I giornalisti locali fin dal 1899 diedero vita a Circoli, sindacati e associazioni: ecco chi erano gli iscritti

Rimini da sempre ha avuto un buon numero di giornalisti, professionisti e non, che spesso erano anche scrittori. Questi, nel corso dei decenni, hanno dato vita più volte a Circoli della Stampa che hanno avuto vita più o meno lunga. Del resto le attività artistiche, sportive, mondane dell’estate influirono notevolmente, sin dagli ultimi decenni dell’Ottocento, ad una ricchezza di testate in loco e quindi anche di giornalisti (a vario titolo). E molti di questi erano oltre che redattori per i periodici locali, spesso anche corrispondenti per le testate nazionali che volevano notizie dalla Riviera. [caption id="attachment_477378" align="alignleft" width="954"] 23 gennaio 1958. Rimini, Sala dell’Arengo. Due dei protagonisti della vita giornalistica e culturale riminese degli anni ’50 e ’60 assistono dal banco della stampa alle dimissioni del Sindaco Veniero Accreman e alla nuova elezione del Sindaco Walter Ceccaroni al termine della sospensione di tre anni inflittagli dal Prefetto. Da sin. Luigi Pasquini, Nevio Matteini[/caption] Il primo Circolo della Stampa di cui si ha notizie nasce a Rimini sul finire dell’Ottocento. A tutti i giornalisti venne inviata una circolare che fissava un incontro per il 26 settembre 1899, alle ore 20.30, presso Palazzo Guerrieri (in Via Giordano Bruno, oggi Hotel Duomo) per la costituzione della

Una cartella fra i documenti di Giulio Cesare Mengozzi donati alla Biblioteca Gambalunga, chi avesse dei ricordi di quei giorni ce li invii

Fra le tante carte che costituiscono l’archivio personale del geom. Giulio Cesare Mengozzi (1910-1988) in corso di versamento alla Biblioteca Gambalunga di Rimini c’è una cartellina con su scritto “Gita d’istruzione a Venezia”. Le carte insieme ai tanti libri, dopo la morte di Giulio Cesare, passarono al figlio Augusto (1940-2017), bancario e poi braisseur d’affari a San Marino. Da allora sono rimasti nel suo ufficio all’Admiral Point di Dogana, sino a quando la direttrice della Gambalunga Nadia Bizzocchi nei mesi scorsi non ha contattato la vedova, la dott.ssa Nataliya Lobas, con la quale ha concordato la donazione dei libri e delle carte di Giulio Cesare alla Biblioteca Gambalunga. Mengozzi aveva lavorato per molti anni alla Gambalunghiana, ricoprendo ruoli diversi (sino ad essere reggente per alcuni anni a metà degli anni ‘50), e come pochi altri ne aveva esplorato gli angoli più nascosti. Collaboratore di infinite testate giornalistiche, soprattutto cattoliche, ma anche di “Il Resto del Carlino” (ricorda Antonio Montanari nel coccodrillo a lui dedicato in occasione della morte: “In quei primi anni Sessanta ricordo Mengozzi che al Carlino riminese sostituiva come capo-pagina Amedeo Montemaggi quando questi andava in vacanza”, su Il Ponte n. 7/1988). Scrisse centinaia di pezzi sulla storia di

Il catalogo è in vendita alla Mostra, nelle librerie on-line o richiedendolo ad una libreria

I luoghi e le parole di Enrico Berlinguer A cura di Alessandro d’Onofrio, Alexander Hobel, Gregorio Sorgonà Pendragon Il Catalogo della Mostra su Enrico Berlinguer non si era riusciti a realizzarlo nel corso della iniziativa a Roma (dal 15 dicembre 2023 all’11 febbraio 2024) presso l’ex Mattatoio. Ora le Fondazioni dell’Emilia-Romagna, assieme all’Associazione Enrico Berlinguer presieduta da Ugo Sposetti, lo hanno mandato in stampa in occasione del riallestimento della Mostra a Bologna, presso il Museo Civico Archeologico, in calendario dall’11 giugno al 26 agosto 2024 (aperto tutti i giorni dalle 10 alle 19 – chiuso il martedì). Dall’11 al 30 giugno già 10.000 persone hanno visitato la Mostra. Il catalogo è in vendita alla Mostra, nelle librerie on-line o richiedendolo ad una libreria.  Dal Catalogo riprendiamo l’Introduzione al volume. La presenza di Enrico Berlinguer nella vita italiana non perde di attualità. Di questo ci parlano le decine di migliaia di visitatori giunte in una sorte di pellegrinaggio laico da tutta Italia a Roma per visitare la mostra a lui dedicata. La nostra intenzione era stata quella di restituire la complessità della sua biografia non solo intrecciandola con la storia nazionale ed internazionale in cui era contestualizzata – non avrebbe potuto essere altrimenti per un dirigente del

La propaganda dei Comitati Civici utilizzava tutte le forme di comunicazione, ritrovato un mazzo del 1951

Ho trovato recentemente fra le carte e i libri di un elettore democristiano deceduto, che i famigliari mi hanno fatto consultare, un mazzo di carte (40 carte) realizzato dai Comitati Civici costituiti da Luigi Gedda (1902-2000) su incarico di papa Pio XII (1876-1958) in vista delle elezioni politiche del 1948. I Comitati Civici furono un'organizzazione di laici cattolici italiani impegnati nella difesa della tradizione religiosa e morale del Paese e alla mobilitazione civica anticomunista. Nell’infuocato clima politico del dopoguerra Pio XII chiese a Gedda, allora vicepresidente dell'Azione Cattolica, di costituire un'organizzazione finalizzata a radicalizzare la contrapposizione tra la Democrazia Cristiana e i partiti di sinistra, con l'effetto di polarizzare il quadro politico e indurre molti cattolici a superare la tentazione di sostenere, in funzione anticomunista, i partiti che si collocavano a destra della DC. Nelle elezioni politiche del 1948, segnate da una campagna elettorale particolarmente tesa, i Comitati Civici sostennero apertamente la Democrazia Cristiana. Il risultato elettorale fu significativo: la Democrazia Cristiana superò il 48% dei voti sia alla camera che al senato, mentre la lista del Fronte Democratico Popolare si fermò a poco meno del 31% dei consensi, decretando di fatto la fine delle alleanze elettorali tra comunisti e socialisti, per lo meno a livello di elezioni nazionali. Il segretario del PCI Palmiro Togliatti, principale bersaglio dei Comitati Civici, in

Aperto anche il sito, a Roma i visitatori sono stati 70 mila

Si è inaugurata martedì 11 giugno, nel tardo pomeriggio, la mostra bolognese dedicata a Enrico Berlinguer (“I luoghi e le parole di Enrico Berlinguer la mostra arriva a Bologna”) al Museo Civico Archeologico (aperta tutti i giorni dalle 10 alle 19, chiusa il martedì, sino al 25 agosto). Hanno preso la parola Mauro Roda, il Presidente della Fondazione Duemila, il Sindaco di Bologna Matteo Lepore, il Presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, Laura e Maria Stella Berlinguer in rappresentanza della famiglia, l’ex Rettore dell’Università di Bologna Ivano Dionigi. Fra le centinaia di ospiti invitati presenti all’inaugurazione dirigenti del PD, storiche figure del PCI, numerosi pubblici amministratori degli enti pubblici romagnoli, tanti professori dell’Università bolognese, rappresentanti delle dieci fondazioni democratiche emiliano-romagnole, dirigenti degli Istituti Storici regionali, molti giornalisti. Nella prima giornata di apertura al pubblico mercoledì un flusso continuo di centinaia di visitatori. La mostra a Roma ha totalizzato complessivamente 70.000 visitatori. Roda, l’anima e l’organizzatore di questo appuntamento bolognese, confida che anche a Bologna si raggiunga questo numero. Il sito https://mostra.enricoberlinguer.org/ aperto per la mostra a Roma, ora è stato messo al servizio della mostra bolognese. Qui foto, testi, filmati tratti dalla Mostra, oltre al ricco calendario degli appuntamenti previsti per tutta la durata

La mostra che si inaugura l'11 giugno a Bologna rievoca anche quelle due visite del 1953 e del 1980

L’intervento della Segretaria del PD Elly Schlein a Padova in chiusura della campagna elettorale per le europee di alcuni giorni fa rilancia in maniera prepotente la figura di Enrico Berlinguer fra i grandi politici italiani del ventesimo secolo. I tre riferimenti citati presi dal suo modo di essere politico: “si può essere popolari, senza mai essere populisti”, “non permetteremo a nessuno di riscrivere la nostra storia”, “non lasciamo l’internazionalismo ai nazionalisti” sono più che mai attuali. Tutto questo rilancia l’interesse sull’apertura della Mostra a lui dedicata: dopo le molte decine di migliaia di visitatori a Roma, altrettanti, se non di più, sono attesi a Bologna. La novità della Mostra su Berlinguer a Bologna (“I luoghi e le parole di Enrico Berlinguer la mostra arriva a Bologna”) che si apre al pubblico l’11 giugno (sino al 28 agosto) nella Sala Mostre del Museo Civico Archeologico rispetto all’allestimento romano dei mesi scorsi è l’ampia sezione a Lui dedicata sulle sue presenze in Emilia-Romagna. Berlinguer per decenni, da subito dopo la Liberazione nel 1944 sino a poche settimane prima della morte, fu presente ad innumerevoli incontri, comizi, feste de L’Unità nelle città della nostra Regione. Fotografie, filmati, opuscoli testimonieranno di questa sua presenza in Emilia-Romagna nella

Fu la più giovane deputata mai eletta in Parlamento, storica dirigente della CGIL e del PCI

LaFotoCamera del Lavoro Rimini rievoca quando alla manifestazione dei braccianti e mezzadri del 1964, per una riforma del sistema agricolo e produttivo, prese parte anche Nella Marcellino, allora componente della direzione FILZIAT Nazionale (alimentaristi). La storica dirigente della Cgil e del Partito comunista, la più giovane deputata mai eletta in Parlamento, era nata a Torino il 21 febbraio 1923. Figlia di due operai impegnati nella lotta al fascismo e perseguitati dalla polizia politica, sarebbe stata partigiana tutta la vita. Nelle foto la vediamo dal palco insieme ad Egisto Grassi (Segretario provinciale Federmezzadri - Federbraccianti) e durante corteo a fianco di Vito Nicoletti (allora Segretario generale della Camera del Lavoro Confederale) e Alfredo Arcangeli (allora segretario organizzativo). Per un approfondimento biografico su Nella Marcellino: https://www.collettiva.it/

Realizzato dall’Istituto per la Storia della Resistenza di Rimini in occasione della rassegna regionale “Quante Storie nella Storia”

L’1 novembre 2022 moriva a 93 anni Alfredo Arcangeli. Storico leader comunista del sindacato riminese, la CGIL, di cui fu segretario generale dal settembre 1968 al 1980. I figli Fabio e Mirko hanno donato all’Istituto Storico della Resistenza di Rimini un ricco carteggio intercorso fra lui e la sua futura moglie, Cesarina Martinini per tutti Riri (nata l’1 maggio 1931 e morta il 4 febbraio 2020) nel corso dei 15 mesi del servizio militare negli anni 1951 e 1952. Sono 399 lettere di Alfredo a Riri e 392 di Riri ad Alfredo. Il carteggio contiene lettere fra due giovani ventenni, entrambi impegnati in politica (Cesarina fra l’altro da marzo a luglio 1951 scrive ad Alfredo dalla Scuola del Partito Comunista di Faggeto Lario, in provincia di Como, dove partecipava ad un corso di formazione politica di cinque mesi per giovani donne), non ancora sposati (si sposeranno un anno dopo il ritorno di Alfredo dal militare il 5 febbraio 1953). Per un anno e mezzo si scrissero praticamente tutti i giorni. Riri fungeva da bollettino quotidiano sulle notizie del partito a Rimini, Alfredo invece le raccontava la vita militare. Chiamamicitta.it ha raccontato in quattro articoli fra novembre e dicembre 2023, per la penna di