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Una perturbazione in arrivo lunedì con scarse conseguenze e una più consistente a metà dell prossima settimana

Nel fine settimana risentiremo degli effetti di un campo di alta pressione che già da venerdì 12 si è andato ad affermare sulle regioni settentrionali, ripristinando così delle condizioni più soleggiate e asciutte. Nonostante la situazione più tranquilla, la maggior stabilità e i cieli in prevalenza sereni saranno all’origine di un ristagno di aria più umida nei bassi strati in grado di favorire, oltre all’aumento della concentrazione di inquinanti sulle pianure, alla ricomparsa delle nebbie nelle ore più fredde della giornata: in particolare nelle valli appenniniche e lungo l’asse del Po. Il clima sarà freddo al mattino con gelate diffuse su zone collinari e aree di aperta campagna. Mentre le temperature, sopratutto quelle pomeridiane, tenderanno gradualmente a riportarsi attorno alle medie del periodo a partire da domenica 14. Di fatto, la presenza di una maggior ventilazione meridionale, collegata ad una circolazione depressionaria che nel frattempo si è andata già a formare sul Mediterraneo centrale, farà aumentare lievemente le temperature ma anche le nuvole: mantenendo sempre un clima pienamente invernale e con cieli che man mano diverranno più nuvolosi. Saranno questi i primi segnali dell’avvicinamento di un nuovo sistema perturbato, che tra la notte di domenica e la giornata di lunedì 15

Nonostante le gravissime alluvioni che hanno colpito anche noi c'è chi continua a mettere in dubbio il cambiamento climatico

Il 2023 ci consegna numeri davvero eccezionali. Eventi tragici che lasciano segni indelebili non solo nella memoria di chi li ha vissuti ma che allo stesso tempo ci restituiscono lo stato di fragilità idrogeologica in cui versa il nostro Paese. Tra incendi boschivi, lunghi periodi di siccità, intense ondate di calore, forti fenomeni temporaleschi, nubifragi con dissesti, tempeste di vento e non ultime le gravissime alluvioni che hanno messo in ginocchio due intere regioni come l’Emilia-Romagna e la Toscana, raccolte nelle testimonianze drammatiche degli ultimi fatti di cronaca. Gli effetti del cambiamento climatico portano con sé, in maniera sempre più evidente, un preoccupante record di eventi estremi sul nostro territorio. Non dimentichiamo che il cambiamento climatico non significa solamente l’aumento delle temperature che determinano inverni sempre più miti ed estati sempre più calde, ma anche, e sopratutto, il fatto che i fenomeni meteorologici hanno più energia da spendere e quindi sono diventati mediamente più violenti. Ciò significa che con l’aumentare delle temperature, avremo delle perturbazioni che portano piogge concentrate e venti particolarmente intensi che con maggior facilità e rapidità rispetto al passato causano un maggior numero di eventi calamitosi: sopratutto su un territorio fortemente urbanizzato. Una conferma di come il clima

In arrivo di correnti gelide provenienti dall’Artico tuttavia senza grosse precipitazioni

Gli ultimi aggiornamenti confermano l’arrivo di correnti gelide provenienti dall’Artico che saranno la causa oltre del generale abbassamento delle temperature anche di una residua instabilità sul versante Adriatico. Se da una parte infatti ci si aspetta una temporanea intensificazione del freddo con un clima che si farà prettamente invernale, dall’altra, lo stesso afflusso di correnti che transiterà sulla superficie del mare, potrà determinare, per effetto della nuvolosità, qualche fenomeno nevoso fin sulle pianure delle zone interne romagnole. Da questo tipo di circolazione deriva un fenomeno meteorologico battezzato con l’acronimo ASES (Adriatic Sea Effect Snow), dove una massa d’aria, all’origine molto fredda e secca sospinta da venti di Bora e/o Tramontana, a contatto con la superficie dell’acqua più tiepida ed umida, si alleggerisce diventando instabile. Questo processo termodinamico in presenza di condizioni specifiche può determinare precipitazioni convettive con nevicate addirittura sui settori costieri, ma gli accumuli più significativi si verificano solitamente nell’entroterra, agevolati dall’orografia appenninica. Dalle simulazioni atmosferiche di domani, martedì 9 gennaio, nonostante le schiarite faranno capolino su gran parte della regione, qualche addensamento minaccioso potrà farsi strada da Nordest sulla Bassa Romagna spingendo qualche fiocco di neve a raggiungere le colline o più specificatamente le pianure interne delle valli montane

Previste temperature in picchiata fino a mercoledì poi un periodo stazionario

La Protezione Civile dell'Emilia-Romagna e ARPAE hanno diramato una nuova ALLERTA METEO valida per tutta la giornata di lunedì 8 gennio. E' Allerta GIALLA per piene dei fiumi nelle province di Reggio Emilia, Modena, Bologna, Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena, Rimini; per frane e piene dei corsi minori nelle province di Bologna, Ravenna, Forlì-Cesena, Rimini. Spiega il bollettino: "Per lunedì 8 gennaio non sono previsti fenomeni meteorologici significativi ai fini dell'allertamento. Tuttavia, a seguito delle precipitazioni avvenute nei giorni precedenti, nel settore centro orientale saranno possibili localizzati fenomeni franosi in contesti idrogeologici particolarmente fragili e piene nei tratti vallivi dei corsi d'acqua, con livelli prossimi alle soglie di attenzione. Per la residue condizioni dello stato del mare, non si escludono localizzate erosioni e/o ingressioni marine". Oggi, secondo quanto comunica la Protezione Civile Riminese alle 11.30, "la persistenza delle precipitazioni iniziate nella serata di ieri verso le ore 22, caratterizzate attualmente da una intensità di precipitazione moderata, ha prodotto fino ad ora delle cumulate di pioggia con valori variabili dai 20 ai 60 mm che iniziano a determinare localizzate criticità di deflusso delle reti di scolo urbane soprattutto nella zona sud della Provincia. Di seguito le cumulate di pioggia registrate dalla rete ARPAE alle ore 10:30: Casteldelci 43 mm,

In provincia di Rimini previsti fiocchi solo sulle cime più alte, migliora la tendenza per la prossima settimana

La Protezione Civile dell'Emilia-Romagna e ARPAE hanno diramato un'allerta meteo valida per tutta la giornata di domenica 7 gennaio. E' Allerta ARANCIONE per piene dei fiumi nelle province di Bologna, Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena, Rimini; per frane e piene dei corsi minori nelle province di Bologna, Ravenna, Forlì-Cesena, Rimini. Allerta GIALLA per piene dei fiumi nelle province di Parma, Reggio Emiia, Modena, Bologna, Ferrara; per frane e piene dei corsi minori nelle province di Piacenza, Parma, Reggio Emiia, Modena, Bologna; per vento nelle province di Piacenza, Parma, Reggio Emiia, Modena, Bologna, Forlì-Cesena, Rimini; per neve nelle province di Piacenza, Parma, Reggio Emiia, Modena, Bologna; per stato del mare Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena, Rimini. Spiega il bollettino: "Per la giornata di domenica 7 gennaio sono previste precipitazioni intense, anche a carattere di rovescio, più probabili sul settore centro-orientale che potranno generare nelle zone montane e collinari fenomeni franosi, ruscellamenti sui versanti e innalzamenti dei livelli idrometrici dei corsi d’acqua del settore centro-orientale, con occupazione delle zone di naturale espansione nei tratti montani e delle aree golenali nei tratti vallivi e con interessamento degli argini. Sono previste nevicate di debole/moderata intensità più probabili su fascia appenninica centro-occidentale. Inoltre sono previsti venti di burrasca moderata (62-74 km/h) con possibili temporanei rinforzi o raffiche di

Prima perturbazione da venerdì 5 poi una seconda con aria artica farà precipitare le temperature al di sotto delle medie stagionali

Con il primo weekend dell'anno tornerà a farsi sentire l'inverno in Emilia-Romagna, o meglio, meteorologicamente parlando visto che la fase più fredda potrebbe fare il suo ingresso proprio in corrispondenza dell'Epifania, chiudendo un lungo capitolo di stabilità anticiclonica. Questo processo avrà inizio da venerdì 5, quando un'intensa perturbazione atlantica (la numero 2 del mese) portando un progressivo peggioramento che man mano si estenderà a tutta la regione. Vengono attesi fin da subito fenomeni diffusi e moderati di precipitazione in Emilia, ma con il coinvolgimento nei giorni di sabato 6 e domenica 7 anche della Romagna, con piogge e rovesci particolarmente insistenti. L’arrivo della perturbazione nel Mediterraneo darà luogo poi allo sviluppo di un vortice di bassa pressione che insisterà almeno fino a lunedì in prossimità dell’Italia meridionale, attivando venti molto intensi che nel corso della prima parte della settimana saranno ovunque settentrionali, richiamando sul nostro Paese aria di origine artica, con un tracollo delle temperature e condizioni climatiche pienamente invernali. Se dapprima la neve si farà vedere solo a quote elevate, col progressivo tracollo delle temperature le nevicate potranno raggiungere i settori collinari o di media montagna: investendo in maniera copiosa l'Appennino romagnolo fino a 6-700 metri di altitudine circa. I venti continueranno a soffiare con rotazione

-42° C nel nord della Svezia mentre in Italia si toccheranno i +20° C ma la differenza non è destinata a durare

Ultimi scampoli di questo incontrastato dominio anticiclonico che ha caratterizzato il periodo natalizio: con l'inizio del nuovo anno si affacciano condizioni più invernali. Le tesi correnti zonali, che soffieranno da ovest verso est, tenteranno di ravvivare ancora dei refoli di aria mite e umida tra l'Europa occidentale e il Mediterraneo, prima di procedere verso un netto cambio di circolazione atmosferica al termine della prima decade di gennaio. Mentre i primi segnali di un clima decisamente più consono alla stagione fredda vanno man mano a consolidarsi sul nordest europeo, confermandosi con le temperature più basse di questo inverno tra Scandinavia e Baltico (punte anche di -42°C registrati a nord della Svezia), la nostra Penisola sarà esposta ancora per poco alle forti correnti ondulate provenienti dall'Atlantico. Una dinamica, quella delle pronunciate differenze termiche, che a maggior ragione, sarebbe generata dagli intensi gradienti orrizzontali che andranno a formarsi, e che, a loro volta, saranno in grado di produrre degli effetti consequenziali sulla complessa circolazione che regola la distribuzione delle masse d'aria. Tutto ciò a conferma dell'evidente cambio di marcia che molto probabilmente andremo a sperimentare tramite il processo in due fasi. La prima delle due, andrà a concretizzarsi nei giorni 8-10 gennaio, con l'afflusso

Ancora temperature sopra la media, un po' di inverno forse da metà gennaio

A metà di queste festività natalizie dominate da un clima insolitamente mite e in prossimità della fine di un 2023 che conferma la regola degli ultimi anni di una circolazione a stampo prevalentemente anticiclonico, è legittimo chiedersi quando potremo attenderci un cambiamento. In un’epoca dove le stagioni invernali rimangono pressapoco al palo, al netto di brevi e fugaci passaggi perturbati più coincidenti a un clima autunnale che altro, le sorti del tempo atmosferico vengono affidate spesso alla speranza di attingere, o meno, al serbatoio di aria gelida confinato nel circolo polare artico. Vi anticipiamo fin da subito, per non alimentare false speranze in freddofili incalliti, che di freddo, almeno fino alle porte dell’Epifania, non se ne vedrà nemmeno l’ombra. Anzi, se escludiamo locali episodi di “freddo finto” (come viene definito da alcuni) prodotti essenzialmente dall’inversione termica come precursore di stratificazioni nuvolose, nebbie e smog nei bassi strati, potremmo parlare addirittura di valori termici ancora una volta oltre alle medie del periodo. E a risentirne, oltre a farne le spese maggiori l’integrità di nevai e ghiacci, sarà ovviamente il turismo in montagna e la qualità dell’aria in Pianura Padana. Non ci sono dubbi quindi sull’evoluzione del tempo nei prossimi giorni, e se

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