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E noi comuni mortali secondo alcuni giornali dovremmo compatirlo


Il povero principe a reggere la famiglia da solo


21 Gennaio 2024 / Lia Celi

Chi ha parenti stretti ospedalizzati e deve contemporaneamente badare al resto della famiglia probabilmente oggi avrà altro da fare che leggere questa mia rubrica, e dubito che durante la settimana si sia dedicato o dedicata alla lettura dei giornali, già è molto se avrà avuto il tempo per respirare. Ed è un peccato, perché forse ci avrebbe trovato un piccolo motivo di sollievo, e forse di orgoglio: finalmente ha almeno una cosa in comune con il principe William d’Inghilterra. Il povero ragazzo (ultraquarantenne, a dire la verità, e pure pelato, ma per i media resta sempre l’orfanello di lady Diana) in questi giorni deve fare i conti con i concomitanti ricoveri di sua moglie Kate, per una non meglio precisata patologia all’addome, e del suo regale padre Carlo, la cui prostata ingrossata necessita di un intervento.

Non c’è bisogno di un particolare attaccamento alla corona britannica per augurare pronta e completa guarigione ai blasonati pazienti, se non altro perché così i giornali italiani smetteranno di pubblicare articoli come quello apparso venerdì scorso su Repubblica, che a dispetto del nome ha un cuore che batte per la monarchia, almeno quella inglese: «William solo con i figli: su di lui tutto il peso di corona e famiglia». Lo leggi e tutta la simpatia umana per una persona alle prese con disavventure mediche di congiunti, duole dirlo, sfuma come neve al sole.

Abbiamo visto tutti qualche puntata di The Crown, l’ormai leggendaria serie inglese sui Windsor visibile su Netflix. Conosciamo lo stile di vita dei regnanti inglesi, a cominciare dal nugolo di valletti, paggi, segretari e addetti alla persona su cui ognuno dei Royal può contare fin dalla più tenera età. Quando William è solo con i tre figli non significa che in casa ci sono quattro persone, ma almeno venticinque, fra camerieri, assistenti e bambinaie top-class. Difficile immaginare William in ciabatte e grembiule, intento a mettere insieme una cena mentre i marmocchi distruggono casa.

Quanto al «peso della corona», andiamo, stiamo scherzando? A parte che tecnicamente re Carlo la indosserà due o tre giorni all’anno se va bene, non sembra proprio che fare il sovrano del Regno Unito sia un lavoro così difficile e usurante, se sua nonna è riuscita a farlo fino a novantasei anni e suo padre ha iniziato a settantaquattro. Anzi, proprio perché Carlo ha dovuto attendere così a lungo il suo momento di regnare, figurarsi se permetterà a suo figlio di sostituirlo, anche solo temporaneamente. Si porterà il sigillo reale anche in ospedale, incaricando Camilla di custodirlo gelosamente. Difficile anche immaginare William che fa la spola fra le stanze d’ospedale della moglie e del babbo perché di notte nessuno rimane ad assisterli o perché da lei mancano sapone e carta igienica e da lui l’acqua minerale.

Vabbè che dopo la Brexit in Inghilterra è sparito un po’ tutto, specie in campo sanitario (certi medicinali sono diventati scarsi o introvabili), ma il problema può affliggere i comuni mortali, non certo i membri della Royal Family, che si ammalano come i loro sudditi ma in ospedale hanno tutto il necessario e forse anche qualcosa di più. Per ora il sovraccarico di responsabilità per il principe di Galles si è manifestato in una visita alla moglie e, nello stesso pomeriggio, nel recupero dei figli a scuola.

Oltretutto William ha fatto sapere di avere sospeso o rimandato tutti i suoi impegni fino a dopo Pasqua per restare vicino a Kate convalescente, un lusso che puoi permetterti solo quando i tuoi impegni sono per lo più tagliare nastri sfoggiando diverse divise. Nessun rancore, mica l’ha chiesto lui di nascere principe. Ma un vaffa verso certi giornali, che in una pagina ti parlano di ospedali distrutti e di bambini mutilati a Gaza e in quella dopo vogliono estorcerti compassione per un principe che, poveretto «deve» andare a prendere a scuola i figli, ci sta eccome.

Lia Celi