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La sindrome dei sindaci. L'eredità di Lorenzo Cagnoni per la fiera di Rimini


Città 30 all’ora, il coraggio delle scelte


28 Gennaio 2024 / Maurizio Melucci

Il coraggio delle scelte

C’è chi l’ha definito un “limite vessatorio”, chi ha parlato di una “proposta demagogica”, chi invece l’ha presentata come “una nuova idea di civiltà”. Negli ultimi giorni si è infiammato il dibattito partito da Bologna, sulla città30 oltre ogni immaginazione ed è diventato un dibattito nazionale.

Bologna è il primo capoluogo di Regione che sta applicando la Città30 ma in Europa sono tanti gli esempi. Il limite dei 30 chilometri orari è ormai prassi a Londra, Bruxelles Parigi, Bilbao.  Al momento sono una trentina le città in Europa e nel mondo che adottano questo limite tanto discusso in Italia. Poi ci sono città italiane di centrodestra e centrosinistra che hanno la città30. Normalmente dopo i primi mesi di acceso dibattito i cittadini approvano positivamente. Meno morti sulle strade, incidenti stradali, meno inquinamento, più efficienza del traffico e riduzione dell’inquinamento acustico. Sono i numeri che parlano a difesa della mobilità lenta e non lasciano dubbi.

Al di là di come la si pensi, rimane comunque un fatto. La definizione dei limiti di velocità nelle città è di competenza del sindaco e del consiglio comunale e non certo del Governo. Il ministro Salvini per qualche voto in più sta strumentalizzando il dibattito bolognese in un modo vergognoso. Salvini, fautore dell’autonomia differenziata tanta cara alla Lega è passato allo stato centrale che vuole decidere perfino sui limiti di velocità nelle città.

In questo dibattito che è andato oltre i confini bolognesi mi ha colpito anche un altro aspetto. Le prese di posizione di alcuni sindaci della nostra Regione sulla decisione bolognese. Dice Michele De Pascale sindaco di Ravenna: “Al momento non è allo studio nessuna operazione di sistema per implementare le Zone 30 in vie dedicate più o meno esclusivamente alla circolazione stradale». «Ravenna è una città con caratteristiche molto diverse rispetto a Bologna».

Arriva anche la dichiarazione del sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad: “Rimini non sarà una città con limite della velocità generalizzato a 30 chilometri orari. In ogni caso – continua il sindaco di Rimini – non abbiamo intenzione di fare una ’città a 30 orari’, con tutto il rispetto per quelle amministrazioni che lo hanno deciso”

Poi arriva anche il sindaco leghista di Ferrara Alan Fabbri. “Io non faccio quello che fa Lepore a Bologna. Fare tutta la città a 30 all’ora per me è una idiozia ideologica e senza senso”.

Ebbene tutti e tre i sindaci nei loro piani della mobilità prevedono le Città30. A pagina 197 del Pums, piano urbano di mobilità sostenibile, di Ferrara, approvato dal consiglio comunale nel dicembre del 2019, tra le strategie per il “traffing calming” (rilassamento del traffico) si legge: “Applicazione estensiva Citta30 all’interno del territorio comunale” nel 2025.

In accordo con il PUMS in fase di aggiornamento –dice l’assessore di Ravenna alla mobilità Gianandrea Baroncini in una intervista di un anno fa il  “PSSU (piano per la sicurezza stradale urbana) assume come criterio guida per la messa in sicurezza e la riduzione degli impatti ambientali e acustici, l’introduzione del concetto di ‘Città 30’, superando il più limitato criterio di Zona 30”.

Nel Pums adottato dal Comune di Rimini si dice chiaramente: “L’estensione progressiva di regole più restrittive rispetto al limite di 50 km/h su tutta la rete stradale urbana (eccetto gli assi di scorrimento e/o di attraversamento urbano) fino alla realizzazione della “città30” cioè con limite generalizzato di 30 km/h.

Tre sindaci che si dimenticano cosa vi è scritto nei loro documenti di programmazione. Tre sindaci che potevano commentare la scelta di Bologna in ben altro modo. Aggiungo che la velocita media sulle strade urbane delle nostre città è già sotto ai 30 km all’ora: in provincia di Rimini nel 2019 erano 29 km/h per la precisione, secondo i dati dell’Osservatorio Unipol, contro una media regionale di 34 km/h.

Matteo Lepore a Bologna aveva messo Città30 nel suo programma elettorale ed è partito con la sperimentazione a luglio 2023. Come tutte le proposte innovative, sono inevitabili le polemiche ed anche i necessari aggiustamenti. Ma ha intenzione di raggiungere l’obiettivo. Il coraggio delle scelte. Senza questo coraggio di guardare al futuro, non si sarebbero fatte neanche le isole pedonali nei centri storici italiani.

Il sindaco di Bologna Matteo Lepore

La sindrome dei sindaci

In una lettera aperta l’ex sindaco Mauro Moretti (dal 1990 al 1992) chiede più tempo per discutere del nuovo piano dell’arenile adottato recentemente dalla giunta di Rimini. Scrive Moretti. “Finalmente il “Piano dell’arenile di Rimini”, dopo oltre trent’anni, dal “Piano spiaggia e zona mare di Rimini” dell’Arch. Emilio Ambasz del 1991, viene presentato, pubblicandolo il 3 gennaio 2024 sul BURERT (Bollettino ufficiale Emilia Romagna). Io penso, continua l’ex sindaco, che non si possa decidere il destino della spiaggia di Rimini, così importante per la città, forse per i prossimi 40/50 anni, in 60 giorni”.

La lettera contiene anche proposte e soluzioni.

In questa sede mi preme solo far notare che un piano spiaggia, dopo quello di Ambasz, è stato approvato ai sensi della legge regionale N.9 del 2002 nel 2005 sotto la regia tecnica dell’architetto Sandro Volta. Il piano fu parzialmente integrato e modificato con una variante del 2010 approvata a gennaio 2011. La solita sindrome dei sindaci. Non si è fatto nulla prima e dopo loro. La storia però racconta altro.

Marco Moretti sindaco di Rimini dal 1990 al 1992

Fiera, l’eredità di Lorenzo Cagnoni

Nel giorni scorso è stato presentato il nuovo piano strategico di Ieg per il periodo 2025-2028. Si tratta di un piano ambizioso, ereditato dalla presidenza di Lorenzo Cagnoni che coinvolge la fiera di Vicenza e la fiera di Rimini.

Per la nostra fiera sono previsti investimenti per 64 milioni di euro. In particolare la realizzazione di una nuova struttura di 30.000 metri quadrati, capace di ospitare 20 mila persone. Una struttura strategica per Rimini per potere ospitare concerti ed eventi sportivi di livello internazionale. Attualmente gli eventi legati allo sport producono circa 300mila presenze turistiche. Con questa nuova struttura ed altri progetti si potrebbe superare il milione di presenze turistiche. Spiace solo che i tempi di realizzazione di questa nuovo padiglione siano previsti dal 2026 per terminare nel 2028. Ma va bene.

E’ l’eredità che ci ha lasciato Lorenzo Cagnoni. Conti in ordine per IEG e progetti che guardano al futuro.