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La passerella Giorgetti-Borgonzoni sul tappeto rosso del Bellaria Film Festival è l'evento più imbarazzante di una campagna elettorale piena di sorprese

Ha trovato Bellaria in Romagna ed è una notizia perché poteva facilmente finire in Trentino, regione che nel suo immaginario geografico confina con le nostre terre. La leghista Lucia Borgonzoni, oggi sottosegretaria alla Cultura e, prima, imposta da Salvini per le grandi sfide politiche decisive in Emilia-Romagna (sindaco di Bologna, presidente di Regione) sempre perse, sabato era al film festival di Bellaria ed è stata premiata dal sindaco Filippo Giorgetti con "un gagliardetto della città e un tessuto con stampati artigianali tipicamente romagnoli in segno di gratitudine […] per la forte vicinanza dimostrata nei momenti di forte difficoltà vissuti a causa dell'alluvione. Una vicinanza innanzi tutto umana di cui le siamo riconoscenti".   Di tanti politici di destra esistono prove fotografiche in posa con gli stivaloni nel fango e perfino con badili in mano. Di lei niente ma forse il contributo l'avrà dato in altro modo che Giorgetti conosce. È nota, comunque, la sua propensione alla gaffe che sconfina dalla geografia ai libri (“Non ne leggo no da tre anni”), incapace di distinguere le immagini di Bologna da quelle di Ferrara, autrice di uscite surreali come quella sugli ospedali che dovrebbero essere sempre aperti “di notte e nel weekend in Emilia-Romagna”.   Comunque, a

Esposto in Prefettura di Giovanardi contro le inaugurazioni elettorali di Giorgetti, mentre una nave carica di massi per il molo si perde in mare

La campagna elettorale per le comunali di Bellaria-Igea Marina è una riserva sconfinata di sorprese. Un pozzo di San Patrizio che una parte della destra, nel rispetto della leggenda, alimenta con un racconto di ricchezze e sorti magnifiche e progressive e un'altra parte della destra svuota ogni giorno con una contro narrazione, uscita dagli argini del politicamente corretto. Duellano – è oramai un duello, non più un confronto – il sindaco in carica Filippo Giorgetti e l'ex sindaco Enzo Ceccarelli. Il primo con un iperattivismo accentratore che chissà se reggerà la lunga distanza perché, realisticamente, ci sarà una coda elettorale di 14 giorni per il ballottaggio. Il secondo per interposta persona, con il suo ex braccio destro e già suo assessore Gianni Giovanardi. E questo senza considerare che la destra, oltre a non essere più una, è diventata trina per la presenza della lista di Primo Fonti, ex consigliere comunale di Forza Italia, a suo tempo su posizioni alquanto integraliste ma poi convertitosi ad un cattolicesimo di impronta sociale. Oltre ai tre, il resto del reticolo di destra si è praticamente eclissato: non pervenuti i Fratelli d'Italia che, vista l'onda nera del momento, sono comunque destinati a diventare il contenitore più grande

Per il sindaco che cerca di succedere a se stesso probabile un ballottaggio con un rivale insidioso a sinistra e molti nel centrodestra con cui dover venire a patti

L'ansia da prestazione lo sta divorando. Filippo Giorgetti, sindaco di Bellaria-Igea Marina e aspirante a succedere a sé stesso, affronta la campagna elettorale con le esagerazioni degli insicuri. Esagerati i metri cubi di asfalto distribuiti nelle ultime settimane, esagerate le ruspe civetta che segnalano cantieri ben lungi dall'essere aperti, esagerata la pioggia di numeri di bilancio con avanzi che nessuno del mestiere è capace di interpretare e figurarsi un comune cittadino, esagerato l'annuncio che nella prevedibile futura voragine finanziaria della vecchia fornace è nato tra i calcinacci un improbabile nuovo parco con giochi, piste da skateboard e meraviglie varie (se andate a cercarlo in macchina fate attenzione alla strada piena di buche). Il fatto è che Giorgetti sa già di essere, insieme, il probabile vincitore e il probabile perdente. Comunque vada sarà un insuccesso. E non è un paradosso, per quattro validi motivi: ha un pessimo carattere che i suoi yes man non gli hanno mai corretto e lo tiene inchiodato prima della soglia della piena popolarità; ha a sinistra un avversario insidioso che molto meglio di lui interpreta le aspirazioni dei moderati; ha una inedita concorrenza al centro con un candidato cattolico fuoriuscito dalle sue fila; ha una diaspora a

Con l'accordo PD - M5S il centrosinistra trova l'unità mentre a destra aumentano le divisioni

Il “campo largo” è fatto. Non riguarda poetici scenari agresti ma prosaici scenari politici. Bellaria-Igea Marina sperimenterà, nelle elezioni amministrative del 9 giugno, l'alleanza del centrosinistra unito, dal Pd al M5S, dai Verdi a +Europa fino a una parte di quel mondo sparso che sta alla sinistra del PD. E chissà se, strada facendo, si uniranno altre sigle della frantumata galassia non di destra il cui marciare in ordine sparso ha regalato, alle elezioni politiche, la vittoria ai neri più hard d'Europa. Pochi ci credevano. Dalle parti del sindaco Filippo Giorgetti avevano già pubblicamente ironizzato sulla corsa solitaria a primo cittadino di Ugo Baldassarri proposto dal PD, orfano di alleati. Non sapevano, poveretti, che gli ambasciatori di PD e M5S lavoravano con pazienza, buona volontà, maturità, a una coalizione progressista. Tutto questo mentre, a destra, aumentano le divisioni, i distinguo. Come in una partita a ping pong, rimbalzano dallo schieramento dell'ex sindaco Ceccarelli a quello di Giorgetti palline cariche di veleni sugli errori dell'attuale giunta: quello (effettivamente madornale) della scuola dietro la Coop al posto dei campi da tennis, la contrarietà all'unificazione dell'istituto scolastico, la differente visione sul turismo e sulle politiche socio sanitarie