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Il libro di Onide Donati e Aurora Castaldi: "Io contro il Duce. Una storia d’amore e d’anarchia"

Onide Donati – Aurora Castaldi: "Io contro il Duce. Una storia d’amore e d’anarchia" AIEP Onide Donati, bellariese, classe 1954, è stato giornalista professionista e capo redattore della redazione di Bologna de L’Unità (quando era Organo del PCI) ed oggi, per la verità da qualche anno, fa parte del collettivo di Strisciarossa, associazione creata da un gruppo di giornalisti ex Unità, che pubblica l’omonimo sito web. Questo è il suo primo libro, scritto in un genere letterario, per sua stessa ammissione, “ibrido pop”, “definizione magistrale di una contaminazione fra saggio storico e romanzo familiare” (dalla Prefazione di Tito Menzani, docente di Storia economica all’Università di Bologna). Il libro racconta la biografia di Bruno Castaldi (1897-1962), fiorentino, anarchico. Prosegue Menzani: “Nonostante sia un racconto fedelissimo ai fatti storici, ha il piglio di un romanzo, con un intreccio che prevede alcuni dei classici topoi narrativi: profondi ideali, fatti di sangue, grandi amori, conflitti fratricidi, colpi di scena e un finale davvero inatteso. Il tutto si staglia sullo sfondo della storia italiana ed europea del Novecento, con incursioni anche in altri continenti”. I tanti documenti storici consultati da Donati (compresi i numerosi documenti familiari) si mescolano con i ricordi della figlia di Bruno, Aurora, nata nel 1935 a

La bara sotto i gonfaloni del Comune e della Provincia di Rimini

Molte centinaia di persone oggi pomeriggio si sono incontrate nella Chiesa di San Raffaele Arcangelo all’INA Casa per dare l’ultimo saluto a Ermanno Vichi, e si sono stretti attorno alla sua famiglia: la moglie Franca e i figli Giovanni, Elena e Lucia. La bara sotto i gonfaloni del Comune di Rimini e della Provincia di Rimini. La gente dentro e fuori la Chiesa. Vichi, non ancora trentenne, nei primi anni Settanta iniziò la sua lunga militanza all’interno della Democrazia Cristiana riminese: consigliere comunale, consigliere regionale, da sempre negli organismi dirigenti del Partito, deputato, Segretario della DC riminese, Presidente di AMIA, nel Consiglio di amministrazione di Hera, primo Presidente della neonata Provincia di Rimini, tra i fondatori del PD riminese. Professore di lettere negli istituti superiori di Rimini, operò attivamente per tanti decenni per far nascere e crescere la sede universitaria di Rimini. Uomo di cultura, ma anche uomo di potere, impregnato di una profonda cultura cattolica che lo portava ad impegnarsi per la soluzione dei problemi del nostro territorio e per il bene comune. Non era un uomo facile, empatico, incuteva spesso soggezione. Non amava comparire, ostentare un potere vero che aveva, eppure per decenni del mondo cattolico riminese, ma non solo, Vichi è

Anche senza più incarichi,  Vichi ha continuato a essere un punto di riferimento per la politica riminese

Ammalato da qualche mese, se ne è andato nella notte fra l’1 e il 2 luglio Ermanno Vichi, all’età di 82 anni, uno degli uomini che hanno fatto la storia della Democrazia Cristiana riminese, tra i fondatori locali del Partito Democratico nel 2007, uomo delle istituzioni. Nato a Novafeltria, nella frazione di Perticara, il 18 marzo 1942. Sposato con tre figli. Docente di lettere nelle scuole medie superiori. Al 3° Congresso circondariale della DC, il 14-15 ottobre 1972 a Bellaria, entra nell’organismo dirigente della DC riminese, il Comitato Circondariale, da cui non uscirà più sino allo scioglimento del Partito nel 1994. Entrerà eletto nella lista 3, quella dei fanfaniani (con lui Franco Beltrami, Giorgio Della Biancia, Franco Fabi, Franco Montebelli). Nel corso dei decenni il suo nome comparirà poi sempre nelle diverse liste centriste della DC. Il 15 giugno 1975 sarà eletto in Consiglio Comunale a Rimini, per poi passare alle elezioni dell’8 giugno 1980 in Consiglio Regionale a Bologna, dove rimarrà sino al 1995 (venne rieletto alle elezioni del 12 maggio 1985 e in quelle del 6 maggio 1990). Nel 1976 editò, assieme ad Alma Bertozzi, il volume storico “Nelle mani della giustizia. Il delitto Platania nella lotta politica riminese” (Edizioni Parma,

"I ristoranti riminesi rispetto a tante altre città e zone turistiche sono tra i più cari"

C’è una categoria che in Italia oggi non dovrebbe piangere: i ristoratori. Lo so che detta così sembra che tutti se la cavino alla grande, poi in realtà anche qui c’è caso e caso. E comunque a dare un’occhiata ai posti occupati nei diversi locali (in particolare il sabato e la domenica) vedi che sono tutti occupati. E nei fine settimana se non prenoti (e non importa se al mare o in campagna) non ti siedi a tavola: ti senti dire “tutto pieno”. Ti vien da dire: ma a casa non mangia più nessuno! E poi: ma visto i prezzi, allora la crisi non c’è. I dati ISTAT di fine maggio dicono che i prezzi di ristoranti e pizzerie sono aumentati negli ultimi mesi fra il 4 e il 5%. Ormai sembra normale che pizza e birra costino 20 euro a testa, che un antipasto e un primo 35 euro, un assaggio di pesce 50 euro. Non li traduco nelle vecchie lire perché a noi vecchietti verrebbe male. Diamo allora un’occhiata a come si fa ad arrivare a questi importi. Ovvero ai ricariche che vengono praticati, soprattutto su ciò che potrebbe essere considerato secondario: l’acqua, il caffè, il dolce, i contorni, il vino.

Giancarlo Frisoni: "Voi chi siete?" Pazzini Ho già segnalato in passato alcuni dei libri fotografici di Giancarlo Frisoni: "Memorie. Volti e voci della mia gente" (Edizioni ARTinGENIO, 2018), "Le case del cuore" (AIEP, 2019), "Madri" (Pazzini, 2023). Mai temi facili. E anche in questo volume le solite straordinarie foto in bianco e nero, scattate con maestria, e stampate con grande tecnica professionale da Pazzini. Dunque un magnifico libro fotografico, accompagnato anche da testi di Frisoni capaci di commuovere profondamente, ma che io non mi sentirei di proporre a potenziali lettori. Qual è il problema? Il libro racconta per immagini di persone anziane non autosufficienti ospitate nella casa di riposo “Gli Ulivi” di Morciano di Romagna. Scrive Alberto Meneghini, Direttore area Coopselios, l’azienda che gestisce la casa di riposo: “Quando Frisoni mi ha illustrato l’idea di raccontare attraverso le immagini frammenti di vita delle persone che ricevono assistenza presso la residenza di Morciano di Romagna, ho temuto che la cosa potesse risultare oltraggiosa. Come se le foto, permeando l’intimità della persona in stato di bisogno, ne ledessero inevitabilmente la dignità. Poi ho compreso la grande opportunità che ci stava dando: costruire attraverso la forza delle immagini una narrazione della relazione di aiuto. Attimi di

L’11 giugno i Capitani Reggenti avevano incaricato la coalizione PDCS e Alleanza Riformista di formare l'esecutivo

Si è votato il 9 giugno. L’11 giugno i Capitani Reggenti hanno incaricato la coalizione PDCS e Alleanza Riformista, che dal voto hanno ottenuto il maggior numero di preferenze (22 consiglieri i democristiani e 4 AR), di trovare la maggioranza per formare il nuovo Governo della Repubblica. Giorni di incontri continui fra i partiti e di consultazioni interne dentro i loro organismi dirigenti. Il tempo che la legge elettorale, 15 giorni, concedeva loro scadeva ieri. Altrimenti la mano sarebbe passata alla seconda coalizione (Partito dei Socialisti e dei democratici e Libera). Ma questa mattina i dirigenti del PDCS e di AR sono saliti al Palazzo Pubblico per richiedere alla Reggenza il mandato per formare il nuovo Governo. Ieri sera è stato raggiunto l’accordo tra la coalizione “Democrazia e Liberà” (PDCS e AR) con la coalizione Libera/PS e PSD per costituire la nuova maggioranza della 31.a Legislatura. I Capitani Reggenti hanno ascoltato i dirigenti della Coalizione e sollecitato questi ultimi di andare in Consiglio Grande e Generale per votare il testo del programma di Governo e la lista dei responsabili delle 10 Segreterie di Stato con la definizione delle deleghe (principali e secondarie) entro il 16 luglio prossimo. Nascerà dunque un Governo di

Il libro "La politica a San Marino. Guida agli archivi dei partiti e delle personalità politiche" Aacura di Luca Gorgolini e Stefano Vitali

"La politica a San Marino. Guida agli archivi dei partiti e delle personalità politiche" A cura di Luca Gorgolini e Stefano Vitali Centro Sammarinese di Studi Storici Questa pubblicazione, importante per la conoscenza della storia dei partiti e di alcuni dei principali protagonisti delle vicende politiche sammarinesi del Novecento, si conclude in realtà guardando agli scenari futuri. Se è fondamentale digitalizzare archivi cartacei esistenti e metterli in rete (e non sto parlando solo di San Marino), la vera domanda è su quali documenti gli storici lavoreranno per scrivere la storia politica dalla fine degli anni ’90 in poi? E’ una domanda che mi pongo da tempo in quanto ormai è qualche decennio che lavoro per raccogliere, organizzare, preservare gli archivi della politica riminese. Ed è sulla base di queste carte che ho potuto scrivere nel corso degli anni alcuni volumi sulla storia del PCI riminese e i tanti articoli su fatti, personaggi, vicende politiche che dal 2016 in poi ho pubblicato su Chiamamicitta.it. Ma dagli anni ’90 in poi la politica sembra non passare più attraverso la carta: l’avvento del digitale ha completamente trasformato le modalità dell’organizzazione della politica. Le convocazioni delle riunioni non avvengono più in forma cartacea, ma per e-mail e sms;

La propaganda dei Comitati Civici utilizzava tutte le forme di comunicazione, ritrovato un mazzo del 1951

Ho trovato recentemente fra le carte e i libri di un elettore democristiano deceduto, che i famigliari mi hanno fatto consultare, un mazzo di carte (40 carte) realizzato dai Comitati Civici costituiti da Luigi Gedda (1902-2000) su incarico di papa Pio XII (1876-1958) in vista delle elezioni politiche del 1948. I Comitati Civici furono un'organizzazione di laici cattolici italiani impegnati nella difesa della tradizione religiosa e morale del Paese e alla mobilitazione civica anticomunista. Nell’infuocato clima politico del dopoguerra Pio XII chiese a Gedda, allora vicepresidente dell'Azione Cattolica, di costituire un'organizzazione finalizzata a radicalizzare la contrapposizione tra la Democrazia Cristiana e i partiti di sinistra, con l'effetto di polarizzare il quadro politico e indurre molti cattolici a superare la tentazione di sostenere, in funzione anticomunista, i partiti che si collocavano a destra della DC. Nelle elezioni politiche del 1948, segnate da una campagna elettorale particolarmente tesa, i Comitati Civici sostennero apertamente la Democrazia Cristiana. Il risultato elettorale fu significativo: la Democrazia Cristiana superò il 48% dei voti sia alla camera che al senato, mentre la lista del Fronte Democratico Popolare si fermò a poco meno del 31% dei consensi, decretando di fatto la fine delle alleanze elettorali tra comunisti e socialisti, per lo meno a livello di elezioni nazionali. Il segretario del PCI Palmiro Togliatti, principale bersaglio dei Comitati Civici, in

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