Home___primopiano74 anni per la Sagra Musicale Malatestiana che senza Glauco Cosmi non ci sarebbe mai stata

Volle ancora giovani artisti come Uto Ughi, Benedetto Michelangeli e Renata Tebaldi, ma a Rimini nemmeno una via lo ricorda


74 anni per la Sagra Musicale Malatestiana che senza Glauco Cosmi non ci sarebbe mai stata


17 Settembre 2023 / Giuliano Bonizzato

La Sagra Musicale Malatestiana, partita, come ogni anno a settembre, festeggia il suo settantaquattresimo compleanno.
La vitalità di questa manifestazione, la cui durata nel tempo deve ritenersi eccezionale in una dove le iniziative si accavallano e si scavallano, deve molto a a una persona che i Riminesi sembrano aver dimenticato. Tanto che devo esternare ancora una volta il mio stupore constatando che non esiste ancora una via che lo ricordi.

Tipografo, giornalista, fine intenditore di musica classica e concertistica e autore di stupende poesie dialettali, Glauco Cosmi, nativo del Borgo San Giuliano, legò indissolubilmente alla Sagra, per quarant’anni, il suo nome assieme a quello di legioni di giovani concertisti, vincitori di Concorsi, quasi tutti provenienti dall’Est, spesso strappati, direttamente da lui, a volte in maniera avventurosa, allo sfruttamento delle Agenzie. E quei ragazzi timidi, e spaesati, Egli volle farli sentire a casa propria, ospitandoli e facendoli ospitare presso altre famiglie Riminesi…-

20-22 gennaio 1967. Rimini, Sala Circolo Cavaretta. Congresso del Comitato Comunale del PCI di Rimini. Al microfono Glauco Cosmi

“Non c’è nulla di più triste – diceva Glauco – di un artista che riposto il suo strumento, dopo il concerto, si avvii solitario verso un anonimo alberghetto di una città sconosciuta, in un paese straniero…”.

Queste cose non si dimenticano. Ed infatti quei giovani, divenuti in seguito celebri e osannati in tutto il Mondo (Uto Ughi ne è l’esempio più luminoso) accettarono poi, memori di quella affettuosa accoglienza, di tornare ad esibirsi, da noi, per retribuzioni di gran lunga inferiori alle loro ormai vertiginose quotazioni di mercato. E c’erano, poi, i Grandi Amici di sempre come l’inarrivabile pianista Benedetti Michelangeli, e la grande soprano Renata Tebaldi….

Successe tutto nell’estate 1991. Glauco non riusciva ancora a farsene una ragione. La “sua Sagra”, dopo quarant’anni, era stata “scacciata dal Tempio” dove era nata e cresciuta! Il Vescovo, Mariano De Nicolò, aveva infatti deciso di applicare, rigidamente, una disposizione della CEI, ampiamente derogata, in tutta Italia, soprattutto nelle località, come la nostra, orfane ancora di un Teatro. Ricorrevano dunque, pensava Glauco, tutte le condizioni per non essere così perentoriamente “buttati fuori”. Non aveva forse il Tempio Malatestiano sin dall’inizio, ospitato straordinari concerti di Musica Sacra, dagli Oratorii di Perosi, Handel e Stradella, al requiem di Verdi, dagli Stabat Mater di Rossini alle Sinfonie Sacre di Vivaldi, alle Messe di Bach, Haydin, Mozart, Da Palestrina…

No, non era giusto. Dove avrebbe trovato ricetto, quell’Evento, privato del suo luogo d’elezione, di quell’atmosfera mistica, magica, che si respirava all’interno del capolavoro dell’Alberti? Senza quella misteriosa sinergia tra Musica ed Architettura che rapiva gli ascoltatori facendo loro “sentire” non solo la musica ma i mirabili equilibri architettonici dell’interno e “vedere” con occhi nuovi i bassorilievi, le sculture, i colori…

Glauco fece di tutto, attraverso la stampa e i contatti diretti. per far rientrare la drammatica decisione. Tutto inutile. Raccolse allora attorno a sé, come estrema reazione, le altre tre grandi colonne della Sagra: la dolce e appassionata Giulia Vannoni, il colto e combattivo Giampiero Piscaglia, il pragmatico e riflessivo Guido Zangheri. Un libro avrebbe ricostruito ed esaltato la Storia della Manifestazione.

Minni Torsani

Lo sfavillante “40 anni di Sagra Malatestiana” che uscì nel 1992, Glauco Cosmi Editore, con il patrocinio della Cassa di Risparmio di Rimini. Non riuscì a sfogliarlo. Era appena tornato da una visita, presso la Casa di Cura Villa Maria ove era ricoverato il pittore e amico fraterno Demos Bonini, colpito da un male senza rimedio. Acquistò, come il solito, il Corriere della Sera, il giornale cui aveva collaborato prima di far ritorno, per dovere filiale, alla Tipografia del padre quando questi aveva sollecitato il suo aiuto. Appoggiò il quotidiano sul divanetto dell’ingresso della casa di Minni Torsani a Marina Centro. “Non mi sento troppo bene”, le disse. Era l’11 agosto del 1991.

Quella copia del Corriere della Sera, rimase lì, su quel divanetto, per anni e anni, quasi a testimoniare a Minni la muta presenza di Glauco. Fino a quando lei non lo raggiunse.

Giuliano Bonizzato

(Nell’immagine in apertura: 25 settembre 1983. Rimini, Teatro Novelli. Glauco Cosmi con Federico Fellini alla presentazione del film “E la nave va”)