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Il 10 aprile 1848 partono da Rimini le prime due compagnie di volontari della Guardia Civica. Si uniranno alle colonne dell'esercito pontificio che va a combattere assieme ai Piemontesi di re Carlo Alberto contro gli Austriaci. Fra gli stati italiani che hanno aderito alla coalizione, quello della Chiesa, sebbene Papa Pio IX sia contrario, è il primo a inviare aiuti militari al sovrano sabaudo; comprendono una prima divisione regolare (circa 7.500 uomini, organizzati in quattro reggimenti di fanteria italiana, reggimenti svizzeri, due reggimenti di cavalleria, tre batterie da campagna, due compagnie del Genio ed una di artificieri) al comando del piemontese Giovanni Durando, e una seconda divisione (circa 3.000 uomini) composta da appartenenti alla Guardia Civica Mobile e da volontari agli ordini del repubblicano Andrea Ferrari. Quest'ultimo promuove fra le colonne un canto che poi resterà quello dei volontari romagnoli e del centro Italia: «Bianchi e rossi color di pomodoro morte a Radesky, evviva Pio IX zitti, silenzio, che passa la ronda zitti, silenzio e chi va là evviva Carlo Alberto e la guardia nazional». Il corpo d'armata entra nel Lombardo-Veneto dalla Legazione pontificia di Ferrara. [caption id="attachment_462159" align="alignleft" width="2176"] Dragone pontificio[/caption] Ecco come Carlo Tonini ricostruisce gli avvenimenti e racconta la partenza dei soldati riminesi: "La rivoluzione avea già rovesciato il trono imperiale nella

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