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Mentre si tende a minimizzare certi reati gli studi dimostrano che invece sono indice di gravi disfunzioni

Ho parlato in un precedente articolo dall' associazione Link – Italia. È un’associazione che opera in tutta Europa ed oltre; il cui scopo è quello di diffondere consapevolezza sullo stretto rapporto che intercorre tra la violenza sugli animali e la pericolosità sociale. Purtroppo, ad oggi i reati sugli animali sono, benché perseguibili per legge, considerati come trascurabili e quindi il responsabile non è punito a dovere. Se poi a commettere questo reato è un minore si tende a minimizzare la cosa come una monellata, quando non lo è. Link – Italia lavora da anni perché ogni episodio di violenza sugli animali sia considerato un atto non solo perseguibile al pari di altri reati, ma siano coinvolte tutte le figure ad esso collegate: assistenti sociali, psicologi, psichiatri, ma anche veterinari e educatori. Chi commette questa tipologia di reato vive o è vissuto in una famiglia disfunzionale (violenza e abusi, alcool o droga) e ha, quindi, sviluppato dei disturbi della condotta. Purtroppo, un’altra convinzione, più per praticità che per altro, è che questa tendenza si estingua con il tempo, gli studi della Link che si basano, tra le altre cose anche sul lavoro dell’FBI americana, dimostrano che non è così, ma anzi si sviluppa e 'matura'. Il mondo

I suoi studi sul comportamento sono stati riportati sugli esseri umani e valgono anche per i cani

Spesso si vede in un film (Tango & Cash) che uno dei personaggi, prende dei topolini  e li mette in un labirinto. Le due bestiole a quel punto iniziano a muoversi per trovare l'uscita. Ma questa scena dove è stata presa? È una specie di giochino cinematografico? In verità è un esperimento che un certo Edward Tolman (1886-1959) psicologo statunitense ha fatto proprio sui topolini per capire come apprendono. I suoi studi dai topolini sono stati riportati sugli esseri umani, con il tempo altri studiosi hanno capito che questi studi valgono per il cane. Tolman con le sue ricerche dimostrò che anche il cane come noi, sa modificare il proprio comportamento, imparando cose nuove in base alle condizioni ambientali. Egli sviluppò la teoria della mappe mentali che per essere dimostrata fu necessario proprio l'esperimento dei topi nel labirinto. I topi impararono a muoversi nel labirinto e a riuscire, ad un certo punto, dopo vari tentativi a trovare l'uscita. In più riuscì a dimostrare che un animale, così come l'uomo è in grado a sviluppare capacità cognitive tali da saper usare i mezzi a disposizione per vivere meglio nell'ambiente, e in modo da raggiungere un fine. I predecessori di Tolman avevano scoperto che un topolino e di consenguenza

Patentino per proprietari di cani?

Mentre in Parlamento si sta discutendo di nuove regole per il codice stradale: sanzioni per chi guida armeggiando con il cellulare, casco e assicurazione per i monopattini ecc

L'addestratore lavora solo sul cane mentre l'educatore lavora sulla relazione cane e padrone

In cinofilia educare e addestrare non sono sinonimi anche se qualche addestratore si fa passare per educatore puntando sull' ignoranza della gente che li crede tali. Vediamo di analizzare le due parole dal loro significato latino. Addestrare significa: rendere destro, idoneo, quindi acquisire delle abilità. Mentre educare significa: tirare fuori, affinare facoltà e potenzialità. In ambito cinofilo le due figure lavorano in modo diverso. L'addestratore lavora solo sul cane, mentre l'educatore lavora con il binomio (cane e padrone) creando o migliorando la relazione. L'educatore insegna al proprietario il linguaggio del cane (verbale, paraverbale, metaverbale), insegna come gestirlo nella vita quotidiana: a casa, al parco, in passeggiata. L'intervento dell' educatore è mirato affinare e potenziare le abilità che il cane già possiede,  lavorando sulla sua intelligenza e creando motivazione. Insegna al proprietario come fare tutte queste cose ma non occasionalmente, ma quotidianamente. Insomma sono due figure diverse, quindi prima di affidare il nostro cane al primo nome in cui ci siamo imbattuti sul web, è meglio fare un'accurata ricerca; se l'intenzione è di avere un cane intelligente, educato che si sa comportare in ogni situazione ma soprattutto se si vuole creare con un rapporto speciale allora ci vuole un educatore. Se l'obiettivo, invece, è far imparare al

Evitare di dare un cane (o altro animale) ad una famiglia senza preoccuparsi se sappia che cosa comporti davvero

Da tempo, oramai si parla sempre di più di adozioni consapevoli nei canili, nei rifugi tra le associazioni; e proprio in questi giorni molte di queste, in primis E.n.p.a. e O.i.p.a. stanno organizzando eventi e incontri per promuovere queste adozioni consapevoli. Ma cosa s'intende per adozioni consapevoli? E dove sono finite le semplici adozioni? La semplice adozione ha sempre più sapore di superficialità. Una pratica purtroppo ancora in uso ma che ha origini lontane, è quella di dare un cane (o altro animale) ad una famiglia senza preoccuparsi se tale famiglia sia o no consapevole che cosa comporti davvero avere un animale in casa. Purtroppo una cosa non affatto scontata. Spesso il cane (o altro animale) si trova in una famiglia che si aspetta che sia lui a cambiare, a modellare la propria esistenza in base alla routine di casa, ma dal momento che questa aspettativa non sarà mai concretizzata, la famiglia delusa sarà spinta ad allontanare l'animale con la rinuncia di proprietà o in modo illegale con l'abbandono. Adozione consapevole significa in pratica capire se la famiglia è disposta a cambiare la propria vita in funzione del cane (o altro animale), se è disposta a costruire una relazione con il nuovo arrivato, e se

I cani brachicefali come Carlino, Pechinese, Bulldog Francese sono affetti da un'anomalia del cranio

Si vedono sempre più spesso i cani brachicefali, ossia quelli con il muso corto. Per le loro dimensioni ridotte sono senza dubbio un ottimo compagno di avventure. Purtroppo è anche un amico che va gestito con i guanti per le sue fragilità. Di questi problemi ne parliamo con il dott Giuseppe Montanari Medico Veterinario. Prima di cominciare ringrazio il dott Montanari per questa intervista. Dottor Montanari, i cani brachicefali come Carlino, Pechinese, Bulldog Francese ed altri sono affetti da un'anomalia del cranio: testa grande, muso corto o semplicemente schiacciato per questo soggetti ad alcuni problemi. Ce li può spiegare? I cani come il Carlino, il Pechinese, Bulldog Francese (questo ultimo ormai sempre più diffuso come razza nelle nostre case) hanno per la loro caratteristica conformazione del muso  un respiro rumoroso, accompagnato a volte dal fenomeno dello starnuto inverso, soffrono di apnee notturne e reflusso gastroesofageo; di conseguenza presentano una bassa tollerabilità all’esercizio fisico e sono più inclini a presentare eventi patologici come sincopi o colpi di calore rispetto alle altre razze con la canna nasale dritta e ultimi ma comunque degni  di nota sono da menzionare anche i disturbi oculari, dati dalla caratteristica forma degli occhi (globosa e sporgente). Una riflessione aggiuntiva deve essere fatta proprio

Le buone regole da seguire per portare il nostro amico a 4 zampe al cinema

La notizia delle prime sale cinematografiche in cui possono entrare anche i cani è uscita qualche tempo fa sui social: il Messico è stato il primo paese ad aver fatto questo passo. Le altre nazioni sono state: Stati Uniti, Irlanda e Spagna. E in Italia: come sempre la pioniera è Milano che ha creato un evento ad hoc chiamato: Cinebau a Porta Romana voluto da alcuni proprietari di cani.   Ma come sono fatte le sale cinematografiche per cani? In primo luogo ci sono meno posti a sedere  rispetto alla capienza della sala, poiché ogni posto è doppio: sedia e cuscino, in modo che ciascun proprietario possa sedersi e tenere accanto a sé il proprio cane, la sala non resta completamente al buio e il sistema di aerazione è molto diverso per il semplice fatto che la temperatura deve essere sempre ottimale, i biglietti sono uno per binomio. Ci sono ovviamente anche delle regole da seguire: 1 - Portare i cani a fare i propri bisogni prima di entrare; 2 -  libretto della vaccinazioni in regola; 3 - il cane deve essere sotto la custodia di una persona responsabile; 4 - deve essere coperto dall'assicurazione ai danni contro terzi. Non si può andare quando si vuole, le strutture infatti spesso

La American Humane Association (Aha) vigila a livello internazionale sui set cinematografici denunciando ciò che non va

Da quando nel 1895 i fratelli Lumiére hanno inventato il cinematografo, l'uso di questo strumento si è evoluto fino a diventare la settima arte, sviluppandosi da scene brevi fino ai film di oggi. L'uomo non ha resistito e con il tempo ha coinvolto anche gli animali, sia domestici che selvatici. Purtroppo i primi tempi non con la dovuta cura e rispetto, un po' per poca cultura e consapevolezza e un po' brutalità. Sono molti i film, da quando è stato inventato il cinematografo, che hanno riportato scene cruente sugli animali: maltrattati, torturati e persino uccisi; inutile aggiungere che ci sono stati registi e produttori piuttosto  sanguinari. La comunità animalista non è stata certo a guardare. Nel 1937 fu emanata  una legge: Cinematograph films act che impediva ai film che contenevano scene cruente con animali di non essere distribuiti. Oggi c'è, tra le altre associazioni, la American Humane Association (Aha) che vigila a livello internazionale, in passato è riuscita ad infiltrare dei suoi associati nei set cinematografici, denunciando ciò che non va. Oggi, grazie anche alle tecnologia e al digitale le cose stanno cambiando: sempre più spesso, infatti vengono creati degli animali virtuali o in alternativa  dei pupazzi meccanici e quando è necessario la presenza di un

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