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  "Questa mattina si dovevano cominciare i lavori per dare pane ai poveri braccianti. Ma essendo venuto un numero troppo grande di essi dalla campagna e dai Comuni vicini, i lavori non si sono cominciati". Così Filippo Giangi nella sua Cronaca riminese. I lavori in questione dovevano farsi in "piazza del Corso", l'attuale piazza Malatesta. Ed erano le opere di contorno alla costruzione del nuovo teatro progettato da Luigi Poletti, la cui costruzione era iniziata nel fin dal 1843. Significativo che tali opere pubbliche rappresentassero quelli che oggi diremmo interventi di welfare: la priorità era "dare pane ai poveri braccianti"; ma ne erano arrivati fin troppi e anche questo la dice lunga di quali fossero le condizioni della popolazioni rurali. Qualche giorno dopo, il 18 gennaio, i lavori riescono finalmente a partire. Sempre il Giangi: "Si è cominciato il terrapianamento della piazza del Corso intorno al nuovo teatro". E il cronista commenta, a suo solito non avaro di grettezza: "Il Comune fa una spesa ingente sproporzionata al merito dell'opera, perochè quando paga il Comune niuno si fa coscienza di lavorare. L'esito di questi lavori è stato che venissero pessimamente eseguiti, presto finirono, e non si raggiunse lo scopo di dare pane ai nostri, perché circa 600 vennero da fuori,

Il 15 gennaio la Chiesa commemora San Mauro abate, uno dei primi seguaci di San Benedetto (VI secolo). Il fondatore dell'ordine lo inviò in Gallia, dove è ancora molto venerato e ha dato nome a parecchie città, fra cui Saint-Maur-des-Fossés, gemellata con Rimini. "Sen Mevri marchent ad niva", San Mauro mercante di neve, osservavano sconsolati i nostri nonni. Un tempo non c'erano case riscaldate e tessuti testati al Polo Sud per difendersi da "un fredd che fa casché la coda mi chen", un freddo che fa cadere la coda ai cani. [caption id="attachment_129819" align="aligncenter" width="782"] Il "nevone" del 1929[/caption] Ma i cambiamenti climatici si notano perfino nei proverbi e nei modi di dire. Oggi un Gianni Quondamatteo ben difficilmente avrebbe potuto praticare uno dei giochi della sua infanzia nel Borgo Marina di Rimini: "Fè la léssa: Oggi si va Cortina, o al palazzo del ghiaccio. Una volta si aspettava il gelo dell'inverno, o si provvedeva, nelle serate fredde, a gettare secchi d'acqua sulla strada per avere, all'indomani, una specie di pista gelata. E così si praticava lo sport dla léssa". Ai nostri giorni "la liscia", a parte i perniciosi effetti sulla circolazione stradale, a Rimini riuscirebbe a formarsi a solo in pochissime nottate durante

Oggi 14 gennaio la Chiesa celebra San Felice; sacerdote e confessore di origine siriana che agli albori del IV secolo rifiutò la carica episcopale di Nola scegliendo di vivere da eremita. Avrebbe così sopportato tante privazioni da meritare il titolo di "martire" anche senza essere stato ucciso dai pagani. E le privazioni erano la norma in questo periodo dell'anno in cui in Romagna cade la festa di Sen Feliz.  Tutti i proverbi parlano di come i più poveri rasentassero la vera disperazione; "Zner l'è un fred arabì, tot i purét s'augura d' murì", gennaio è un freddo arrabbiato, tutti i poveri si augurano di morire, recita un adagio cesenate raccolto a fine '800 da Umberto Foschi. "Zner e fa e pont, fabrer ul romp", gennaio fa il ponte, febbraio lo rompe, dove il ponte è la lastra di ghiaccio che ricopre (o ricopriva) i terreni. Non resta che aspettare e sperare: "Zner inussè, fabrer un vo amachè; zner inussè l'è za, fabrer  ul amacarà; se fabrer u ne po amachè, merz u i ven a aiutè", gennaio duro come l'osso, febbraio lo vuole schiacciare; gennaio duro come l'osso è già, febbraio lo schiaccerà, marzo lo viene ad aiutare. In questa condizioni, anche le piante rischiano

Elio Morri (Rimini, 3 maggio 1913 – Rimini, 14 gennaio 1992) è stato scultore e medaglista autore di numerose opere nella seconda metà del XX secolo. Tra i suoi lavori, il Monumento alla Resistenza (1973) collocato all'interno del Parco Cervi di Rimini. Fu inaugurato da Sandro Pertini, allora Presidente della Camera dei deputati. [caption id="attachment_22797" align="alignnone" width="988"] Una cerimonia del XXV aprile al cospetto delle sculture di Elio Morri[/caption] Morri era figlio di Ferruccio e di Ester Cappella. Aveva studiato all'accademia delle Belle Arti di Ravenna e poi a Roma, dove poi aveva lavorato per due anni. Era tornato a Rimini nel 1943. Aveva ricavato suo laboratorio fra le rovine di Palazzo Lettimi, in via Tempio malatestiano, quasi un antro di Efesto nel cuore della città, [caption id="attachment_22799" align="alignnone" width="982"] Elio Morri con Federico Fellini[/caption] Ha scritto di lui Pier Giorgio Pasini: "È stato l'ultimo di quella folta schiera di artisti riminesi che aveva vissuto la prima maturità negli anni della guerra. Morri era sostanzialmente uno sperimentatore, ingenuo, libero, abile e instancabile; la necessità della ricerca gli gli è sempre stata presente in tutti i momenti, anche negli ultimi, del suo lavoro, che è come dire della sua vita; insieme ad un senso di meraviglia per ciò che usciva dalle sue mani,

Nello stesso periodo Misano si stacca da San Clemente e si dà propri Capitani

Nello stesso periodo Misano si stacca da San Clemente e si dà propri Capitani

Il Battesimo di Nostro Signore Gesù Cristo è per la Chiesa una "festa mobile" (oltre che oggi facoltativa): cade la prima domenica dopo l'Epifania. Però, nella "forma straordinaria del rito romano" (una diversa forma del medesimo rito approvata dalla Chiesa) secondo il calendario di Giovanni XXIII, la "Commemorazione del Battesimo del Signore"  ha luogo il 13 gennaio. E infatti lo stesso giorno Gianni Quondamatteo nel suo E' luneri rumagnol annota "E' batesum de Sgnurè" omaggiando la parlata della Romagna alta, quando nella sua Rimini avrebbe detto "E' batesme de Signurein". I bambini di un tempo erano davvero "angeli", purtroppo per loro. La mortalità infantile era talmente alta, soprattutto durante i primi anni di vita, che la loro presenza in famiglia era considerata incerta, provvisoria, con un piedino di qua e uno nell'altro mondo. Che potessero andare a raggiungere gli altri angeli da un momento all'altro, era una delle tante fra le ineluttabili pene da sopportare in questa valle di lacrime. Una pena cui si era rassegnati, come alle carestie e alle guerre, alle malattie e ai disastri del tempo: non c'era nulla che si potesse fare. Colpisce quella che a noi pare indifferenza, con la quale per esempio il mercante riminese Nicola Giangi annotava

  Csa j'et, e' mi Angiulin, csa j'et in cla gulpè? La j'è pr'e' suldadin, l'è roba da magnè! Oh dio, la piè!  Udor da cà! Che riva iquà, E e' sent chi ch'mâgna, eria 'd Rumâgna Chi manda ste tvaiol, ste bel tvaiol 'd bughé? A che puret de fiol, la mama tuva 'd te Oh dio, la piè

Il 12 gennaio 1978 Zeno Zaffagnini è il nuovo sindaco di Rimini. Succede a Nicola Pagliarani che era rimasto in carica dal 1970, salvo un'interruzione fra '76 e '77. Sarà primo cittadino - anzi, "L'ultimo sindaco comunista di Rimini", come recita il titolo di uno dei suoi libri autobiografici - fino al 1983. Morirà nella notte fra il 20 e il 21 gennaio del 2019. [caption id="attachment_22547" align="alignnone" width="664"] Zeno Zaffagnini con Enrico Berlinguer[/caption] Zaffagnini era nato a Imola il 4 marzo 1932 ed si era iscritto alla FGCI nel 1949 e al PCI nel 1950. Fu inviato a Rimini nel 1952 come segretario della FGCI: "Avrei dovuto restare pochi mesi", ricorda; invece rimase nella carica sino al 1956, mentre nella città rimarra fino alla fine dei suoi giorni. [caption id="attachment_22549" align="alignnone" width="670"] 1973. In primo piano da sinistra, Veniero Accreman e Sandro Pertini; in piadi al centro, Zeno Zaffagnini; a destra G.Baldinini.[/caption] Membro del Comitato Federale dal 1954 al 1988, fu poi consigliere provinciale a Forlì e vice-presidente dal 1964 al 1970; segretario della Federazione Comunista riminese dal dicembre 1967 al giugno 1973. Fu consigliere comunale dal 1961 al 1965 e poi dal 1970 al 1983. [caption id="attachment_22548" align="alignnone" width="645"] 1975, 27 febbraio -2 marzo. A Rimini, nel Salone fieristico, il X Congresso Federale del PCI.

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