricordasse per una indicazione di fedeltà ad un’idea senza portare molestia agli altri”. Lepri nei testi a lui dedica evidenzia come l’amore per la pace fosse nato in Fafìn dopo aver assistito agli orrori della guerra in Russia, aggiungendo – a proposito dell’impegno politico dello stesso Fafìn – la generosità con cui questo era portato avanti, con un dispendio di forze molto lontano dall’attuale visione negativa della politica.

La poesia MA FAFÌN Lepri gliela dedicò in occasione dei suoi 83 anni nel 1997:

Ai avèm arcòrd che tra trì dè / e’ sarà e’ su compleàn / utentatròi i n’è pòch! / A l’avèm santòi dòi cl’è / ormài stòf, e pensè / che du minèud pròima / l’avèva guèrs sa di òcc / che ancàaura i lusèva / d’na gràn vòja / ‘na burdèla frèsca / che tòta pacàuna / la psèva drèta / te bel mèz dla plàza.

(A FAFÌN. Gli abbiamo ricordato che fra tre giorni / sarà il suo compleanno / ottantatre non sono pochi! / L’abbiamo sentito dire che è / ormai stanco, e pensare / che due minuti prima / aveva guardato con occhi / che ancora brillavano / di tanta bramosia / una ragazza fresca / che tutta altezzosa / passava impettita / nel bel mezzo della piazza.)

Paolo Zaghini