Top Stories

Il 35° volume di 400 pagine con 24 saggi edito dalla Società di Studi Storici per il Montefeltro

Studi Montefeltrani 35 – 2015/2022 Società di Studi Storici per il Montefeltro L’ultimo, prezioso, impegno portato a termine dal Presidente uscente della Società di studi storici per il Montefeltro Roberto Monacchi è stata l’uscita del 35° volume 2015/2022 di “Studi Montefeltrani” ad inizio di quest’anno. Le numerose difficoltà economiche dell’Associazione, derivanti anche da tre anni di covid che l’hanno costretta a rallentare l’attività, di fatto ne avevano impedito l’uscita finora. Difficoltà del resto comuni a tante associazioni che operano su base volontaria, per la salvaguardia dei beni culturali e per la conoscenza e la valorizzazione della storia locale. Il nuovo numero è assai ricco di contributi importanti e originali, grazie anche a diversi interventi dei Presidenti uscenti. Ricordiamo che la Società di studi storici per il Montefeltro nasce nel luglio 1970 e festeggia dunque quest’anno il suo 53° compleanno. Suoi Presidenti sono stati nel tempo Francesco Vittorio Lombardi (1970-1988), Girolamo Allegretti (1989-2009), Luca Gorgolini (giugno 2009-luglio 2010), Alessandro Marchi (luglio 2010-2014), Roberto Monacchi (2014-2022). Nell’assemblea dei soci di fine anno 2022 è stato eletto il nuovo Direttivo della Società (Alessandro Marchi, Lidia Maggioli, Carlo Colosimo, Luca Giorgini, Lorenzo Valenti) che a sua volta ha eletto a Presidente per il quadriennio l’avv. Valenti. Il volume

I caotici ricordi del commercialista 67enne

Remo Brilli: "Tra i ricordi e gli odori della Morciano di un tempo", La Piazza. Remo Brilli, classe 1956, commercialista, ha sempre vissuto a Morciano di Romagna. A mia discolpa preventiva per la segnalazione di questo volume scrivo: 1) l’amico Giovanni Cioria consegnandomi copia del libro mi ha detto: “E’ bellissimo”. Ma credo che ogni editore dica ciò di tutte le sue pubblicazioni; 2) su Morciano di Romagna è molto tempo che non escono nuove pubblicazioni. Dunque la mia curiosità su questo volume di Brilli era acuita da questa assenza di nuovi libri morcianesi; 3) girando per Morciano ho visto il volume esposto nelle librerie e nelle edicole, segno di una promozione “spinta” di questo testo; 4) infine nella recensione (non firmata) su La Piazza di dicembre 2022 intitolata “Brilli, racconta l’anima di Morciano. Un libro che sa toccare le corde profonde delle persone” ho letto: “Brilli ha fatto un ottimo lavoro: ha raccolto i suoi ricordi e li ha messi nero su bianco in un volume che sa emozionare e toccare le corde del cuore e della mente. Insomma è un capolavoro che tocca l’anima di Morciano e dei morcianesi; quella Morciano nata in Via Ronci e che poi è uscita per costruire la capitale

Dalle carte dell'avvocato Ricci riemerege anche la storia di uno dei 650 mila caduti italiani della Grande Guerra, che al fronte nemmeno doveva esserci

Dagli archivi a volte emergono storie curiose, come questa raccontata in alcuni fogli contenuti nell’archivio privato della famiglia dell’avv. Pietro Ricci (1888-1958) (di cui ho scritto su Chiamamicitta.it qualche settimana fa: “PCI riminese clandestino, affiorano le carte inedite dell’avvocato Ricci”). Si tratta di una lettera del colono soldato Luigi Pellicioni (8 gennaio 1877-15 luglio 1918) indirizzata al “Pregiatissimo Sig. Padrone” dell’11 novembre 1915 inviata da Verona in cui si raccomanda di fare “coraggio alla mia famiglia” e di una comunicazione del Comando del 90° Reggimento Fanteria ubicato a Sampierdarena (Genova) in data 10 novembre 1919 in cui viene data notizia in maniera ufficiale (oltre un anno dopo!!) alla famiglia della morte del soldato Luigi Pellicioni avvenuta il 15 luglio 1918 in territorio francese “per ferite riportate in combattimento”. Nella lettera dell’11 novembre Pellicioni scrive che sta bene e “col mangiare danno un buon rangio e ne danno in a bondanza”. “Prego a lei Sig. Padrone di fargli coraggio alla mia famiglia specialmente in questa brutta circostanza sarà una sua gentilezza verso di me e della mia famiglia”. “La riverisco lei e sua famiglia”. Una prima considerazione da farsi è sul perché dell’arruolamento del soldato Pellicioni a 38 anni, chiamato alle armi nell’estate del

Il libro "Oasi di Torriana e Montebello. Valore ed etica di un territorio" a cura di Riccardo Santolini

"Oasi di Torriana e Montebello. Valore ed etica di un territorio" A cura di Riccardo Santolini Società per gli Studi Naturalistici della Romagna Nel recente libro di Giancarlo Zoffoli (“Montebello”, Amazon 2023) dell’Oasi del territorio si accenna appena. Si riporta però la frase che sottolinea lo spirito di OaSì: “dichiarare la pace fra uomo e natura col rispetto di ciò che ci circonda”. Nel libro curato da Santolini, Zoffoli scrive nel suo saluto, in quanto Presidente APS OaSì - Insieme per le Valli: “A pochi chilometri dalla capitale del turismo balneare, esattamente nel Comune di Poggio Torriana, esiste un territorio abitato fin dall’epoca preromana: Montebello. La sentinella fortificata sulla Valmarecchia è l’avamposto dell’Oasi di protezione faunistica più longeva presente nel territorio riminese istituita nel 1992 con Delibera del Consiglio del Circondario di Rimini”. Zoffoli era allora Presidente del Comitato Circondariale (ente di secondo grado che funzionò dal 1974 al 1995, in attesa della nuova Provincia di Rimini istituita nel marzo 1992, ma il cui Consiglio venne eletto dai cittadini il 23 aprile 1995): era stato eletto il 14 novembre 1988 e ricoprì l’incarico sino ad aprile 1995. L’Oasi trovò il pieno sostegno dell’allora Sindaco di Torriana Alfredo Arcangeli (1929-2022), ex Segretario generale della CGIL

Il libro di Laura Rossi e Verter Casali "Pietro Franciosi maestro di vita democratica"

Laura Rossi, Verter Casali: "Pietro Franciosi maestro di vita democratica" Fondazione XXV Marzo – San Marino. La sinistra sammarinese ha due grandi “padri nobili”, artefici della costruzione della Repubblica e patrocinatori delle libertà democratiche nei suoi ordinamenti: Pietro Franciosi (17 giugno 1864-21 dicembre 1935), tra i fondatori del Partito Socialista a San Marino, e Gino Giacomini (1878-1962) socialista e Ministro degli esteri dei governi di sinistra. Ma a questi aggiungerei anche il leader comunista Gildo Gasperoni (1906-1994) su cui, al contrario degli altri due, molto poco si è scritto sulla sua lunghissima attività politica in Repubblica. Laura Rossi, ex direttrice della Biblioteca di Stato sino al 2014, e Verter Casali, ex docente ed autore di numerosi volumi di storia sammarinese, hanno riepilogato per conto della Fondazione XXV Marzo la straordinaria vita politica di Franciosi. La Fondazione XXV Aprile è un ente culturale costituito nel 1997 per volontà e con i mezzi della cooperativa Titancoop. Scopo principale della Fondazione è il riordino e la conservazione degli archivi storici prodotti dagli enti privati (sindacati, partiti, aziende, associazioni) e degli archivi personali, riguardanti in particolare la storia del lavoro e dell’associazionismo, ma anche la storia politica della Repubblica di San Marino. Fra le pagine del “Diario” di

Il libro "La sala del popolo" a cura di Daniele Montebelli e Ezio Venturi

"La sala del popolo" a cura di Daniele Montebelli e Ezio Venturi - Casa del Popolo di Riccione / La Piazza. Come hanno scritto Tito Menzani e Federico Morgagni (“Nel cuore della comunità. Storia delle case del popolo in Romagna”, Angeli, 2020) nel loro volume sulla storia delle case del popolo, questa può essere raccontata in modi diversi, ma in fondo c’è sempre un’unica motivazione: “Le case del popolo rimandano ad una dimensione corale, non individualista, e anzi profondamente comunitaria e intergenerazionale. Sono state luoghi in cui si sono coltivate la solidarietà, la reciprocità e il mutualismo”. In questa affermazione ci stanno sicuramente la storia e gli uomini della Casa del Popolo di Riccione, la realtà più importante del Riminese. Non è un caso che fra i 4 casi di studio dei due Autori vi è la storia della casa del popolo di Riccione. Questa, seppur nata l’8 gennaio 1951 quando venne redatto l’atto costitutivo della società cooperativa, “poggiava su un vasto retroterra di esperienze, ben radicate nella fase prefascista”. Questo approfondimento si avvale delle ricerche già compiute da Rodolfo Francesconi ed edite nel volume “Dalla Maison du Peuple alle Cooperative Case del Popolo” (Raffaelli, 2003) e di quelle di Daniele Montebelli

Il libro di Marco Bardazzi e Marco Lessi sul fondatore della Teddy Spa

Marco Bardazzi – Marco Lessi: "Il socio di minoranza. L’avventura umana e imprenditoriale di Vittorio Tadei" Teddy Spa. Gli oltre tremila dipendenti della Teddy spa col cesto di Natale hanno ricevuto questo volume biografico su Vittorio Tadei, certamente uno degli imprenditori riminesi di maggiore successo della nostra storia economica del dopoguerra. Ringrazio l’amico Luca che me ne ha fatto avere una copia. Vittorio era nato il 6 aprile 1935 ed è morto il 13 luglio 2016, all’età di 81 anni, sesto di sette figli. Il padre era ferroviere. “Il mondo dei coniugi Tadei in cui crebbe Vittorio era quello che, spregiativamente, veniva chiamato in dialetto dei ‘cul zal’, i ‘culi gialli’. Una realtà fatta di semplici famiglie cattoliche che si fidavano molto più del parroco e del Papa che non del Duce. E che in seguito, nel dopoguerra, diventarono la solida base democristiana” che si contrapponeva ai comunisti. I due giornalisti hanno ripercorso le vicende umane ed imprenditoriali di Tadei, a incominciare dal 1961 “in cui era incominciato tutto, in un negozio di Riccione, [in Viale Dante], che serviva le turiste straniere negli anni del boom romagnolo”, quando nacque la società da cui poi ebbe origine nel 1981 la Teddy spa, colosso romagnolo della

Giuseppe Innocenti: "Il quaderno nero" a cura di Silvana Cerruti, scritto durante la prigionia in Germania fra l’8 settembre 1943 e il 15 aprile 1945

Giuseppe Innocenti: "Il quaderno nero" a cura di Silvana Cerruti - Comune di San Clemente. Silvana Cerruti, studiosa e ricercatrice riccionese, autrice di diverse pubblicazioni dedicate alla Seconda guerra mondiale in Valconca, ha tenuto in casa per oltre cinquant’anni questo piccolo quaderno nero, scritto fitto fitto da Giuseppe Innocenti nel corso dell’anno e mezzo di prigionia in Germania fra l’8 settembre 1943 e il 15 aprile 1945. Nato a San Clemente, poco più che ventenne, militare del Genio in servizio da tre anni, fu fatto prigioniero dai tedeschi dopo l’8 settembre 1943 nell’isola greca di Calcide e deportato in Germania. La sua biografia nota è tutta qui. Silvana, nonostante le ricerche effettuate, nulla riesce a dirci della sua famiglia, del suo rientro in Italia dopo la registrazione il 22 maggio 1945 effettuato al campo di recupero di Wietzendorf gestito dagli alleati, ex campo di concentramento. Non sappiamo dove visse poi e quando morì. Il quaderno nero lo ricevette il marito di Silvana, insegnante di tedesco, negli anni ’70 da un compagno di prigionia di Innocenti. Silvana me ne parlò oltre una decina di anni fa (ero allora Presidente dell’Istituto Storico della Resistenza di Rimini) di questo “diario” di prigionia chiedendomi cosa fare. Non

/