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I bagnini insistono con argomenti inesistenti, per la spiagge caos assicurato

Ex questura. E’ arrivato un elefante in una cristalleria Marco Da Dalto mi risponde al mio articolo del 3 ottobre con una nota chilometrica pubblicata integralmente. Per un giornale on line non vi sono problemi di spazio. Purtroppo, oltre il 90% dei lettori ha abbandonata la lettura dell’articolo perché troppo lungo. In quel comunicato ci sono alcune considerazioni che mi trovano concordi. Entrambi (il sottoscritto e Rimini Life- ASI) siamo delusi l’uno dell’altro. Rimini Life scrive di me “a persona esperta come lei, già assessore all’urbanistica nella stagione in cui Rimini si è dotata di grandi superfici commerciali con protagonisti i marchi dominanti della distribuzione alimentare sul territorio, francamente mi sarei aspettato maggiore professionalità nella ricostruzione cronologica degli eventi”. La giunta Ravaioli in effetti ha inaugurato importanti strutture commerciali. Tutte previste dalla pianificazione regionale, provinciale e comunale da più legislature. L’iper è stato realizzato dopo anni di rinvii. Anche il sottoscritto è deluso dal comportamento di Rimini Life-Asi. Da un gruppo di progettazione, imprenditoriale di primissimo piano sul mercato milanese ma in generale in Italia, mi sarei aspettato più disponibilità al confronto, più attenzione ad una realtà che non si conosce e non soltanto un prendere o lasciare i progetti proposti. Poi

La proprietà dell'area sostiene di aver ottenuto un'autorizzazione commerciale

Le discussioni interminabili non piacciano neanche a me. A maggior ragione se vi sono coinvolti un gruppo imprenditoriale che ha acquistato un’area strategica nel cuore di Rimini e la stessa amministrazione comunale. Ci siamo lasciati in questa lunga diatriba con l’ultimo comunicato targato ASI datato 30 settembre. Un comunicato netto: “L’autorizzazione commerciale ci è stata rilasciata e chiarisce che il richiedente ha i requisiti per esercitare l’attività, così come il format con le sue suddivisioni che rispondono alla normativa del commercio. Per fortuna il documento è pubblico e consultabile. Se si fosse realizzato l’edificio saremmo stati legittimati ad aprire l’attività come proposta, perché è autorizzata la dimensione della superficie di vendita e di quella per le aree di lavorazione, ritenute coerenti e idonee alla attività. Tanto per essere più chiari, se il TAR o il Consiglio di Stato ci dessero ragione sui ricorsi, il supermercato lo potremmo realizzare esattamente così come proposto e potremmo esercitare l’attività, perché c’è già l’autorizzazione commerciale, non certo un centro logistico. Gli atti sono cristallini”. In una precedente nota ASI aveva scritto: “Ci è stato dato diniego alla pratica edilizia. Ma con una comunicazione al protocollo n. 0018359/2023 del 18/01/2023 ci è stata rilasciata l’autorizzazione commerciale”. Domenica

Regolamentiamo i dehors e si chiarisca quanto costa il servizio dello Shuttlemare

Ex questura. Volano gli stracci tra Comune e proprietà Inevitabile una riflessione sulla questura mai nata in via Ugo Bassi osservando lo scontro prolungato tra la proprietà dell'area – ASI – e il Comune di Rimini. Nella mia esperienza di amministratore pubblico mai visto uno muro contro muro così plateale tra un gruppo imprenditoriale privato e un’amministrazione comunale. Mancano solo le querele per diffamazione ma non è detto che non arrivino. Pensare che di progetti e realizzazioni ne ho visti passare tanti, anche di importanti marchi nazionali ed internazionali. Non capisco, sicuramente è un problema mio, dove sia l’interesse del privato, in questo scontro. Alla fine, chi decide sarà l’amministrazione comunale, a maggior ragione dovendo utilizzare lo strumento dell’accordo di programma, che privilegia l’interesse pubblico. Ma andiamo con ordine. Il gruppo ASI - Ariminum Sviluppo Immobiliare si aggiudica all’asta fallimentare l’area dell’ex questura per 14,5 milioni di euro dopo un “confronto” con il gruppo Conad. Una cifra importante, perfino esagerata, rispetto alle tante aste andate deserte fino ad allora. Chi ha acquistato sapeva benissimo che sull’area vi era un manufatto di circa 23mila mq con destinazione questura. Il resto dell’area non aveva e non ha pianificazione urbanistica. Il gruppo ASI presenta al

Oltre 130 mila pasti recuperati in 14 anni nelle mense aziendali del Gruppo Hera

Oltre 130 mila i pasti recuperati dal 2009 ad oggi nelle mense del Gruppo Hera, per un valore totale di circa 550 mila euro, evitando la produzione di circa 58 tonnellate di rifiuti (corrispondenti a oltre 127 cassonetti) e l’emissione di circa 240 tonnellate di CO2. Senza contare i consumi di acqua, energia e terreno che sarebbero stati necessari per confezionare quei pasti. Sono questi i dati principali, diffusi in vista della “Giornata internazionale della Consapevolezza sugli sprechi e le perdite alimentari” del 29 settembre, che riguardano CiboAmico, il progetto nato 14 anni fa dalla collaborazione tra il Gruppo Hera con Last Minute Market, impresa sociale e società spin off dell’Università di Bologna che promuove la lotta allo spreco e la sostenibilità ambientale. Come funziona CiboAmico, al via anche a Modena e a Forlì Grazie a CiboAmico, nel pieno rispetto di tutte le norme igieniche e sanitarie previste, vengono recuperati e donati i pasti non consumati dalle mense aziendali del Gruppo Hera. CiboAmico finora ha coinvolto 6 mense emiliano-romagnole (Bologna, Granarolo dell’Emilia, Imola, Rimini Ferrara, Ravenna) e da quest’anno viene esteso anche a quelle di Modena e Forlì. Solo nel primo semestre del 2023 sono stati recuperati più di 6 mila pasti (3 tonnellate

Il caro vita ha ridotto la vacanza, la gestione del contante non è un affare

Dehors, ritorniamo alla normalità Durante la pandemia per rispondere al distanziamento dei clienti nei locali pubblici (bar e ristoranti) che di fatto riduceva la capacità dei locali di oltre il 50% il governo prima e i comuni poi hanno risposto eliminando il pagamento dell’occupazione di suolo pubblico e dando la possibilità di realizzare nuovi spazi all’aperto. Non solo nelle isole pedonali o nelle zone Ztl ma ovunque. Abbiamo visto proliferare ampliamenti di dehors su parcheggi oppure parti di carreggiata di strada. Comprensibile per quel periodo molto meno oggi che la pandemia non c’è, come non ci sono più limiti alla capienza di ristoranti e bar. Già quest’anno, il Comune di Rimini, come altri, ha fatto pagare il suolo pubblico con la tariffa piena. Un primo passo verso la normalità. Per il totale ritorno ad essa è necessario che i dehors che insediati su sedi stradali e parcheggi rientrino nei confini pre pandemia. Vi sono esigenze di bellezza, fruibilità, accessibilità, sicurezza e concorrenza dello spazio pubblico. Dopo le tante deroghe sarebbe utile rientrare nel regolamento comunale. [caption id="attachment_429763" align="alignnone" width="1024"] Uno dei dehors presenti sulle strade a Rimini[/caption] Una soluzione per via Ducale Periodicamente i residenti del rione Clodio, del centro storico di Rimini, esprimono il loro

A Rimini le strane dimissioni di Filippo Zilli, in Italia la scuola è diventata un lusso per pochi

Perché dico no al terzo mandato Da qualche settimana è aperto il dibattito sul terzo mandato per sindaci (tutti, compresi quelli delle città metropolitane) e presidenti di regione. La legge nazionale è chiara: i sindaci con popolazione superiore ai 3mila abitanti possono fare due mandati di 5 anni ciascuno. Anche per i presidenti delle Regioni vi sono norme nazionali che vincolano ai due mandati. Secondo molti  tale limite va abolito perchè è imposto, a parer loro senza ragioni, solo ai sindaci e ai presidenti di regione. Mentre al contrario nessun limite si applica ai membri del governo, ai parlamentari (europei e nazionali) ai consiglieri regionali o comunali. Io ritengo togliere il limite dei due mandati a sindaci e presidenti di regione sia sbagliato per due buone ragioni. Nell’ordinamento italiano questi sono gli unici due incarichi monocratici al vertice di un organo politico esecutivo cui si accede con elezione diretta sul modello del presidenzialismo americano. Incarichi che peraltro sono titolari di un potere notevole nell’ambito del proprio livello di governo. Non a caso anche il modello americano prevede questo limite per il ruolo di presidente, mentre lo stesso non vale per i suoi ministri o per i parlamentari. 15 anni di sindaco

Elly Schlein e il riformismo. Quando inizia la storia di Rimini?

Ecco la soluzione del governo per le spiagge L’8 settembre presso la presidenza del Consiglio dei ministri si è riunito il tavolo tecnico per la mappatura delle spiagge italiane lacuali e fluviali. La tesi è molto semplice. Si vuole dimostrare che non sussiste scarsità di risorsa e per questo motivo non si deve applicare la Bolkestein. Il tavolo concluderà i lavori entro settembre. In base a questa teoria gli attuali concessionari possono rimanere sulle spiagge di proprietà pubblica per sempre. Uno scenario falso. La scarsità di risorse si fa a livello locale e non certo nazionale compresi fiumi e laghi come pretendono i bagnini (le concessioni lungo i fiumi sono inesistenti). Non solo. I tribunali (da quelli europei a quelli nazionali) hanno sempre sostenuto che non ci possono essere rinnovi senza bandi. E questo va ben oltre la Bolkestein. Una strada, questa della non scarsità di risorse, non solo assurda - a Rimini le spiagge sono occupate in concessione per il 93% - ma soprattutto pericolosa per gli stessi attuali concessionari. Infatti. se ci presentiamo in Europa con questa proposta, non solo ci copriremo di ridicolo, ma sarà inevitabile una procedura di infrazione. Che però non sarebbe come quella per le famose “quote latte”,

E Stefano Bonaccini organizza la sua corrente

Mandiamoli in pensione “Lavoriamo con mosconi pesanti cento chili omologati per un’onda alta 60 centimetri, ma in acqua ci andiamo a salvare le persone quando l’onda arriva a un metro e mezzo. Non tutti ci riescono”. Così Matteo Angelini, referente dell’associazione che riunisce i salvamenti qualche giorno fa su un primo consuntivo della stagione balneare vista dai salvataggi. Sono molti anni che le ordinanze balneari della Regione Emilia-Romagna danno la possibilità di affiancare ai tradizionali mosconi anche altri mezzi quali rescue tube, rescue boat, tavole con opportuni agganci per affrontare i salvataggi tra le onde, ed anche moto d’acqua per arrivare velocemente e nelle migliori condizioni nel punto dove effettuare il salvataggio Purtroppo non essendoci nessun obbligo per questi mezzi di salvataggio alternativi al tradizionale moscone, salvo rari casi, le cooperative dei bagnini si sono guardate bene di fare investimenti su questi nuovi mezzi. Penso sia giunto il momento di obbligare la presenza di altri mezzi a motore per aiutare il lavoro del salvataggio. Il moscone rimane il nostro simbolo, lo abbiamo regalato anche al presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi,  ma in certe situazioni è meglio pensionarlo. Stiamo parlando di un servizio pubblico fondamentale per la sicurezza dei cittadini e ospiti delle nostre

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