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Il libro "Luce sul Trecento. Gli affreschi ritrovati di Villa Verucchio. Dalla provvidenziale scoperta alla valorizzazione" a cura di Giovanni Carlo Federico Villa

"Luce sul Trecento. Gli affreschi ritrovati di Villa Verucchio. Dalla provvidenziale scoperta alla valorizzazione" A cura di Giovanni Carlo Federico Villa Vallecchi “Certamente benedetto il cellulare che padre Federico, nel settembre 2021, calò dietro un dossale dell’elaborato coro ligneo dei frati, per ispezionare i problemi di un cavo elettrico e cercare una presa. Il breve video ottenuto non solo svelò i problemi di corrente, ma mostrò una nicchia da secoli dimenticata. E nella nicchia apparve il volto del “Vir Dolorum”, una “Imago Pietatis” ancora leggibilissima, e potentemente emotiva. Così principiava, nel convento francescano di Santa Croce di Villa Verucchio, un’avventura di ricerca, di emozioni, d’arte, di storia” (dall’intervento “In aura francescana” di Giovanni Carlo Federico Villa). Il libro dà conto del lavoro svolto in questi quasi tre anni da quella prima scoperta da parte della Soprintendenza alle Belle arti di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini in collaborazione con l’Ordine francescano, il Comune di Verucchio, il Rotary Club di Rimini e la Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini. E ci sono i primi appunti degli studiosi su questa straordinaria scoperta attribuita a Pietro da Rimini e alla sua bottega, il più importante pittore della Scuola riminese del Trecento. Così Alessandro Giovanardi (“Il santuario francescano di Pietro”), Alessandro

Aperto anche il sito, a Roma i visitatori sono stati 70 mila

Si è inaugurata martedì 11 giugno, nel tardo pomeriggio, la mostra bolognese dedicata a Enrico Berlinguer (“I luoghi e le parole di Enrico Berlinguer la mostra arriva a Bologna”) al Museo Civico Archeologico (aperta tutti i giorni dalle 10 alle 19, chiusa il martedì, sino al 25 agosto). Hanno preso la parola Mauro Roda, il Presidente della Fondazione Duemila, il Sindaco di Bologna Matteo Lepore, il Presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, Laura e Maria Stella Berlinguer in rappresentanza della famiglia, l’ex Rettore dell’Università di Bologna Ivano Dionigi. Fra le centinaia di ospiti invitati presenti all’inaugurazione dirigenti del PD, storiche figure del PCI, numerosi pubblici amministratori degli enti pubblici romagnoli, tanti professori dell’Università bolognese, rappresentanti delle dieci fondazioni democratiche emiliano-romagnole, dirigenti degli Istituti Storici regionali, molti giornalisti. Nella prima giornata di apertura al pubblico mercoledì un flusso continuo di centinaia di visitatori. La mostra a Roma ha totalizzato complessivamente 70.000 visitatori. Roda, l’anima e l’organizzatore di questo appuntamento bolognese, confida che anche a Bologna si raggiunga questo numero. Il sito https://mostra.enricoberlinguer.org/ aperto per la mostra a Roma, ora è stato messo al servizio della mostra bolognese. Qui foto, testi, filmati tratti dalla Mostra, oltre al ricco calendario degli appuntamenti previsti per tutta la durata

A quarant'anni dalla morte del segretario del PCI

Questa sera, alle 18.30, viene inaugurata a Bologna la Mostra “I luoghi e le parole di Enrico Berlinguer” al Museo Civico Archeologico (Via dell’Archiginnasio 2), di cui abbiamo già parlato nei giorni scorsi (“I luoghi e le parole di Enrico Berlinguer, la mostra arriva a Bologna” e “Le due volte di Berlinguer a Rimini”). Nel giorno del quarantesimo anniversario della morte di Enrico Berlinguer. Da mercoledì 12 giugno la mostra sarà aperta al pubblico. La mostra ha al proprio interno un allestimento multimediale capace di coinvolgere il pubblico, oltre che nella visione di foto e manifesti, nell’ascolto di registrazioni e filmati del Segretario del PCI. Enrico Berlinguer ha lasciato dietro di sé innumerevoli testimonianze filmate, registrate nel corso di manifestazioni e feste de L’Unità, oltre che in apparizioni televisive. La Mostra consente al pubblico visitatore di vederne molte, tematicizzate sui problemi politici nazionali e internazionali più importanti dei suoi anni. Abbiamo estratto da questo materiale video alcuni spezzoni: l’intervento alla Festa nazionale de L’Unità a Napoli il 19 settembre 1976 con la partecipazione di una folla immensa, diversi spezzoni tratti da interventi in TV, il discorso alla manifestazione per la pace a Roma del 16 giugno 1983. Il collage video dura 9 minuti. Ringraziamo

Il fascicolo di Romagna arte e storia n. 126/2023 "Aldo Spallicci e la Romagna. Il poeta, il medico, l’uomo di cultura, il politico"

Romagna arte e storia n. 126/2023 "Aldo Spallicci e la Romagna. Il poeta, il medico, l’uomo di cultura, il politico" A cura di Dino Mengozzi Il Ponte Vecchio “Se una riflessione finale s’impone rispetto alle prese di posizione e ai discorsi suscitati dalla scomparsa del poeta nel 1973, è la bassa temperatura ideologica. Lo Spallicci del cinquantenario, a parte i giudizi di ogni singolo studioso sulla sua opera, non è più l’intellettuale di parte, ma una figura che unisce, in quanto passato fra i simboli storici, a connotare una romagnolità come patrimonio comune” (dall’intervento di Dino Mengozzi “Aldo Spallicci 1973-2023. Bilancio provvisorio di un cinquantenario”). Il numero 126 di “Romagna arte e storia” contiene gli Atti del convegno tenutosi a Bertinoro l’1 aprile 2023, nel 50mo della morte di Spallicci, promosso dal Comune di Bertinoro, dall’Accademia dei Benigni, dall’Accademia degli Incamminati, dal Tribunato di Romagna, dal Consorzio Vini di Romagna, dalla rivista “Romagna arte e storia”. Gli atti sono stati curati da Dino Mengozzi, docente di storia contemporanea all'Università di Urbino. Medico, poeta e politico (eletto per il PRI alla Costituente il 2 giugno 1946 e poi senatore sempre per il PRI nel 1948 e nel 1953), nonché cultore e promotore dell'identità e delle tradizioni popolari

La mostra che si inaugura l'11 giugno a Bologna rievoca anche quelle due visite del 1953 e del 1980

L’intervento della Segretaria del PD Elly Schlein a Padova in chiusura della campagna elettorale per le europee di alcuni giorni fa rilancia in maniera prepotente la figura di Enrico Berlinguer fra i grandi politici italiani del ventesimo secolo. I tre riferimenti citati presi dal suo modo di essere politico: “si può essere popolari, senza mai essere populisti”, “non permetteremo a nessuno di riscrivere la nostra storia”, “non lasciamo l’internazionalismo ai nazionalisti” sono più che mai attuali. Tutto questo rilancia l’interesse sull’apertura della Mostra a lui dedicata: dopo le molte decine di migliaia di visitatori a Roma, altrettanti, se non di più, sono attesi a Bologna. La novità della Mostra su Berlinguer a Bologna (“I luoghi e le parole di Enrico Berlinguer la mostra arriva a Bologna”) che si apre al pubblico l’11 giugno (sino al 28 agosto) nella Sala Mostre del Museo Civico Archeologico rispetto all’allestimento romano dei mesi scorsi è l’ampia sezione a Lui dedicata sulle sue presenze in Emilia-Romagna. Berlinguer per decenni, da subito dopo la Liberazione nel 1944 sino a poche settimane prima della morte, fu presente ad innumerevoli incontri, comizi, feste de L’Unità nelle città della nostra Regione. Fotografie, filmati, opuscoli testimonieranno di questa sua presenza in Emilia-Romagna nella

Le tre battaglie del presidente dell'Emilia-Romagna: "Transizione ecologica giusta, superare il diritto di veto, 100% rimborso danni agli alluvionati"

La Romagna è una terra a fortissima vocazione turistica. Come può il turismo continuare a essere volano di sviluppo? "Da sempre la Romagna insegna al mondo l'arte dell'accoglienza e dell'ospitalità. Lo confermano le tantissime persone e famiglie che tornano ogni anno da ogni parte d’Italia e del mondo o che arrivano per la prima volta. Soprattutto lo dicono i numeri. In generale, l'aumento delle presenze turistiche in Emilia-Romagna negli ultimi 10 anni è clamoroso: siamo passati da 45 milioni a 62 milioni nel 2023. E il 2024 è già iniziato con segnali ancora più positivi. Ci siamo riusciti lavorando insieme ai sindaci, agli imprenditori e alle loro rappresentanze, per realizzare un prodotto a misura di famiglie e al passo con i tempi, affiancando alle forme più classiche, sempre di più offerte di turismo “esperienziale”. In questo l'Europa può aiutarci tantissimo, fornendo quelle risorse necessarie per ammodernare le strutture ricettive, digitalizzare le imprese e i territori, rendere più accoglienti e belli i lungomare e i centri storici dei borghi". A proposito di Europa, come può influenzare lo sviluppo e il futuro della Romagna? "Senza Europa non solo la Romagna, ma tutti i territori sarebbero molto più poveri. Se avessimo dato retta a chi ci

Due gli appuntamenti. La proiezione di un filmato con interviste ai corianesi che l’hanno conosciuto e Messa con il Vescovo di Rimini, Mons. Nicolò Anselmi

Don Michele Bertozzi era nato a Santarcangelo di Romagna l’11 aprile 1917 ed è morto a Rimini, dove era dal dicembre 1998 presso la Casa del Clero, il 9 febbraio 1999 all’età di 82 anni. Nel 1929, a 12 anni, era entrato nel Seminario Diocesano di Rimini per poi passare al Seminario Regionale di Bologna. Fu consacrato sacerdote il 7 giugno 1941 a 24 anni. Don Francesco Maria Giuliani di Lui ha detto: “Si è sempre distinto fra noi seminaristi per le sue doti intellettuali e morali. Nipote di don Giovanni Montali, l’indimenticabile parroco di S. Lorenzo di Riccione, ne ereditò lo spiccato senso delle cose e il santo orgoglio di essere prete e parroco”. Il 26 marzo 1943 arrivò a Coriano come coadiutore del parroco don Guglielmo Mondaini. Il 6 agosto 1946, alla morte di don Mondaini, don Michele divenne parroco di Coriano. L’1 ottobre 1946, con decreto del Vescovo, fu nominato Vicario Foraneo del Vicariato di Coriano a 29 anni. Rimase parroco di Coriano sino al 1970 quando gli subentrò don Vincenzo Marfori (1926-1990) che coadiuvò sino alla sua morte. Nel 1978 il Vescovo Giovanni Locatelli lo elesse canonico della Cattedrale di Rimini, un riconoscimento che viene dato ad un

E’ lo Stefano Bonaccini che piace al popolo della sinistra quello che si è presentato oggi sul palco della piazzetta del Borgo antistante il Ponte di Tiberio e l’invaso per la chiusura della campagna elettorale per le europee in programma l’8 e il 9 giugno, di fronte a molte centinaia di persone. Un intervento che ha chiuso una lunga giornata del Presidente della Regione Emilia-Romagna in giro per la nostra Provincia dove ha incontrato operatori economici, è stato ospite di una casa famiglia, ha avuto un lungo confronto con i pescatori, ha partecipato ad una iniziativa politica a Dogana assieme al Partito dei socialisti e dei democratici (PSD) di San Marino (anche loro domenica al voto). Prima di lui sul palco alcuni candidati a Sindaco nella tornata amministrativa (San Giovanni in Marignano, Bellaria, Santarcangelo), la Presidente del Consiglio regionale Emma Petitti e la consigliera regionale Nadia Rossi, l’on. Andrea Gnassi. Tutti introdotti dalla Vice-Segretaria provinciale del PD Lucilla Frisoni. Bonaccini ha aperto il suo intervento ricordando gli episodi terribili accaduti nel decennio in cui è stato alla presidenza della Regione: La ricostruzione dopo il terremoto in Emilia, la pandemia, l’alluvione in Romagna. Ma “l’Emilia-Romagna ha sempre tenuto, si è rialzata, ha ricostruito

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