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Com’era prevedibile, quest’anno il rosso dei conti correnti e il verde delle tasche vuote hanno prevalso sul nero del Black Friday, trasformandolo in un deprimente marron, molto più intonato alla situazione in cui molti di noi si sentono immersi fino al collo, economicamente e non solo. Le file epiche davanti ai negozi e i bancomat che chiedono pietà sono solo un ricordo di tempi più prosperi, e molti negozianti hanno chiuso la giornata col muso lungo. A quanto pare, la parola «Black Friday» non è più la magica formula che scatena in noi consumatori la compulsione pavloviano di comprare a più non posso, nell’illusione di risparmiare. Se lo sconto è inferiore al quaranta per cento non è vero amore, quindi meglio aspettare saldi e superpromozioni, spesso più vantaggiose dei ribassi del «venerdì nero» e attive suppergiù quasi tutti i venerdì dell’anno. Nessuno di noi è più abituato a comprare il prodotto a prezzo intero. Lo trattiamo come un frutto acerbo che va lasciato maturare sullo scaffale, finché il cartellino, corretto e rietichettato, ci dice che è il momento giusto per la raccolta. Un po’ come certe uve che i francesi lasciano ammuffire sui tralci (pourriture noble, la chiamano, cioè putrefazione nobile) prima

Immaginate una stanza a soqquadro, sporca, disordinata, con le tendine di ragnatele che pendono dal soffitto, muffa nera negli angoli, assi del parquet sollevate e colonie di scarafaggi sotto il tappeto. Assumete a caro prezzo per risanarla uno che nei suoi spot pubblicitari si vanta di trasformare in quattro e quattr’otto una topaia in una reggia e sostiene di essere l’unico serio in un settore pieno di sciattoni scansafatiche. Finalmente riuscite a portare questo superuomo nella stanza da mettere a posto, domandandovi, speranzosi, quale problema risolverà per primo. Ci darà dentro con il bidone aspiratutto? Sparerà l’antimuffa più potente del mondo? Spianerà il parquet con un rullo compressore? No, appena entrato nella stanza si rimbocca le maniche, fa qualche flessione sulle ginocchia per riscaldarsi, poi si avvicina a una parete e raddrizza un quadretto. Anzi, neanche lo raddrizza: lo mette storto, ma dall’altra parte, perché secondo lui sta meglio così. Dopodiché vi guarda compiaciuto come per dire «visto che mantengo le promesse?», poi si asciuga il sudore e va a casa a fare un TikTok in cui afferma di avere sfacchinato tutto il giorno. Ecco, con Matteo Salvini più o meno è la stessa cosa. Un esempio: appena fu nominato ministro

"Il giornalista a riposo che ha rapinato due banche e non sbaglia un congiuntivo, con certi portaborse in circolazione fossi nel ministro Sangiuliano non me lo farei scappare"

"Il giornalista a riposo che ha rapinato due banche e non sbaglia un congiuntivo, con certi portaborse in circolazione fossi nel ministro Sangiuliano non me lo farei scappare"

Piano piano, dolce Carlotta non è solo un vecchio film del 1964 con la grande Bette Davis. È anche quello che molti di noi vorrebbero dire a Carlotta Rossignoli, una signorina veronese di cui molto si è parlato e twittato in questi giorni. Non solo perché a soli 23 anni si è laureata in medicina all’università del San Raffaele di Milano continuando a fare la modella, la influencer e la collaboratrice di una tv locale, ma anche perché, fra i suoi segreti, c’è il poter fare a meno del sonno. «Non ho bisogno di dormire molto, mi sembra una perdita di tempo,» ha detto a Verona Sera, «mi bastano quattro ore per notte.» Cinque minuti dopo la diffusione dell’intervista sul Corriere, i social esplodevano. Sotto accusa, prima di tutto, i media: come si fa ad additare a modello una che si priva volontariamente del sonno, così importante per la salute psicofisica a tutte le età? Da notare che gli stessi media propongono, un giorno sì e l’altro pure, allarmanti articoli sul dilagare dei disturbi del sonno, sui legami fra insonnia e malattie degenerative e cardiovascolari, ritardo nella crescita, sovrappeso, senescenza precoce e, last but not least, invecchiamento della pelle. In un

Io questa destra proprio non la capisco. Non l’ho mai capita, ma dopo l' insediamento del nuovo governo la capisco ancora meno. Propugna il ritorno del merito, e mette un incompetente confesso, Gilberto Pichetto Fratin, sulla delicatissima poltrona dell’Ambiente e della Sostenibilità energetica. Il suo unico merito è essere più arrendevole di Paolo Zangrillo, cui inizialmente era stato assegnato il ministero più rognoso del momento. Appena l’ha saputo, ha scongiurato Meloni di scambiarlo con quello della Pubblica amministrazione, per il quale era già stato designato Pichetto Fratin. Così, sette minuti dopo la diffusione della lista dei ministri, è avvenuto il mini-rimpasto, il più veloce della storia dei governi. Il nuovo ministro dell’Ambiente e dell’Energia ne sa così poco dell’uno e dell’altra che gli è stato assegnato un ministro di sostegno, il suo predecessore Stefano Cingolani. E non parliamo della titolare del Turismo, Daniela Santanché, che qui a Rimini dovremo tenere d’occhio perché avrà in mano i destini dell’industria che dà da mangiare a mezza città: ci ha informato via social che non parteciperà al primo vertice nazionale sul turismo perché deve studiare i dossier riguardanti il turismo. Il che significa che non è proprio un'esperta della materia, pur essendo lei stessa

Insieme a due che già si strizzano l’occhio e alla prima occasione le sgonfieranno le gomme e le manometteranno la catena, tanti auguri

Insieme a due che già si strizzano l’occhio e alla prima occasione le sgonfieranno le gomme e le manometteranno la catena, tanti auguri

Dicono i meteorologi che da domani inizierà una nuova ottobrata, che prolungherà il posticipo d’estate in corso da qualche settimana e probabilmente si salderà con l’estate di san Martino. Tanto di guadagnato, o meglio di risparmiato, per l’economia familiare, che con il caro-energia di tutto ha bisogno tranne che di una botta di freddo. Tutti noi speriamo che il deprecato global warming ci risarcisca della terrificante altalena siccità-bombe d’acqua consentendoci almeno di sopravvivere con i termosifoni freddi ben oltre il 22 ottobre, quando nei territori compresi nella fascia E, in cui rientra quasi tutta la nostra regione, si potrà accendere per qualche ora al giorno il riscaldamento. E mentre c’è chi si gode gli ultimi o penultimi tepori assicurandosi un supplemento autunnale di tintarella o cenando all’aperto, qualcuno si allena a rigori e a rinunce inevitabili. Parlo dell’ignoto signore di Misano che giovedì scorso è stato immortalato mentre se ne andava a passeggio, anzi, a passo di corsa, completamente nudo, a parte calze e scarpe. La camminata adamitica, immortalata da parecchi telefonini e diffusa prontamente sul web, a tutto faceva pensare tranne che a un atto di esibizionismo, visto che le riprese mostrano il nudista muoversi lungo strade pressoché deserte. Di solito

Voglio condividere con voi impressioni e sensazioni di una tipica disavventura del nostro tempo: il furto/smarrimento del cellulare. Non che le mie impressioni e sensazioni valgano più di quelle di chiunque altro; oltretutto, più che tipica del nostro tempo, smarrire il cellulare è una disavventura tipica della sottoscritta, come ben sanno i suoi familiari e amici, che da molto prima che l’età le ottundesse le facoltà mentali devono inseguirla col dispositivo in mano o telefonare al suo numero per aiutarla a rintracciarlo. Stavolta il soccorso dei congiunti sarebbe inutile o impossibile, visto che ho dimenticato il cellulare nel taxi che mi ha portato in aeroporto – a Dublino, e per quanto il tassista sembrasse un gentile e integerrimo vecchietto, dubito che mi insegua in Italia col prossimo volo per consegnarmi il telefonino con una di quelle battute estemporanee spiritose e non volgari per cui gli irlandesi sono famosi (non scherzo, sono davvero così, anche da sobri). E siccome è il giorno della mia rubrica e non riesco a pensare ad altro che alle prossime mosse per ritornare in possesso di un telefonino funzionante (denuncia, ricerca di apparecchio a prezzi ragionevoli, reperimento di Sim-card appropriata, trasferimento dei dati ecc.), ho deciso di

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